La Stagione del Teatro Ghione di Roma aprirà con lo spettacolo, in scena dal 19 al 22 settembre, “Anche gli asparagi hanno un’anima”, testi di Achille Campanile, adattamento e regia Pino Quartullo, con Pino Quartullo e altri 19 attori. Nel 2019 ricorrono i 120 anni di Achille Campanile, geniale autore dallo spiccato senso del comico, e “Anche gli asparagi hanno un’anima”, è un viaggio nelle epoche, che partendo dal cinquecentesco Gianicolo, dove il Tasso si ricreava all’ombra di una quercia, e passando per “la strada degli innamorati e dei suicidi” ci conduce come a bordo di una nave, fino nell’aldilà, dove si apprende che l’unica anima di cui essere certi è quella degli asparagi, che crudelmente gettiamo via ogni volta che ne mangiamo uno.
Dal 26 al 29 settembre, “Rock Dreams”, un evento dedicato al Rock: Queen, Genesis, Pink Floyd, Metallica, Dire Straits, Simon&Garfunkel, insieme a Giandomenico Anellino, il Purple Trio e Luca Perroni che ripercorreremo i più grandi successi di queste icone indiscusse della storia del Rock.
Dal 1 al 6 ottobre, “Ago Capitano Silenzioso”, di e con Ariele Vincenti. Si racconta la Storia di un Capitano silenzioso, che sul campo affrontava gli avversari con “umiltà ed abnegazione” e quando segnava si inginocchiava davanti ai suoi tifosi perché “bisogna avere sempre rispetto della gente che paga il biglietto”. Non era abituato a dire cose che non pensava, Agostino, ma a pensare le cose che diceva. Il suo esempio rappresenta un calcio che non c’è più, fatto di rispetto, lealtà e sana competizione. Un calcio che ha dimenticato i valori di umanità e semplicità, nascondendosi dietro maschere fatte di gossip, lusso e facciate di circostanza.
Dall’8 al 20 ottobre, Ettore Bassi in “L’attimo fuggente, regia di Marco Iacomelli. L’Attimo Fuggente rappresenta ancora oggi, a trent’anni dal debutto cinematografico, una pietra miliare nell’esperienza di migliaia di persone in tutto il mondo. Portare sulla scena la storia dei giovani studenti della Welton Academy e del loro incontro col il professor Keating significa dare nuova vita a questi legami, rinnovando quella esperienza in chi ha forte la memoria della pellicola cinematografica e facendola scoprire a quelle nuove generazioni che, forse, non hanno ancora visto questa storia raccontata sul grande schermo e ancora non sanno “che il potente spettacolo continua, e che tu puoi contribuire con un verso”.
Il 22 e 23 ottobre, “Coppia aperta quasi spalancata”, di Dario Fo e Franca Rame, con Antonio Salines e Francesca Bianco, e con Carlo Emilio Lerici, regia Carlo Emilio Lerici. Torna in scena uno dei testi più famosi e dissacranti di Dario Fo e Franca Rame. “Coppia aperta quasi spalancata” è un testo straordinario sulla relazione di coppia. A trent’anni dalla prima rappresentazione la forza e l’attualità di quest’opera sono più che mai evidenti. Nulla sembra essere cambiato. Si finge una parità, una normalità, ma le conquiste delle donne e il rapporto con l’altro, sono sempre al limite. La commedia, un’ora e dieci di puro divertimento, è una sorta di vaudeville sulla liberalizzazione della vita coniugale degno del miglior Feydeau, al quale l’ironia surreale di Fo sembra ispirarsi.
Dal 24 al 27 ottobre, “Vite da romanzo”, di e con Elena Bonelli, regia Stefano Reali. Un divertente, ma commovente, spaccato di vite umane che racconta un secolo di italianità, oltre che di romanità. Elena Bonelli porta in scena le vite rocambolesche di Anna Magnani e Gabriella Ferri, due icone di Roma, donne straordinarie e artiste immense, mettendo a confronto le loro storie ed i loro sentimenti, in prosa e musica, attraverso le loro canzoni, le loro dichiarazioni provocatorie, i loro conflitti. Due donne incredibili, amate in Italia e all’estero, due artiste che vengono raccontate attraverso i loro grandi successi, ma anche e soprattutto le loro grandi sconfitte, gli amori, i tradimenti, la popolarità, la solitudine ed i tanti colpi di scena che hanno caratterizzato la vita di entrambe. Elena Bonelli, sul palco, è accompagnata dalla magica chitarra del M° Giandomenico Anellino e dal pianoforte di Stefano Reali, qui in veste anche di attore e regista.
Dal 29 ottobre al 3 novembre, “Le ultime lune”, di Furio Bordon, con Andrea Giordana, Galatea Ranzi, Luchino Giordana, regia Daniele Salvo. Un uomo nella sua stanza attende. Osserva. Ricorda. Sogna. E’ un uomo solo, stanco, privato del suo futuro. Un vecchio. Sogni, fantasie, ricordi, suggestioni, fantasmi del passato affollano la sua povera stanza dell’immaginario. La sua compagna, morta molti anni prima, è sempre al suo fianco e conversa assiduamente con lui, ogni giorno. In questa stanza vita e morte si toccano, presente e passato si sovrappongono: all’interno di queste mura, il tempo è relativo.
Il 4 e 5 novembre, “La buona novella”, di Fabrizio De Andrè, con Carlo Simoni e il Coro Polifonico Malatestiano di Fano. Regia Carlo Simoni. La voce di Fabrizio De André, a quasi vent’anni dalla sua scomparsa, continua ad essere attuale per la carica di denuncia sociale e il potere di far emergere verità scomode, a volte imbarazzanti. I suoi testi fanno conoscere le ragioni, le passioni, le contraddizioni sofferte, ma vissute con estrema dignità, del popolo degli emarginati, dei perdenti, ognuno però rivalutato per l’unicità del proprio destino. I testi de “La buona novella”, scritti da De André basandosi sui “vangeli apocrifi”, hanno per protagonisti uomini in carne ed ossa pieni di umanità. Faber fa parlare i derelitti, i diseredati che nella vita e nella morte di quell’Uomo hanno trovato una speranza.
Dal 7 al 17 novembre, “Il mercante di Venezia”, di William Shakespeare, con Mariano Rigillo, Romina Mondello, regia Giancarlo Marinelli. Nel “Mercante di Venezia” i temi affrontati sono quelli eternamente cari al Bardo: il conflitto tra generazioni; la bellezza che muore e che si riscatta ad un tempo, (sullo sfondo una Venezia divisa tra Thomas Mann e Giorgio Baffo); la giovinezza che deve fare i conti con le trasformazioni del tempo e della società, (la crisi della potenza economica e culturale lagunare, assorbita da un gioco festoso, metafora di una persistente primavera della vita che è “perenne amare i sensi e non pentirsi”, come direbbe Sandro Penna).A perpetuare una strada già solcata con successo, (il precedente “Mercante” da me diretto era interpretato dal grande Giorgio Albertazzi), si staglia l’eccellenza scenica di Mariano Rigillo nei panni di Shylock. Uno degli attori fondamentali nelle mie visioni che, di fatto, mi ha tenuto a battesimo, (Biennale Teatro Venezia 2007, “La sposa persiana”). Con lui, Romina Mondello nella principessa “terrestre” Porzia, e una nutrita schiera di giovani attori pieni di talento. “Nell’antico concerto che dice la rassegnata disperazione per la morte di un uomo, e forse d’una città, e forse anche di tutto ciò che è già vissuto abbastanza”. Questa la fine di “Anonimo Veneziano” di Giuseppe Berto. Ecco; il mio “Mercante” comincia così (Giancarlo Marinelli).
Dal 19 al 24 novembre, “Uno sguardo dal ponte”, di Arthur Miller, traduzione di Masolino D’Amico, con Sebastiano Somma, regia Enrico Maria La Manna.Uno sguardo dal ponte, scritto da Arthur Miller nel 1955 e considerato tra i più importanti testi della drammaturgia americana del Novecento, riprende realisticamente una delle pagine più drammatiche del sogno americano vissuto da milioni di italiani approdati in America, nella New York degli anni ’50, alla ricerca di un futuro migliore.Lo spettacolo messo in scena da Enrico Lamanna riprende il dramma interiore di Eddy Carbone (Sebastiano Somma), della sua famiglia e del suo sogno americano. L’amore che prova verso la giovane nipote non è altro che la proiezione della sua esigenza di proteggerne la purezza, la necessità di custodirla con la stessa cura di una ceramica preziosa. Un sogno da accarezzare al di là del ponte, sotto un cielo di stelle misto ad un mare dove si naufraga in una voglia di tenerezza.
Il 2 dicembre, “Caveman”, con Maurizio Colombi, regia Teo Teocoli. Continua in Italia il grande successo di Caveman, l’uomo delle caverne, il più famoso spettacolo sul rapporto di coppia a livello planetario. Si ride e ci si riconosce ma soprattutto si raccoglie un messaggio d’amore sulla coppia e sulla famiglia.
Dal 28 novembre all’8 dicembre, “Così è se vi pare”, di Luigi Pirandello, con Riccardo Polizzy Carbonelli, Marina Lorenzi, regia Francesco Giuffrè.
Il 22 e 23 dicembre, concerto di Natale con Amedeo Minghi.
Dal 26 al 29 dicembre, Abracadabra, la notte dei miracoli, i migliori artisti del panorama internazionale di Magia tornano al Teatro Ghione per un nuovo ed entusiasmante evento.
Dal 30 dicembre al 6 gennaio, “La cena dei cretini”, di Francis Veber, con Paolo Triestino, Nicola Pistoia, Simone Colombari, Roberto Della Casa,Loredana Piedimonte e Silvia Degrandi, regia Paolo Triestino e Nicola Pistoia. Un classico della commedia francese, un grande successo che da oltre vent’anni diverte, affascina ed emoziona le platee di tutto il mondo.
Dal 9 al 26 gennaio, “Il rompiballe”, di Francis Veber, traduzione Filippo Ottoni con Paolo Triestino, Nicola Pistoia, Simone Colombari, Antonio Conte, Loredana Piedimonte, Ariele Vincenti, regia Paolo Triestino e Nicola Pistoia. L’intreccio della commedia è travolgente: un aspirante suicida per amore ed un killer si trovano ad occupare due stanze comunicanti in un hotel, il primo per porre fine ai suoi giorni ed il secondo per porre fine ai giorni di qualcun altro dalla finestra della sua stanza. Ma il suo piano sarà sconvolto, appunto, dal “rompiballe” suicida. Attorno ai due protagonisti ruotano altre quattro figure magnificamente tratteggiate dall’autore.
Dal 28 gennaio al 2 febbraio, “Orgasmo e pregiudizio, di e con Fiona Bettanini e Diego Ruiz, regia Pino Ammendola e Nicola Pistoia. In concomitanza con il debutto dell’edizione inglese a Londra, torna, per festeggiare il ventennale dal suo primo debutto, lo spettacolo che è stato un vero fenomeno teatrale sia in Italia che all’estero. La commedia ha già fatto ridere migliaia di spettatori, curiosi di spiare questa coppia di amici, Fiona Bettanini e Diego Ruiz, che si ritrova a dover condividere il letto di un motel. Da quel letto non scenderanno mai, ma su quel letto affronteranno le loro più intime paure, le reciproche curiosità, le debolezze mai ammesse, e riusciranno a confessarsi segreti e tabù mai pronunciati prima.
Dal 4 al 9 febbraio, “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello, con Felice Della Corte, regia Claudio Boccaccini. Mentre gli attori della compagnia si organizzano per la prova, l’usciere del teatro annuncia l’arrivo di sei personaggi, i quali lo seguiranno con aria smarrita e perplessa, guardandosi intorno.
Dall’11 al 16 febbraio, Romeo e Giulietta di William Shakespeare, regia Selene Gandini, con: Agostina Magnosi, Federico Occhipinti, Fabrizio Raggi, Marta Nuti, Matteo Fiori, Francesco Buttironi, Caterina Gramaglia, Marco Usai, Elvira Scalzi, Luca Alfonsi, Marinella Giraldi, Filippo Lemma.Avventurarsi nel mondo Shakesperiano è un’impresa difficile. Non sappiamo mai davvero dove ci porterà la creazione di una scena perché il verso del “Grande Bardo” contiene strade differenti, a volte opposte, che noi di volta in volta interpretiamo come specchio della nostra vita, del nostro sguardo sul mondo e i suoi attori. Ci addentreremo in un’immaginaria gabbia che costringe i personaggi a vivere e sopravvivere; una prigione per uccelli di diversa specie, che si guardano, si cercano, si combattono, si amano e si uccidono. Ancora oggi assistiamo impotenti alle decisioni che il potere ha sulla vita delle persone ed è per questo che all’interno della compagnia di attori è stata scelta come protagonista un giovanissimo talento, un’attrice di 14 anni (l’età di Giulietta).Sarà lei a parlare ai suoi coetanei, al mondo degli adolescenti, che ancora oggi vive con dolore il fatto di non essere ascoltato, accettato, aiutato, ma si rivolgerà anche al pubblico degli adulti, che dovrebbe sentirsi responsabile della gabbia di cui a volte è artefice. Shakespeare ancora una volta ci da la possibilità di riflettere sui temi universali dell’uomo, del suo sentire e del suo agire e noi cercheremo di farlo al meglio delle nostre possibilità.
Dal 20 febbraio al 1 marzo, “Casa di frontiera”, con Francesco Procopio, Giovanni Allocca, Alessandra D’Ambrosio, Claudia G. Moretti. Scritto e diretto da Gianfelice Imparato. In un futuro indefinito l’Italia è divisa in due dalla secessione. A tutti i meridionali residenti al nord che non sono rientrati, per vari motivi, ai loro paesi d’origine entro i termini previsti dagli accordi secessionisti, vengono assegnati degli alloggi in “centri di raccolta e identità culturale”. In uno di questi centri, in una casa vicinissima alla rete che delimita il territorio abitato dai meridionali, si svolgono i fatti grotteschi, buffi o amari vissuti dai protagonisti.
Dal 5 al 15 marzo,”Otello”, di William Shakespeare, con Martino Duane, regia Giuseppe Miale Di Mauro.
Dal 17 al 22 marzo, “La vita che ti chiedi”, di Luigi Pirandello, regia Caterina Costantini, con Caterina Costantini, Lorenza Guerrieri, Lucia Ricalzone, Maddalena Rizzi, Carlo Ettorre e Maria Cristina Gionta, Vita Rosati. Questa tragedia, scritta da Pirandello nel 1923, è estremamente attuale e approfondisce con grande acutezza la complessità dei rapporti madre e figlio svelandone i lati più misteriosi.
Dal 24 al 29 marzo, “Aspettando Godot, di Samuel Beckett, con Antonio Salines, Luciano Virgilio, Edoardo Siravo, Fabrizio Bordignon, regia Maurizio Scaparro. Un titolo, Aspettando Godot, che nel linguaggio corrente è diventato pure un modo per esprimere con quel gerundio del verbo aspettare, che qualcosa o qualcuno tarderà a giungere, non che non arriverà mai e che in tanti si sono scervellati a indicarlo come Dio, il Destino, la Morte.
Dal 3 al 5 aprile, “Caligola, di Albert Camus, con Gennaro Duccilli e gli attori del Teatro della luce e dell’ombra, regia Gennaro Duccilli. Chi è Caligola? Il “mostro” che la letteratura e una certa storia ci hanno tramandato? L’imperatore romano che Svetonio nel suo “Vite dei Cesari” dipinge come folle e sanguinario? Un tiranno che, in preda ad una narcisistica smania di potere, fece senatore il suo cavallo per sottolineare il totale disprezzo nei confronti del senato? O Caligola è, invece, un personaggio visionario che, irrimediabilmente segnato dalla morte della adorata sorella amante Drusilla, si tortura nella ricerca dell’Impossibile cadendo in un gorgo di disperazione e crudeltà? Caligola è, forse, un po’ tutto questo ma anche, e sicuramente, molto di più.
Dal 14 al 19 aprile, “12 baci sulla bocca”, di Mario Gelardi, con Francesco Di Leva, Ivan Castiglione, Andrea Vellotti, regia Giuseppe Miale Di Mauro. Anni 70, sullo sfondo della provincia soffocante e a volte disorientante di Napoli si consuma l’incontro-scontro tra Emilio, lavapiatti dai modi e dal linguaggio diretto, e Massimo, fratello del proprietario di un ristorante, sposato con una donna. Una vicenda che parte dalla periferia della nostra terra, dove il tempo sembra essersi fermato, dove, al di là di un finto progressismo, ci sono ancora leggi sociali antiche. Un’atmosfera sudata, che ha l’eco della musica popolare degli anni settanta, che vive di squarci di luce, sul nero dei giorni e di quelle vite».
Dal 24 al 26 aprile, “Lucio incontra Lucio”, di Liberato Santarpino,con Sebastiano Somma e Martucci ensemble e vocal, regia Sebastiano Somma. “Lucio incontra Lucio” è un progetto musicale che si ispira ad uno dei capitoli più belli della storia cantautorale italiana: le vite di Lucio Dalla e Lucio Battisti. Scritto da Liberato Santarpino e diretto da Sebastiano Somma, lo spettacolo, di grande impatto emotivo e musicale, mette in scena un’originale lettura della vita dei due grandi cantautori italiani. Due uomini accomunati dalla stessa passione per la musica, due uomini nati a distanza di dodici ore – 4 marzo 1943 Lucio Dalla e 5 marzo 1943 Lucio Battisti – e che oggi rappresentano un’icona tutta italiana.
Dal 5 al 10 maggio, “Minchia signor tenente”, con Antonio Grosso, Ivan Castiglione, Andrea Vellotti, regia Nicola Pistoia.Minchia Signor tenente è la commedia cult degli ultimi 8 anni, si parla di mafia ma in maniera totalmente comica e originale, si ride tanto e alla fine si riflette. Minchia signor tenete ha vinto anche il premio Cerami (come miglio drammaturgia contemporanea) e sullo stesso spettacolo è stata scritta una tesi di laurea dal titolo “Il teatro come strumento educativo per la promozione della legalità”.
Dal 12 al 17 maggio, “Uomo tra gli uomini”, musical sulla vita di Papa Wojtyla di Sabrina Moranti, con Antonio Catania, Antonio Melissa, regia Giancarlo Fares. Roma, Piazza San Pietro 2 Aprile 2005: Giovanni Paolo II muore. Un gruppo di amici, i cui genitori avevano vissuto a fianco del Papa allora professore e sacerdote in Polonia, si ritrovano la sera della veglia funebre. Un salottino e un album di vecchie foto riannodano antiche amicizie e suscitano in essi il desiderio di raccontarsi. Attraverso il canto, le coreografie e la narrazione poetica e a tratti commovente, si snodano i racconti delle loro vite ordinarie divenute straordinarie realizzando, sull’esempio del Papa, “ l’Impossibile”.
Dal 22 al 24 maggio, “Amami Alfredo”, le colonne sonore dei film più amati di sempre. Il concerto è un omaggio alle colonne sonore più amate che hanno contribuito a rendere immortali i capolavori del cinema mondiale. Sul palco Giandomenico Anellino, il pianista Luca Perroni e due straordinari interpreti dei brani cantati più amati del cinema italiano ed internazionale. Brani singoli ed emozionanti medley, guideranno gli spettatori in un viaggio ricco di suggestioni e ricordi legati anche alle immagini dei film che scorreranno sul grande schermo. La voci soliste saranno quelle di Benedetta Bianchi e Massimo Bertacci che interpreteranno brani come “La vita è bella”, “Giù la testa”, “La bella e la bestia”. Ospite della serata Assia Cuomo che eseguira’ insieme a Giandomenico Anellino e al pianista Luca Perroni, il brano “Over the Raimbow” tratto dal film “Il mago di Oz”. Un omaggio ai grandi maestri del cinema come: Ennio Morricone, Luis Bacalov, Stelvio Cipriani, John Williams, Charlie Chaplin, Burt Bacharach e tanti altri.
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Teatro Ghione
via delle Fornaci, 37 – Roma
Info: 06 6372294
www.teatroghione.it