L’Opera di Francoforte porta in palcoscenico la prima cittadina di Rodelinda, regina de’ Longobardi, una co-produzione che ha debuttato a Madrid nel 2017 e ha già fatto tappa a Barcellona e Lione. Terza opera del Caro Sassone a passare in questa stagione sulle rive del Meno, dopo le riprese di Rinaldo e Xerses.
Rodelinda è una vicenda familiare fosca e sanguinaria, dove si intrecciano drammi personali e politici. Sesso e potere. Bertarido ha ucciso il fratello nella lotta per la successione al trono longobardo, ma è costretto a fuggire da Milano all’arrivo di Grimoaldo. Abbandona la moglie Rodelinda e il figlio Flavio e fa diffondere la voce della sua morte. Nel frattempo Grimoaldo, già fidanzato con la sorella di Bertarido Eduige e spalleggiato dal maligno Garibaldo, insidia Rodelinda anche per legittimare le sue ambizioni al trono. La regina fa di tutto per rimanere fedele al marito scomparso. Sorta di novella Penelope. Bertarido torna in incognito a Milano per salvare moglie e figlio,salva perfino Grimoaldo da un agguato del malfido Garibaldo e alla fine gli sono restituiti onori reali e affetti coniugali. Grimoaldo torna da Eduige. Si ristabilisce l’equilibrio. Il libretto di Nicola Francesco Haym non è un semplice catalogo di arie, come molte altre opere del suo tempo, e ha una cospicua stoffa drammatica. Anche il disegno psicologico dei tre personaggi principali è rigoroso. Non è forse un caso che la rinascita del teatro musicale händeliano avviata da Oskar Hagen nel 1920 inizi proprio con Rodelinda.
Claus Guth inserisce questa Dynasty alto-medioevale in una gigantesca casa di bambole a due piani (scene e costumi di Christian Schmidt). Una villa bianca in stile georgiano dove alloggia la famiglia reale longobarda. E il regista mette la figura silenziosa del figlio Flavio (ottimo l’attore colombiano Fabián Augusto Gómez Bohórquez che lo impersona) al centro del dramma. La vicenda è infatti raccontata dalla sua prospettiva di bambino che soffre una serie di traumi violenti: il padre ucciso, scomparso e ricomparso, la madre insidiata, la zia intrigante, lui stesso minacciato di morte. La sua mente e la casa stessa si popolano di veri e propri mostri. Intanto il fanciullo disegna i fantasmi e gli incubi che lo perseguitano e disegni sono proiettati sulle pareti. Ne esce uno spettacolo compatto e appassionante, anche grazie ai costumi che fanno una netta distinzione fra i buoni vestiti di chiaro e i cattivi in nero.
Lucy Crowe, che già aveva cantato la parte a Madrid, disegna una Rodelinda di forte impatto drammatico, una donna nobile che soffre ma non si dà mai per vinta e riesce sempre a rovesciare le avversità della sorte. Voce luminosa e potente, s’impone per il nitore delle colorature e la sensibilità accorata dei lamenti. Da ricordare l’aria “Morrai sì”, piena si sfumature velenose, e la successiva “Ritorna oh caro ”. Il regale consorte Bertarido appare solo dopo una buona mezz’ora di spettacolo, quando canta con malinconia “Dove sei, amato bene?” davanti al proprio cenotafio. Andreas Scholl fa leva sulla sua consumata esperienza e dà un piglio dolente al personaggio del re spodestato, a tratti quasi arreso. Una volta riunita alla fine del secondo atto, la coppia reale longobarda offre uno dei momenti magici della serata con il duetto ‘Io t’abbraccio‘, pregevole per bellezza della tecnica vocale e intensità di sentimenti. Il tenore Martin Mitterrutzner canta Grimoaldo, l’usurpatore fascinoso e con un fondo di coscienza; con voce non di grande volume ma elegante e di bel timbro, soprattutto nel registro più scuro. L’ambigua Eduige, l’intrigante sorella di Bertarido, è ben interpretata dal contralto Katharina Magiera; seducente nei movimenti e nel gesto, si fa apprezzare per l’aria di furore “De’ miei scherni”. Jakub Józef Orliński torna a Francoforte, dopo il gran successo di Rinaldo ed è il secondo controtenore della serata. La sua interpretazione del fedele Unulfo, una parte davvero troppo piccola per le sue acrobazie vocali e atletiche, suscita l’entusiasmo del pubblico. Božidar Smiljanić sfoggia voce grave di basso e restituisce gli accenti maligni di Garibaldo, il vero cattivissimo della serata.
Andrea Marcon dimostra ancora una volta di essere un vero maestro di musica barocca. Ai suoi comandi la Frankfurter Opern- und Museumsorchester, a ranghi ridotti e con strumenti d’epoca, ricrea tutta la profondità e il vigore dello spartito händeliano. I musicisti dell’ensemble sono accompagnati da un perfetto gruppo del basso continuo, che comprende lo stesso Marcon e Alina Ratkowska al clavicembalo.
Successo calorosissimo di pubblico e lunghi applausi per tutti i protagonisti di questa Rodelinda.
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RODELINDA, REGINA DE’ LONGOBARDI
Georg Friedrich Händel 1685-1759
Dramma per musica in tre atti. Libretto di Nicola Francesco Haym, dalla tragedia Pertharite, roi des Lombards (1652) di Pierre Corneille. Prima assoluta il 13 Febbraio 1725 al King’s Theatre Haymarket di Londra
Coproduzione con il Teatro Real, Madrid, l’Opera di Lione e il Gran Teatre del Liceu di Barcelona
In italiano con sovratitoli in tedesco e inglese
Direttore Andrea Marcon
Regia Claus Guth
Scene e Costumi Christian Schmidt
Video Andi A. Müller
Luci Joachim Klein
Coreografie Ramses Sigl
Drammaturgia Konrad Kuhn
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CAST
Rodelinda Lucy Crowe
Bertarido Andreas Scholl
Grimoaldo Martin Mitterrutzner
Eduige Katharina Magiera
Unulfo Jakub Józef Orliński
Garibaldo Božidar Smiljanić
Flavio Fabián Augusto Gómez Bohórquez
Figure in maschera Gal Fefferman, Evie Poaros, Manuel Gaubatz, Volodymyr Mykhatskyi, Michael Schmieder, Markus Gläser
Frankfurter Opern und Museumsorchester