Martedì 24 e mercoledì 25 gennaio 2012 (ore 10:30 e ore 16:00), presso il Teatro Area Nord di Napoli, Libera Scena Ensemble porta in scena lo spettacolo “LO SGUARDO OBLIQUO” di Lello Serao, liberamente ispirato a “La specie umana” di Robert Antelme e “Il dolore” di Marguerite Duras.
Il Giorno della Memoria si celebra nel ricordo degli orrori che segnarono il dominio nazi-fascista in Europa, E quasi sempre lo sguardo è orientato verso il popolo ebraico che di quegli orrori fu la vittima prescelta. Ma quei drammatici avvenimenti hanno avuto altre vittime; nell’Olocausto si sono intrecciati destini diversi, si sono mischiate storie e vissuti di uomini e donne che mai avrebbero immaginato l’orribile inferno in cui altri uomini li avrebbero condannati.
Robert Antelme, detenuto politico, trascorre otto mesi in un Lager senza camere a gas,, né forni, né esecuzioni di massa. L’angolo visuale è diverso da quello dei deportati ebrei, ma il dato di partenza è lo stesso: il bisogno vitale di raccontare e la difficoltà a mettere per iscritto l’inconcepibile.
Abbiamo scelto di raccontare l’orrore attraverso il libro di Antelme “La specie umana” perché in esso oltre all’attenzione ossessiva ai dettagli, vi è una visione minuta ma mai compiaciuta dell’orrore e della degradazione umana, figure nobili o abiette di compagni e aguzzini campite su uno sfondo di desolazione.
Antelme ha accesso a due tipi di sguardo: lo sguardo d’aquila di chi nei momenti di tregua riesce persino a vedere dall’alto la propria condizione avvilente e la geometria dei rapporti di forza, e poi lo sguardo del topo, ricacciato al fondo dello scoraggiamento e dell’annientamento fisico.
Alla fine quando non sembra più esserci rimedio alla morte dal tunnel si affaccia la luce e “…quello che so, è che non posso più camminare e cammino”. Ed è allora che si comprende che l’indistruttibilità della specie umana si può affermare solo dopo aver attraversato tutta quanta la linea d’aria del male.
Fa da contrappunto alla voce di Antelme quella di sua moglie, Marguerite Duras che, nel suo romanzo “Il Dolore”, racconta l’attesa che indurisce il viso e sconvolge l’anima, l’attesa di chi non si rassegna all’oblio e che nel momento del ritrovamento, in una Parigi dove sfilano in una strana coreografia patronesse e colonnelli, funzionari e politici corrotti, un ministero per il rimpatrio, i discorsi di de Gaulle, si affaccia “una forma sul divano” che lotta contro la morte.
Fra buoni e cattivi, giusti e ingiusti, vittime e carnefici, il male, o un tocco di grazia, si insinua a dispetto delle frontiere, sotto le apparenze.
In scena Lello Serao (che cura anche la regia), Paolo Cresta, Alessia Sirano, Antonio Buonanno, Ciro D’Errico, Olivia Caruso, Danila Ferrante, Franca Naccarato, Ilaria Vitale. Musiche dal vivo eseguite da Niko Mucci.
Info: tel. 081 19571331 – 081 5851096