Mozart in realtà era jazzista, rockettaro, psichedelico, rapper, musicista latino, grande appassionato di reggae ed esperto conoscitore delle formule pop odierne. Questa la convinzione con la quale si lascia la sala dopo il Don Giovanni di Mozart secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio. Beh, tutto sommato, a chi conosce anche solo un poco la biografia o il temperamento del musicista austriaco non viene difficile immaginare un Mozart contemporaneo: caratterialmente simile a molti jazzisti o musicisti della scena contemporanea, o meglio, in possesso di una certa aura funesta generalmente associata a questi. Chi conosce invece il Don Giovanni di Mozart non può che rimanere stupito di fronte alla personalissima versione proposta dall’Orchestra di Piazza Vittorio. Se i tratti melodici delle arie, duetti e pezzi di insieme sono conservati intatti (o quasi) l’arrangiamento musicale stravolge i caratteri originali dell’opera portando l’ascoltatore a chiedersi se è veramente Mozart quel che si sente. Bisogna però ammettere che il lavoro di arrangiamento svolto da Mario Tronco, Leandro Piccioni e Pino Pecorelli è magistrale. I tre arrangiatori riescono con successo a trasmutare l’organico Don Giovanni in un mosaico di diversi stili: dal ragtime alla bossa nova passando per il cool jazz, al pubblico viene restituito uno prodotto capace di sorprendere.
L’Orchestra di Piazza Vittorio si è già cimentata con successo nella trasposizione di alcune opere rivisitandole in chiave moderna: prima il Flauto Magico di Mozart nel 2009 e poi Carmen di Bizet nel 2016. La buona riuscita di questo progetto (ormai in tournée dal 2017) quindi era, se non predetta, perlomeno aspettata.
La vicenda gravita attorno a un Don Giovanni magnetico, il personaggio è interpretato da Petra Magoni, scelta peculiare quella di affidare Don Giovanni ad una voce femminile. L’interpretazione offerta è ottima, lo spessore psicologico del personaggio è notevole: Petra Magoni restituisce un Don Giovanni sul quale scivola tutto sopra, indifferente alle vicende dei personaggi sul palco ma in fondo deus ex machina della vicenda. Un Don Giovanni marionettista che folleggia liberamente e tesse le trame delle vite degli sfortunati personaggi che incrociano il suo cammino. Con questa stessa filosofia Don Giovanni affronta il convitato di pietra, non pentito (o almeno spaventato) come nell’opera originale, ma come se fosse un evento ascrivibile alla quotidianità, non peggio di prendere un caffè o uscire la mattina per andare al lavoro. Insomma un Don Giovanni immune a tutto tranne che al suo ego e quasi consapevole di essere un animale da palcoscenico.
Sul palco la band non si limita al semplice accompagnamento, è un organismo vivo che interagisce con i personaggi in scena. Anzi, in un certo senso i protagonisti sono concepiti come parte integrante dell’orchestra: si separano da questa entità musicale collettiva per i loro quindici minuti di fama e poi, noncuranti, rientrano tra i ranghi.
Tra balletti, mimi, applausi, scenette, corteggiamenti e risse sfiorate l’orchestra di Piazza Vittorio disvela il suo Don Giovanni. Forse un Don Giovanni non fedele all’intreccio proposto da Mozart (come potrebbe esserlo d’altronde in un’ora e venti?) ma comprensivo di tutti i tratti salienti che lo rendono tale: sesso, intrighi, burle e divertimenti vari.
Finito lo spettacolo sorge spontanea la domanda. A cosa abbiamo assistito? Era un concerto, un musical, un opera oppure uno spettacolo cabaret? Forse di tutto un po’! Poco importa, lo spettacolo funziona, di più, scorre con fluidità lasciando lo spettatore piacevolmente stupito e frastornato una volta uscito.
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Don Giovanni di Mozart secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio
Personaggi e interpreti
Don Giovanni Petra Magoni
Donna Anna Simona Boo
Donna Elvira Hersi Matmuja
Don Ottavio Evandro Dos Reis
Leporello Omar Lopez Valle
Masetto Houcine Ataa
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Musiche
Pianoforte Leandro Piccioni
Contrabbasso Pino Pecorelli
Batteria Davide Savarese
Chitarre Emanuele Bultrini
Tastiere Andrea Pesce
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Elaborazioni Musicali Mario Tronco, Leandro Piccioni, Pino Pecorelli
Direzione Musicale Leandro Piccioni
Scenografie Barbara Bessi
Costumi Ortensia de Francesco
Disegno luci Daniele Davino
Proiezioni/illustrazioni Daniele Spanò
Ingegnere del suono Angelo Elle
Direzione artistica e regia Mario Tronco
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Regia Andrea Renzi
Produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini
Produzione originale Accademia Filarmonica Romana, Le nuits de Furvière – Lione 2017