Alla presenza del Sottosegretario di Stato al MIBACT On. Anna Laura Orrico e del Vicepresidente della Commissione Cultura del Senato On. Francesco Verducci. Si è svolto Giovedì 18 Giugno il Webinar, “Lo Spettacolo Urbano: Cultura di Comunità, Comunità per la Cultura” organizzato dall’ANAP – Associazione Nazionale Arti Performative, in collaborazione con FedItArt, ATF, I-Jazz e UNPLI.
L’incontro, che ha visto anche gli interventi del Direttore Generale dello Spettacolo dal Vivo Onofrio Cutaia, e in rappresentanza della Conferenza delle Regioni, dell’Assessore alla Cultura e Autonomia della Regione Lombardia Stefano Bruno Galli, è stato trasmesso in streaming sui canali @AgCult, @TeatriOnline, @Artiperformative, @UnioneProloco.
Si è trattato di un vero e proprio punto di svolta nel percorso di riconoscimento istituzionale dello “Spettacolo delle Città”, un settore multiforme che comprende teatro di strada, circo contemporaneo, teatro di figura, jazz e altri settori della musica, danza urbana e tante altre fenomenologie che vedono nello spazio pubblico il loro luogo di rappresentazione identitario, che cercano in piazza più che nelle sale il loro legame viscerale con il pubblico. Rispetto alle tradizionali arti della scena, non c’è nessuna subalternità artistica, come dimostra la qualità delle produzioni riconosciute ormai dalle avanguardie di tutta Europa. “C’è solo un enorme gap nel riconoscimento istituzionale di queste attività”, ha dichiarato il Presidente dell’ANAP Carlo Alberto Lanciotti nel suo intervento di apertura.
“Il Teatro di Strada ad esempio” ha affermato Lanciotti, “è stato riconosciuto da IPSOS-StageUp come la 9° attività culturale preferita dagli italiani, con un pubblico annuale di oltre 26 ML di spettatori che lo frequentano attraverso 200 festival disseminati sul territorio nazionale . Un settore che crea un indotto eccezionale per le comunità, eppure riceve oggi un sostegno pubblico dello 0,05% del Fondo Unico per lo Spettacolo. Le figure professionali hanno carattere di indipendenza e intermittenza ma l’attuale sistema normativo non riesce ad inquadrarle correttamente. Questi sono solo alcuni dei problemi che l’emergenza ha messo drammaticamente in luce: problemi non nuovi ma dovuti alle lacune delle politiche culturali pregresse”.
Piero Corbella, rappresentante dell’Associazione Teatri di Figura ha confermato che le stesse considerazioni valgono per burattinai, marionettisti e pupari, e di tutti quegli artisti che dalla tradizione si spingono oggi verso una ricerca teatrale innovativa, delineando i tratti di un teatro figurativo contemporaneo, ciò nondimeno restando artigiani – imprenditori – formatori in cerca di una collocazione specifica (e non generica) nel panorama delle figure professionali.
Gino Auriuso, Presidente di FedItArt ha chiesto ai rappresentanti istituzionali presenti all’incontro di prendere posizione rispetto alle emergenze che gli artisti italiani ravvisano, non tanto dall’inizio della pandemia, ma ormai da molti anni: la necessità di sburocratizzare il rapporto tra le attività dello spettacolo dal vivo e le istituzioni, nonché di riformare il FUS nel senso di una maggiore attenzione alle trasformazioni che hanno interessato il settore dello spettacolo negli ultimi decenni.
Ha chiuso gli interventi delle associazioni Corrado Beldì, presidente di I-Jazz, l’organismo che associa 70 Festival del Jazz italiani. “Un mondo, quello del Jazz” ha dichiarato Beldì “che ha bisogno di politiche di sistema e che vede ancora una carenza di investimento pubblico”.
Gli interventi dei rappresentanti istituzionali hanno immediatamente fatto seguito alle istanze degli operatori dello Spettacolo Urbano. Il Sottosegretario On. Orrico ha confermato l’importanza culturale e sociale dello Spettacolo Urbano, il quale riesce a radicarsi nel territorio decentrando l’offerta culturale. Il Sottosegretario ha poi rassicurato gli operatori sul fatto che è volontà di tutti, soprattutto del Ministro Franceschini, di riprendere il percorso del nuovo Codice dello Spettacolo e di conseguenza la riforma del FUS. Un percorso che, superata l’emergenza, ha bisogno di una fase di concertazione ampia con tutte le organizzazioni dello spettacolo dal vivo e in particolare dello spettacolo urbano.
Il Senatore Verducci ha aggiunto che “è necessario scrivere uno statuto delle professioni della cultura e dello spettacolo dal vivo. Dobbiamo poi riformare lo strumento cardine per il sostegno allo spettacolo dal vivo, ovvero il FUS, un sistema troppo chiuso che impedisce a troppe realtà di entrare. La scarsa attenzione che il teatro di strada e le altre forme dello spettacolo urbano hanno ricevuto fino ad oggi, è la dimostrazione che molte cose non funzionano”.
Sullo stesso tema è intervenuto l’Assessore alla Cultura della Regione Lombardia, Stefano Bruno Galli, in rappresentanza delle Regioni Italiane. “Il fantomatico algoritmo sul quale si regge il Fondo Unico per lo Spettacolo” ha dichiarato, deve essere riveduto e corretto. E’ una decisione che spetta al Mibact, già ne avevo parlato con l’ex ministro Bonisoli e l’ho ribadito a Franceschini. A mio parere, inoltre, il Fus andrebbe anche regionalizzato, cioè devono essere le Regioni ad avanzare le proprie istanze allo Stato”.
Gli interventi istituzionali sono stati chiusi dal Direttore Generale dello Spettacolo dal Vivo Onofrio “Ninni” Cutaia, il quale ha testimoniato gli enormi sforzi fatti dal Ministero per rispondere all’emergenza con misure che andassero a sostenere tutte le figure professionali, anche quelle meno conosciute dall’amministrazione pubblica, e tutte le attività economiche del comparto, anche quelle che non hanno accesso al FUS. Un punto di partenza per un nuovo censimento del settore, che dovrà necessariamente essere considerato anche dalle future politiche governative non emergenziali.
Le associazioni promotrici dell’incontro, soddisfatte dal positivo dialogo avviato, si sono date appuntamento ad un nuovo incontro nazionale in autunno, questa volta dal vivo. In vista della ripresa dei lavori sul Nuovo Codice dello Spettacolo, il dibattito sullo Spettacolo Urbano deve necessariamente essere proseguito assieme a tutti i livelli istituzionali.