testo e regia Emanuele Aldrovandi
con Bruna Rossi e Giorgia Senesi
scene e grafiche CMP design
costumi Costanza Maramotti
luci Vincent Longuemare
suoni Riccardo Caspani
produzione Associazione Teatrale Autori Vivi, Teatro Elfo Puccini, ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione
in collaborazione con L’arboreto Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza Emilia-Romagna in collaborazione con Big Nose Productions con il sostegno di Centro di Residenza della Toscana (CapoTrave/Kilowatt e Armunia) con il sostengo di Fondazione I Teatri Reggio Emilia
prima nazionale
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Farfalle, testo di Emanuele Aldrovandi vincitore del Premio Hystrio 2015 e del Mario Fratti
Award 2016, dopo il fortunato debutto a New York, è in scena in Italia con la regia dello stesso autore che dirige Bruna Rossi e Giorgia Senesi in una coproduzione dell’Associazione Teatrale Autori Vivi. È una favola nera fra Milano, Palermo e New York,
un gioco divertente e crudele. Protagoniste due sorelle ormai lontane che raccontano la loro storia, due donne che interpretano tutti i personaggi della loro vita.
Emanuele Aldrovandi decide di cimentarsi con la scrittura di personaggi femminili complessi partendo da alcune novelle di Pirandello: in scena due sorelle, ciniche e poetiche, una bionda (Bruna Rossi) e una mora (Giorgia Senesi) e al centro il gioco che le ha unite (a turno, chi ha in mano il ciondolo a forma di farfalla può obbligare l’altra a fare qualsiasi cosa, pena la fine del gioco) fin da quando, piccolissime, sono state abbandonate prima dalla madre, morta suicida, e poi dal padre, fuggito all’estero con un’altra donna.
Aldrovandi, con tanta ironia, acutezza e una buona dose di realismo ‘magico’, racconta della crescita personale di due ragazze,‘povere orfane contemporanee’, e delle scelte di vita – bizzarre o banali, obbligate o inaspettate – che compiono. È così che acquisiscono una sempre maggiore consapevolezza di sé e finiscono per diventare molto diverse dalle ragazzine che erano. Il loro percorso è opposto, quasi complementare e il cambiamento che vivono le porta prima ad allontanarsi e poi a scontrarsi violentemente.
La bionda accetta, giovanissima, il “matrimonio combinato” con un 40enne ritardato ma molto ricco che le propone suo padre poiché le sembra “vintage” e un buon modo per “emanciparsi dal concetto di emancipazione” e diventa così moglie e madre. Poi vedova. Senza particolari rimpianti. Quando scopre che un tumore le lascerà solo sei mesi di vita decide di separarsi dai figli e partire per scoprire il mondo. La mora diventa una fotografa, gira il mondo, è libera e single, per 10 anni presa dalla sua vita non rivede la sorella, per poi ritornare al funerale del cognato, e alla vista dei nipoti, rendersi conto di avere bisogno di altro, di qualcosa di “suo”: così fa un figlio con la fecondazione assistita e smette di viaggiare per dedicarsi a lui. Continuerà a ritenere sbagliate le scelte di sua sorella.
Necessità dell’autore è riflettere sul valore dell’esperienza: la nostra cultura è fondata sull’idea che la conoscenza – scientifica, culturale, esperienziale e perfino emotiva – si possa diffondere o tramandare. Ma le esperienze che facciamo ci insegnano davvero qualcosa sulla vita, su noi stessi o sugli altri? E fino a che punto, quando cerchiamo di trasmettere alle persone che amiamo quello che pensiamo di aver imparato, facciamo loro del bene?
Le scene di CMP design, noto team di progettazione – per la prima volta al servizio di un progetto teatrale – traducono visivamente la logica geometrica della commedia: il contrasto dello spigolo, lo squadernarsi dello spazio solido fino all’apice del caos e della separazione. Intorno alle due donne gravitano altri personaggi (dal padre inaffidabile al medico opportunista) sempre in bilico fra l’avere una vita propria e l’essere proiezioni generate dal vortice del gioco in cui le due sorelle sono immerse.
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BIOGRAFIE
L’Associazione Teatrale Autori Vivi è stata fondata nel 2019 con l’obiettivo di mettere la
drammaturgia contemporanea al centro del processo produttivo teatrale. Farfalle è la prima produzione della compagnia, spettacolo co-prodotto con ERT e Elfo Puccini.
Emanuele Aldrovandi, autore e regista dello spettacolo, è uno dei giovani drammaturghi italiani più premiati e rappresentati. Ha vinto, fra gli altri, il Premio Riccione Pier Vittorio Tondelli, il Premio Pirandello e il Premio Hystrio. Ha scritto testi originali, adattamenti e traduzioni per alcuni dei principali teatri italiani e ha collaborato con vari festival e teatri internazionali. È uno degli autori selezionati da Fabulamundi Playwriting Europe e i suoi testi sono tradotti, messi in scena e pubblicati in inglese, tedesco, francese, spagnolo, polacco, ceco, sloveno e catalano. Si è occupato anche di progetti site-specific e installazioni museali. Insegna scrittura teatrale all’Accademia d’arte drammatica Paolo Grassi. Dal 2018 ha iniziato a lavorare anche come sceneggiatore e regista e il suo secondo cortometraggio, Un tipico nome da bambino povero, è stato presentato in concorso al Giffoni Film Festival, ha vinto il premio speciale a Gaeta Film Festival ed è stato selezionato ad “Alice nella città” all’interno del Festival del cinema di Roma.
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TOUR
28/29 marzo Napoli, Teatro NEST; 3 aprile Lugano, Teatro Foce; 4 aprile Cantù, Teatro San Teodoro; 18 aprile Firenze, Teatro delle donne; 2 maggio Imperia, Teatro dell’albero
TEATRO ELFO PUCCINI, sala Fassbinder, corso Buenos Aires 33, Milano – Mart/sab 21:00, dom 16:30 – Prezzi: intero € 33 / martedì posto unico € 22 / rid. giovani e anziani €17,50 / – Info e prenotazione: tel. 02.0066.0606 –.0606 – biglietteria@elfo.org