di Michael Frayn
traduzione Filippo Ottoni
regia Valerio Binasco
con:
Milvia Marigliano –Dotty Otley/Sig.ra Clackett
Andrea Di Casa –Garry Lejeune/Roger Tramplemain
Francesca Agostini –Brooke Ashton/Vicki
Nicola Pannelli –Frederick Fellowes/Philip Brent/Uno sceicco
Elena Gigliotti –Belinda Blair/Flavia Brent
Fabrizio Contri –Selsdon Mowbray/Uno scassinatore
Valerio Binasco –Lloyd Dallas, regista
Ivan Zerbinati –Tim Allgood, direttore di scena
Giordana Faggiano –Poppy Norton Taylor, assistente
scene Margherita Palli
costumi Sandra Cardini
luci Pasquale Mari
produzione Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale
con il sostegno di Fondazione CRT
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Il sipario è aperto.
Il pubblico vede gli attori avvicendarsi sul palco ma non sembra stiano recitando.
Si abbassano le luci e il Teatro Rossetti di Trieste diviene silenzioso spettatore di una prova generale di una compagnia alquanto sgangherata. Il regista da’ indicazioni agli attori dal fondo della platea. Cerca di placare paure e inadempienze, si avvicina, sale sul palco, si relaziona con i membri del suo team di lavoro. Di qui partono una sequenza di ingranaggi che porteranno il pubblico a vivere tre ore di sano divertimento mediante una comicità fatta di equivoci e movimenti. Gli atti dello spettacolo sono ordinati secondo un climax di comicità a ritmo serrato sempre crescente. La brillante commedia, che ha avuto il suo debutto a Londra nel 1982, da subito riscuote un grande successo e diventata un cult internazionale tanto che, dieci anni dopo, esce una edizione cinematografica diretta da Peter Bogdanovich e interpretata tra gli altri dai bravissimi Michael Caine e Christopher Reeve.
Uno spettacolo molto complesso nella sua realizzazione, una compagnia – quella del Teatro Stabile di Torino – davvero capace, abile e preparata che si confronta con un testo per niente facile. Basata su equivoci esilaranti, la commedia ha la capacità di far riflettere, mediante la risata, su quanto possa essere complessa la coordinazione e la preparazione dietro le quinte, i differenti caratteri, le personalità che si contrappongono, le invidie, le rivalità, gli amori, eppure the show must go on.
Il confronto tra il backstage e la rappresentazione sul palco è uno straordinario esempio di metateatro. Nel curatissimo allestimento firmato da Valerio Binasco gli attori non si risparmiano neanche un momento e lo spettacolo mantiene una timbricità acuta e squillante. Nel primo atto si vede la compagnia alle prove generali; nel secondo gli spettatori hanno la possibilità di guardare quel che accade dietro le quinte di una replica e comprendere quanta finzione c’è nella grande macchina teatrale; nel terzo atto la prospettiva è di nuovo quella dell’inizio ma lo spettacolo risulta, dopo molte repliche e dissapori, abbastanza distante dal testo originale. Un ritmo sempre incalzante di battute e gesti porta, alla fine dello show, ad una scrosciante pioggia di meritati applausi.