Nella classe di Pearl arriva una nuova compagna: Matilda. Il primo giorno di scuola la accompagna il padre, e le due bambine fanno subito amicizia. Matilda è capace di correre super veloce, di arrampicarsi sui rami più alti e saltare nelle pozzanghere. Anche il secondo giorno la accompagna il padre, ma “c’è qualcosa che non torna: questo papà non è lo stesso di ieri”. Inizia così il divertente picture book “La bambina con due papà”, scritto e illustrato dalla fumettista inglese Mel Elliott (con la traduzione di Valentina Deiana). A pubblicarlo è la De Agostini, che non ha certo bisogno di presentazioni: un gruppo editoriale di caratura internazionale (dai libri alla televisione, dal cinema al “collezionabile”, dall’editoria scolastica ai nuovi media), operante in 30 Paesi con pubblicazioni in 13 lingue. E con un catalogo di opere rivolte a bambini e ragazzi che annovera ben 1.200 titoli.
In tanta abbondanza, dunque, scegliere cosa presentare non è facile. Ma “La bambina con due papà” è particolarmente meritevole di attenzione non solo perché affronta il tema delle famiglie arcobaleno che in Italia è ancora largamente tabuizzato, ma perché ci dice una banale verità: anche la famiglia con due papà è “noiosa” come la nostra. Pearl viene invitata a cena da Matilda: si aspetta di divertirsi tantissimo, di rimpinzarsi di torte e caramelle, di poter saltare sul letto insieme all’amica per tutto il tempo che vuole. Nulla di tutto questo: il cibo “è lo stesso che mangia a casa sua”, e quando le bambine iniziano a saltare sul letto “i papà di Matilda dicono loro di giocare tranquille in camera”. Tornata a casa, allora, Pearl confiderà alla mamma che i due genitori della sua nuova amica “sono davvero noiosi, proprio come te e papà”.
Il volume è un piccolo capolavoro di ironia e delicatezza: il testo è essenziale e precisissimo, la grafica è semplice e molto colorata. “Mi ero accorta che anche nel mio quartiere e nella scuola frequentata da mia figlia le famiglie formate da genitori dello stesso sesso erano in aumento”, ha spiegato l’autrice in una recente intervista: “Ho pensato che i libri per i bambini fossero un modo bello e diretto per far entrare questo tema nella loro testa senza che vi dessero un’importanza esagerata e senza troppi discorsoni a riguardo”. L’obiettivo è sicuramente centrato: nella sua immediatezza di bambina Pearl guarda la famiglia di Matilda senza alcun preconcetto, potendo così coglierne l’assoluta “normalità”. Questa normalità è il lato comico della storia, un racconto che nello stesso tempo ci dice che è l’amore che fa una famiglia, e l’amore è uguale per tutti.
Una bambina altrettanto curiosa è Ada Marie, un’adorabile ragazzina afroamericana. Per i primi tre anni non dice una parola, “si guarda attorno e osserva il mondo”. Poi, d’improvviso, diventa un fiume in piena. “Perché fa tic e perché fa tac? Perché lo chiamiamo cucù se fa tic tac? Perché ci sono cosine appuntite sulle rose? Perché le tue narici sono pelose?”: una domanda appresso all’altra, con i genitori che non riescono a starle dietro. “Ada la scienziata” è un intelligente e delizioso albo illustrato scritto dalla statunitense Andrea Beaty (biologa e informatica, poi rinomata autrice di libri per bambini) e disegnato dal londinese David Roberts. Un picture book che ha avuto un enorme successo: 350 mila copie vendute negli Stati Uniti nei primi mesi della pubblicazione, nominato “bestseller n. 1” da New York Times, National Indie, Wall Street Journal, Usa Today e Publishers Weekly.
Il libro rende omaggio a due grandi donne, cui dobbiamo rivelazioni grandiose: il Premio Nobel Marie Curie (scoprì il polonio e il radio, e il suo lavoro condusse all’invenzione dei raggi X) e l’inglese Ada Lovelace (matematica e prima vera programmatrice di computer). Ed è appunto una sorta di celebrazione della passione per la scienza, della perseveranza e della determinazione, della fame di sapere, di quella curiosità che conduce a farsi domande le cui risposte portano a nuove e impreviste domande. La piccola Ada Marie sente un puzzo in casa e si lancia alla ricerca della fonte: è la zuppa di papà? è il gatto? Fa esperimenti artigianali che irrimediabilmente falliscono, traccia ipotesi su ipotesi: “Più Ada pensava, più a fondo scavava. Scarabocchiò le domande e col dito sul mento si tamburellava”.
La ragazzina non riuscirà a trovare la fonte di quel puzzo terribile: o meglio, non ancora, perché l’albo si chiude con la “scienziata nata” alle prese con un nuovo ennesimo esperimento in cui ha coinvolto tutti i suoi compagni di classe. Il libro ha illustrazioni molto curate e piene di dettagli curiosi (nella scena in cui Ada Marie sta sperimentando un profumo, ad esempio, compaiono alcune bottiglie molto famose, come quelle a forma di gatto dell’essenza Purr di Katy Perry), mentre il testo è tutto piacevolmente in rima. Da segnalare, infine, che la casa editrice pubblica anche altri due bellissimi albi illustrati della coppia Beaty-Roberts, “Iggy Peck, l’architetto” e “Rosie Revere, l’ingegnera”, che compongono una trilogia che non può mancare nella nostra biblioteca.