Nel corso dei secoli è stata usata in mille modi: trattamento sbiancante per i denti o per i tessuti, crema idratante e illuminante, lievito per il pane, antisettico e protettore dai gas velenosi (premendosi sul volto un fazzoletto imbevuto), inchiostro invisibile, agente di riduzione dello smog, antiparassitario e perfino preparato per la polvere da sparo. Questa sostanza miracolosa è l’urina, cui il giovane designer e illustratore ceco Jakub Plachý ha dedicato il volumetto “Mi scappa. Piccola enciclopedia della pipì”. Un “formato tascabile” davvero geniale, “un libricino – spiega l’autore – pieno di miti, fatti e mezze verità”, zeppo di bizzarrie e dati storici, di annotazioni divertenti, tante curiosità e buffe illustrazioni.
A darlo alle stampe è la casa editrice milanese Sonda, fondata nel 1988 da Paola Costanzo e Antonio Monaco. In 32 anni di attività ha pubblicato più di mille libri e sette riviste, collegati alle tematiche dei diritti animali, della responsabilità verso la natura e delle scelte alimentari (ormai celebre è la VegAgenda, la prima agenda italiana dedicata al mondo vegetariano e vegano), cui affianca anche libri di ricette green. Affronta, inoltre, le tematiche dell’educazione libertaria e creativa, dei diritti umani, civili e sociali. Particolarmente importante è la sezione di letteratura per bambini e ragazzi, lavorando sull’educazione civica ed ecologica delle nuove generazioni, coniugando attenzione alle illustrazioni, contenuti formativi e temi sempre nuovi.
“In tutti questi anni – ha spiegato il fondatore Antonio Monaco in una recente intervista – l’atteggiamento della casa editrice verso il mondo è rimasto sostanzialmente lo stesso: esplorare i nuovi stili di vita, cercare strade efficaci per praticare una vita etica, offrire strumenti critici per capire alcuni meccanismi di funzionamento del male e, infine, far gustare la bellezza della vita attraverso storie divertenti e ben scritte”. L’attenzione, adesso, è appuntata sul rinnovo di alcuni filoni e generi editoriali che la Sonda ha inventato o messo a punto negli anni. “L’impegno sociale e ambientale – aggiunge l’editore – oggi si esprime nella volontà di suonare un allarme sull’urgenza di alcune questioni: il cambiamento climatico, la sovrappopolazione, la riduzione della biodiversità, la rinascita di forme gravi di razzismo e intolleranza, la negazione o riduzione dei diritti delle minoranze, l’intensificazione dello sfruttamento animale e vegetale”.
Un libro geniale, così dicevamo di “Mi scappa. Piccola enciclopedia della pipì” dell’autore ceco Jakub Plachý. Il volumetto, tutto colorato con un inconfondibile “giallo paglierino”, è diviso in più capitoli. Si inizia con “cosa vuol dire fare pipì” (esilaranti sono le pagine dedicate alle frasi usate per dire che vogliamo “svuotare la vescica”), per proseguire con “cos’è la pipì”, dove in modo spassoso vengono offerte anche alcune informazioni scientifiche. Ricche di stranezze e spigolature sono le parti dedicate agli utilizzi e alla storia della pipì. Un esempio? Il record del mondo di “gettito” è stato stabilito nel dicembre 2008 in Nebraska da Kyle Schroeder, che ha urinato a una distanza di ben 5 metri e 56 centimetri. Chiudono la piccola enciclopedia le pagine sui “mille modi di fare pipì”: qui l’autore, in conclusione, afferma con decisione che “pisciare controvento è la forma più estrema di fare pipì che ci sia”.
La seconda opera che presentiamo è “La città in fondo al mare” del noto giornalista sportivo Mauro Grimaldi (al suo esordio nel mondo della narrativa per ragazzi) e dell’illustratore e visualizer romano Spartaco Ripa (autore di disegni particolarmente espressivi e ricchi di dettagli, spaziando con maestria dalle tonalità più festose e colorate a quelle più cupe dei diversi momenti della storia). “Il racconto – argomenta Antonio Monaco – è ambientato nel Mar Mediterraneo e si rivolge ai ragazzi a partire dagli otto anni. Con delicatezza, ma anche con una tensione progressiva, fa scoprire e ricorda ad adulti e bambini che il ‘nostro’ mare oggi non è popolato solo dai pesci (sempre meno in realtà), ma da una popolazione di genti diverse per età, provenienza e convinzioni, costretta a fuggire dalla propria terra, scommettendo su un’accoglienza e una disponibilità che non hanno trovato riscontro”.
Una favola moderna e commovente, un inno alla convivenza e alla gentilezza. Grimaldi descrive un mondo dove si parla “una lingua universale fatta di gesti, sguardi, sorrisi e bollicine”, dove ci sono pesci-strade, balene-bus e squalo-taxi, i bambini vanno a scuola in groppa a cavallucci marini, tutte le domeniche si gioca il campionato di pesce-palla e appena inizia a fare buio si accendono le meduse luminose e tutti si mettono a suonare e ballare. È il mondo dove oggi risiedono tutti i migranti che scappavano dall’Africa “perché erano stanchi di piangere” e l’unica loro possibilità era “andare via, fuggire lontano”. Hanno attraversato deserti e strade polverose, finché hanno incontrato il mare: ma solcandolo “aggrappati a gusci di noce troppo piccoli”, negli abissi sono precipitati. E adesso sono tutti lì, appunto nella “città in fondo al mare”, dove “tutto è più semplice e dove c’è sempre un sorriso per loro”.