La stagione di opera 2018/19 del Teatro dell’Opera di Roma si conclude all’insegna della contemporaneità con la prima assoluta di Un romano a Marte, spettacolo su musica del giovane compositore Vittorio Montalti, su libretto di Giuliano Compagno in scena al Teatro Nazionale, dal 22 al 24 novembre a Roma.
Vincitore nel 2013/2014 del Concorso per giovani compositori, bandito dal Teatro dell’Opera di Roma per valorizzare e portare in scena nuovi autori contemporanei con titoli mai rappresentati ed ispirati alla città di Roma, Un romano a Marte vedrà la presenza sul podio di John Axelrod e la regia di Fabio Cherstich dopo i lavori realizzati per OperaCamion.
Un romano a Marte nasce sulla scia di Un marziano a Roma, breve racconto del 1954 di Ennio Flaiano che raccontate il surreale e imprevisto atterraggio a Roma, a Villa Borghese, di una aeronave da cui sbarcava Kunt, proveniente da Marte. La versione teatrale del racconto, portata in scena da Vittorio Gassman nel 1960 fu un clamoroso fiasco e Un romano a Marte prende spunto proprio da qui creando bizzarre sovrapposizioni di spazi temporali nell’omaggio a Roma.
“Scrivendo Un romano a Marte – spiega il librettista Giuliano Compagno – ho espresso un desiderio: che a Ennio Flaiano venissero riconosciute l’evidenza di una letteratura propizia e l’intimità di un’ironia dolente. Il progetto nasce dalla richiesta di un’idea per partecipare a un concorso internazionale importante ispirato a Roma e l’idea nasce da un ingorgo che sto vivendo per andare a casa di Vittorio Montalti quando mi viene in mente una frase famosa di Ennio Flaiano, “Oggi un ingorgo a Roma ha reso difficili molto adulteri”. E allora mi ritorna in mente il fatto che Un marziano a Roma era stato protagonista di un flop clamoroso proprio il 23 novembre del 1960”.
Proprio nello stesso periodo Un romano a Marte sarà in scena al Teatro Nazionale.
“Ovviamente quando scrivo la partitura immagino già quello che accadrà sulla scena e vedere quello su cui hai lavorato per mesi e mesi che viene montato e prende forma sulla scena è molto emozionante – spiega il giovane, giovanissimo compositore Vittorio Montalti, impegnato nella sperimentazione fra elettronica e lirica – in un mese, quello che hai immaginato per anni, prende forma. Non è la mia prima produzione d’opera, ma ogni volta è sempre emozionante”.
Omaggio alla città di Roma ispirata a Ennio Flaiano, la partitura di Montalti unisce “linee cantate, frammenti di testi, suoni elettronici e l’orchestra che avvolge il tutto” coinvolgendo mondi differenti.
Mi piace scrivere un’opera – prosegue Montalti – quando riesco a usare tanti mezzi differenti, così da porre la musica in comunicazione tra mondi apparentemente diversi e distanti tra loro. Da qui è nato il mio sodalizio con Giuliano Compagno sui cui libretti ho già firmato quattro opere. Un romano a Marte rappresenta un omaggio forte a Roma, alla sua storia e alla sua cultura, e il riferimento saliente è stato dedicato a Ennio Flaiano”.
La regia di questa prima assoluta è affidata a Fabio Cherstich che si è già cimentato nei lavori di riduzione e adattamento di OperaCamion, da Il Barbiere di Siviglia al Don Giovanni, e si trova a creare uno sguardo per Roma attraverso “materiali d’archivio filtrati attraverso un occhio artistico e poetico che è quello di Gianluigi Toccafondo impegnato nelle scene, costumi e video”.
“Chi è questo marziano? È una domanda a cui è necessario rispondere – conferma Cherstich – non solo con la musica e con il libretto, ma anche con la forma scenica. In questo nostro divertimento con Flaiano e su Flaiano, il nostro marziano è un visitatore è che arriva dall’alto all’interno di una situazione catastrofica e che per il librettista è il motivo scatenante dell’opera”.
Un’opera di stampo quasi metateatrale dove passato e presente si fondono, ma dove si scontrano anche le anime di Milano e di Roma e dove l’occhio marziano prende forma attraverso le animazioni di Toccafondo e lo sguardo del marziano Kunt per un ritratto inedito di uno scrittore europeo originale e libero.
Il libretto di Montalti nasce sulla scia di un celebre infortunio teatrale del 23 novembre del 1960 quando debuttò al Teatro Lirico di Milano Un marziano a Roma, tratto dall’omonimo racconto di Ennio Flaiano.
“Fu una catastrofe. A partire da questa catastrofe per librettista e musicista si scatena questa rivoluzione di personaggi in scena che sono Ilaria Occhini ed Ennio Flaiano che solo grazie al marziano non solo riescono a superare l’insuccesso e il trauma della première – prosegue Cherstich – ma vengono anche accompagnati in un viaggio nel tempo in cui si ritrovano nella Roma contemporanea ad allestire un’opera che poi è la stessa che noi stiamo allestendo su Ennio Flaiano e sul suo Marziano a Roma”.
Sulla scena ecco anche materializzarsi il viaggio di Ilaria Occhini interpretata dal soprano Rafaela Albuquerque, Ennio Flaiano interpretato dal tenore Domingo Pellicola insieme al marziano Kunt – il baritono Timofei Baranov, tutti e tre artisti dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma che hanno spesso preso parte alla stagione del Costanzi, accompagnati dal Critico – Gabriele Portoghese nel ruolo di un narratore di una Roma e Valeria Almerighi (Caterina Martinelli) e di un’Italia che cambia ed è cambiata.
“Per me cogliere le intenzioni del compositore è molto importante – spiega il direttore d’orchestra, lo statunitense John Axelrod, già sul podio del Costanzi per Ascesa e caduta di Mahagonny di Weill / Brecht nel 2015 – ma è un po’ improvvisazione. Alla fine si trova una posizione e una vera idea e diventa esperienza per tutti i sensi per gli occhi e le orecchie, per il cuore”.
Dopo l’anteprima giovani del 21 novembre alle 19 riservata ai minori di 26 anni, Un romano a Marte debutta venerdì 22 novembre (alle 20) e replica sabato 23 novembre (alle 18) e domenica 24 novembre (alle 16.30). Info su www.operaroma.it.