Uno dei classici del repertorio di Twain physical dance theatre torna in scena a Roma venerdì 6 dicembre alle ore 21 presso Spazio Diamante: Romanza, trittico dell’intimità, con la coreografia di Loredana Parrella, che cura anche la regia dirigendo due straordinari interpreti come Elisa Melis e Yoris Petrillo.
Energici, rapidi e leggeri nell’utilizzo delle tecniche di contact improvisation, così come nelle sequenze di floorwork attraverso le quali i due performer sembrano costruire e modellare lo spazio circostante, suscitando di volta in volta circostanze e sensazioni diverse con un’intensità interpretativa quasi magnetica. Insignito nel 2011 del Primo Premio alla Miglior Coreografia di CortoinDanza, Romanza, trittico dell’intimità è un percorso che come un antidoto si scioglie nel nostro tempo miserabile per ridare vita alla pulsione sopita della passione, dove Amore e Sofferenza diventano emozioni che si esprimono attraverso le fragili leggi dei nostri corpi.
Energici, rapidi e leggeri nell’utilizzo delle tecniche di contact improvisation, così come nelle sequenze di floorwork attraverso le quali i due performer sembrano costruire e modellare lo spazio circostante, suscitando di volta in volta circostanze e sensazioni diverse con un’intensità interpretativa quasi magnetica. Insignito nel 2011 del Primo Premio alla Miglior Coreografia di CortoinDanza, Romanza, trittico dell’intimità è un percorso che come un antidoto si scioglie nel nostro tempo miserabile per ridare vita alla pulsione sopita della passione, dove Amore e Sofferenza diventano emozioni che si esprimono attraverso le fragili leggi dei nostri corpi.
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Angeli e Insetti
Eugenia è angelo. Eugenia è insetto. Eugenia è fascino. Eugenia è passione. Eugenia è farfalla. Eugenia è parassita. Eugenia è bellezza. Eugenia è donna.
Liberamente ispirato al racconto “Morpho Eugenia”, di Antonia S.Byatt, Angeli e Insetti è uno studio sul sentimento dell’amore attraversato da passioni violente. Dalla contrastata esperienza di William e di Eugenia, giovani protagonisti del racconto, che si trovano a passare dal sogno di un amore, all’apparenza perfetto, al dramma della scoperta di un terribile segreto che grava sul cuore di lei come un peso da cui non può liberarsi. Lui riuscirà, grazie ai suoi studi di entomologia, a comprendere quell’essere, così perfetto solo in apparenza, comparando i suoi comportamenti a quelli di alcuni insetti. Nell’attimo in cui le cose sono e non sono più, si realizza una grande riflessione: quanto più ciò che amiamo ci sfugge, tanto più la reazione è di viverlo con pienezza di forze. Una pienezza che è comparabile alla più grande emozione, l’intimità che si raggiunge con la propria morte, inaccessibile nel tempo della normalità.
“Noi siamo le api dell’Invisibile. Noi raccogliamo perdutamente il miele del visibile per accumularlo nella grande arnia d’oro dell’ Invisibile”.
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Riflesso
“Riflesso” un abito da sposa per riportare in vita una donna attraverso il desiderio di un uomo.
La scelta dello Stabat Mater di Pergolesi per sottolineare il destino ineluttabile dell’ unione che non potrà mai essere eterna. Quando ci amiamo pensiamo che sarà per sempre ma la realtà ci contraddice.
L’unica salvezza è liberarsi dalle illusioni e ritrovare quella forza che stana i nostri fantasmi costretti nel passato dentro vestiti vuoti.
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Féroce présence
“Non c’è niente di permanente in questo mondo malvagio, neanche i nostri dispiaceri.”
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Charlie Chaplin
L’esigenza di non ridurre il dolore ad un puro e semplice sintomo ma piuttosto di riuscire a dar voce a ciò che in esso è muto, è l’anima di Féroce présence. Un percorso “drammatico” che necessita solo di azione e di un linguaggio immediato per esprimere la perdita irrevocabile di quei corpi che restano vivi dentro noi stessi. Un ritratto strutturale che tenta di parlare da dentro, dal punto di massima profondità, dall’abisso delle carni e nient’altro.
“Come vampate di frammenti dolorosi
che zampillano dai corpi
e che come le grandi inondazioni
travolgono tutto ciò che trovano
si manifesta dentro di me
la feroce presenza dell’Assenza.”
Loredana Parrella