Sul palco del Café Müller di Via Sacchi 18 a Torino, sabato 18 gennaio alle ore 21, una grande firma del teatro danza contemporaneo come Michela Lucenti porta in scena per la prima volta a Torino questa pièce liberamente tratta da “Il libro dell’inquietudine” di Fernando Pessoa intitolata Pezzo Orbitale, dedicato a chi cade. È pensato come un happening fisico, un esercizio di ascolto puro tra voce corpo e musica grazie anche alle composizioni estemporanee-elettroniche eseguite dal vivo da un musicista. Immaginiamo per un attimo di spostare tutta l’attenzione nella relazione con l’altro. Da qui parte la regia della performance fisica. Corpi impegnati, vigili, attenti nel compiere traiettorie, nel deviare il corso di un altro corpo. La soluzione finale avviene attraverso l’incontro. Che può sembrare uno scontro. Lo spazio viene usato per compiere orbite intorno ai corpi, e ognuno di questi diventa punto di riferimento e satellite. Il movimento diventa così orbitale, ellittico. I corpi diventano scenografia. Ma il disegno sembra sbagliato a un primo sguardo.
Del resto dove ci sono esseri umani esiste l’errore. La nostra parte variabile che rende il danzare imprevedibile. Però contemporaneamente ci rende unici. L’unicità di Michela che crea ispirazione e scivola e si attorciglia ai corpi. Poi all’improvviso il flusso e lo spirito creativo sembrano ripartire dai corpi dispersi, fino a quel momento assopiti, mossi da qualcosa di sconosciuto che si muove nell’imprevedibile, e l’equilibrio si fa spazio e il rotolare scomposto prende forma, si quieta. E’ l’imprevisto che interrompe il caos, riordina le cose e le mette in fila. L’ispirazione si materializza subitanea, ed impalpabile e effimera va ascoltata, lasciata fluire nel suo evolversi così pian piano prende il giro giusto, aumenta la velocità e diventa luce.
Dedicato a chi cade perché il nostro cadere sta alla base della variabilità, ci tiene al sicuro da un’omologazione imbarazzante. L’errore, l’incertezza ci rende unici. Non è una performance facile nella sua interpretazione visiva ma il fascino pervade il pubblico. La comprensione dei dettagli è affidata a Chiara Castellazzi, giornalista e critico di danza, che incontra gli artisti e si fa portavoce per gli spettatori.
Michela Lucenti incontra il lavoro della compagnia di Pina Bausch attraverso i suoi danzatori Beatrice Libonati e Jan Minarik. Frequenta la Scuola del Teatro Stabile di Genova e contemporaneamente incontra l’ultima fase del lavoro di ricerca di Jerzy Grotowski, attraverso gli insegnamenti di Thomas Richards. Nel 2003, fonda Balletto Civile, in collaborazione con Emanuele Braga, Maurizio Camilli, Francesco Gabrielli ed Emanuela Serra; progetto artistico nomade animato da una forte tensione etica. Balletto Civile è un collettivo nomade di performer, nasce nel 2003, fondato da Michela Lucenti in collaborazione con Emanuele Braga, Maurizio Camilli, Francesco Gabrielli ed Emanuela Serra. L’équipe si caratterizza per la ricerca di un linguaggio scenico “totale” privilegiando l’interazione tra teatro, danza e il canto dal vivo originale. Tra i vari riconoscimenti citiamo il Premio Hystrio, Premio ANCT, Premio Danza & Danza, Premio Roma Danza. La compagnia è ora in residenza al Teatro della Tosse Fondazione Luzzati di Genova.
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CREDITS
Ideazione, regia e coreografia: Michela Lucenti
Strings and Loops: Paolo Spaccamonti
Danzato e creato con: Alessandro Pallecchi, Ambra Chiarello, Loris De Luna Michela Lucenti, Maurizio Lucenti, Maurizio Camilli, Filippo Porro, Emanuela Serra, Giulia Spattini
Produzione: Balletto Civile e Fondazione Luzzati Teatro della Tosse