Giunge alla sua quindicesima edizione il Festival Opera Prima, storicamente diretto dal Teatro del Lemming e rilanciato lo scorso anno dopo quasi dieci anni di vuoto dall’ass. Festival Opera Prima.
Opera Prima, che quest’anno sarà dal 12 al 15 settembre, è un festival dedicato a tutto quel teatro che esplora e ricerca nuovi linguaggi. È poi un Festival, come afferma il nome stesso, dedicato alle nuove creatività giovanili. Così come nella sua vocazione originaria, il Festival si propone anche come luogo di incontro, confronto, dialogo, scontro di idee, pensieri, pratiche, generazioni. Ed il Festival vuole essere, proprio a partire da questa sua nuova rinascita, un ponte fra le generazioni. In un mondo che riduce anche l‘arte ad un puro attimo irrelato, senza storia né memoria, sentiamo la necessità di costruire uno spazio nel quale artisti di diverse generazioni, maestri e allievi, artisti affermati e nuovi talenti, si incontrino, riflettano, in bilico fra eredità e tradimento.
Anche quest‘anno, così come nell’edizione precedente, il Festival ha invitato quattro gruppi provenienti da diverse generazioni ad essere presenti con un proprio spettacolo. A ciascuno è stato chiesto poi di segnalare una rosa di nomi tra cui individuare un giovane gruppo da invitare. In questo modo ogni gruppo storico si fa responsabile dell‘invito al Festival di un giovane gruppo.
Il Festival ha indetto poi un Bando d‘invito alla partecipazione rivolto a giovani artisti o formazioni italiane ed internazionali: attraverso questa call sono stati individuati altre quattro realtà.
I gruppi storici presenti quest’anno sono: Teatro del Lemming, Teatro delle Ariette, Michela Lucenti/Balletto Civile, Teatro Valdoca/Mariangela Gualtieri. Si tratta di artisti, Lemming a parte ovviamente, che ritornano ad Opera Prima dopo molti anni. Ognuno è presente con un lavoro che ne fotografa alcuni aspetti poetici fondanti. Fra le segnalazioni di questi gruppi abbiamo scelto di invitare: Welcome Project (che torna a presentare la sua opera finita dopo la presentazione lo scorso anno in forma di Studio); Caroline Baglioni; Filippo Porro/Simone Zambelli; Arianna Aragno e Rossella Guidotti/Daniele Cannella.
Dal Bando Opera Prima, a cui hanno partecipato oltre 500 compagnie, abbiamo selezionato alcune interessantissime realtà internazionali. Così accanto all’attore romano Bernardo Casertano, unico italiano in questa sezione, sono presenti: la compagnia della coreografa anglo-israeliana Rachel Erdos, la Compagnia del coreografo svizzero-americano Joshua Monten (entrambi in prima nazionale); e il Collettivo Treppenwitz, giovanissima compagnia italo-svizzera.
Integrano il programma del Festival altre proposte. Due provengono dalla scena internazionale: quella di Norberto Presta, storico artista argentino da molti anni in Italia, che persegue un suo interessante quanto del tutto sommerso percorso di “teatro nelle case” e il gruppo polacco Teatr A Part che torna in Italia con una delle sue più recenti produzioni. Sarà presente poi in tutti i giorni del Festival Scarlattine Teatro con un Amleto “one to one”: un attore per uno spettatore.
L’idea di un coinvolgimento attivo dello spettatore, che è una delle cifre storiche del Festival, attraversa
come una linea rossa molte proposte del Festival, e si attualizza anche nella proposizione della Nelken Line di Pina Bausch (condotta qui da Marigia Maggipinto) promossa in tutto il mondo dalla Pina Bausch Foundation come omaggio a dieci anni dalla scomparsa della grande artista tedesca. La call è aperta a tutti e non prevede, per chi partecipa, alcuna preparazione teatrale ma solo la voglia di mettersi in gioco.
Sempre aperto alla contaminazione e al coinvolgimento dello spettatore è il concerto di musiche e danze proposto dal gruppo locale Progetto Bo.Ro.Fra. Così come il progetto MOMEC, produzione del Festival, che si muove, nel solco dello scorso anno, proprio nel tentativo di sollecitare una memoria partecipata, la creazione di uno spazio di ricordi condivisi.
Inoltre, gli artisti coinvolti nella giornata presentano al prefestival il proprio lavoro ogni mattina al pubblico della città; così come ogni serata si chiuderà nel dopofestival con un concerto, pensato come un momento di incontro conviviale e di festa.
Afferma, infine, il coordinatore artistico Massimo Munaro “Il Festival è, come sempre, dedicato alla memoria di Martino Ferrari e di Roberto Domeneghetti. Martino è stato uno dei fondatori del Lemming e ha firmato, da solo e insieme a me, le prime regie del gruppo. Nell‘ottobre 1993, mentre sorvolava in aereo, giovane ricercatore dell’Università di Ferrara, un sito archeologico ad Isernia, l’aereo su cui stava, cadde. Roberto è stato, fino alla sua prematura scomparsa avvenuta nel gennaio 2003, uno dei più importanti protagonisti dell’attività del Lemming e di Opera Prima, oltre che il mio più stretto collaboratore. Il teatro è sempre un’impresa collettiva, tanto più lo è la realizzazione di un Festival che non potrebbe nascere se non con una partecipazione multipla e condivisa. Il teatro, per me, e così un Festival, nasce e si realizza sempre come luogo della relazione e dell’incontro. Oltre che dell’impermanenza. Si getta in un’ora di spettacolo tutta l’energia possibile perché lo si vorrebbe immortale. Si vorrebbe essere sempre degni di memoria. Così non posso che sperare che la memoria di Martino e Roberto continui ad illuminare sempre le prossime nostre avventure.”