Il giovane August Zollinger, abbandonato il paese natale, prova tanti mestieri, e come impiegato della ferrovia su una linea sperduta si innamora dell’impiegata che ogni mattina al telefono gli dice “pronto?”, cui lui risponde “Son pronto”, per dire che è pronto al passaggio dell’unico treno; sulle variazioni minime di quel “pronto…son pronto”, si svolge tutta una storia d’amore, evanescente e appassionata, come mai in un libro si è letta. Così per sette lunghissimi anni il giovane Zollinger va in cerca del suo destino: fa con scrupolo il timbratore di carte in un ufficio comunale, fa il calzolaio, vive solitario nei boschi trovando conforto nella compagnia degli alberi, fino al miracolo, alla rivelazione. E divenendo infine stampatore, lo stampatore Zollinger, come aveva sognato fin da bambino.
La trascrizione per teatro di Roberto Abbiati è tratta dal libro dello scrittore madrileno Pablo d’Ors Le avventure dello stampatore Zollinger, un racconto tenero e ironico delle disavventure esistenziali di un giovane che ha una unica ambizione: fare lo stampatore nella città dove è nato.
“Voglio parlare della tipografia, voglio fare uno spettacolo sulla possibilità che si possa correggere e si può correggersi”.