Si apre venerdì 11 settembre, nella suggestiva ambientazione del Teatro Romano, la programmazione di teatro dell’Estate Teatrale Veronese, festival nato nel 1948 per volontà del Comune di Verona di rendere omaggio a William Shakespeare e sottolinearne il legame con la città scaligera, presente in Romeo e Giulietta, La Bisbetica domata e I due gentiluomini di Verona.
La programmazione legata al TEATRO si suddivide in due sezioni, FESTIVAL SHAKESPEARIANO, nucleo centrale del festival, con progetti inediti nei contenuti, centrati sulla riscrittura drammaturgica e, ovviamente, adeguati nei formati al post Covid e CLASSICHE PAROLE, dedicato ai temi della comunicazione a distanza. “Dal momento che quest’anno le norme del distanziamento sociale non ci consentono di mettere in scena i grandi allestimenti shakespeariani – precisa il nuovo direttore artistico Carlo Mangolini – abbiamo chiesto agli artisti invitati al festival di rivisitare alcuni testi, offrendo inedite chiavi di lettura a titoli simbolo del teatro di tutti di tempi. Romeo e Giulietta, Re Lear, Amleto e Macbeth tornano pertanto sul palco del Teatro Romano sotto una nuova luce grazie alle riscritture di Babilonia Teatri, Melania Mazzucco, Steven Berkoff con Fanny & Alexander. Ma anche grazie alle inaspettate interpretazioni di Ugo Pagliai con Paola Gassman, Vanessa Scalera, Chiara Francini con Andrea Argentieri e Sergio Rubini”.
Il festival shakespeariano si apre con l’attesissima prima nazionale, venerdì 11 settembre, per una coppia simbolo del teatro italiano come Ugo Pagliai e Paola Gassman, diretti da Babilonia Teatri, che stravolgono il mito di “Romeo e Giulietta” distillando dal testo shakespeariano, nella traduzione di Salvatore Quasimodo, i soli dialoghi tra i due innamorati e sovrapponendoli ad una sorta di autobiografia essenziale e quotidiana di due mostri sacri, espressione del miglior teatro di tradizione italiano. Dalle note di regia di Enrico Castellani e Valeria Raimondi: “Le scene in cui Romeo e Giulietta si incontrano e dialogano, isolate dal resto del testo, assurgono a vere e proprie icone di un amore totale e impossibile. Il fatto che a pronunciarle siano Paola Gassman e Ugo Pagliai, coppia da più di cinquant’anni, le rende commoventi e profonde. I continui riferimenti alla morte, alla fine, alla notte e alla tomba di cui Shakespeare punteggia l’intero testo qui assumono una veridicità che sconvolge e commuove, provoca un’emozione che ci spinge ad empatizzare con gli attori sulla scena. Lo spettacolo si concentra completamente sui protagonisti della vicenda, mette da parte tutto il contorno: la guerra tra le rispettive famiglie, gli amici di Romeo, i genitori di Giulietta e il frate, ci interroga su quanto questa storia sia anche nostra, su quanto sia quella degli attori che la interpretano, su per quanto tempo possa ancora sopravvivere a se stessa dopo averci accompagnati per così tanti anni.”
Dopo i due titoli inseriti nell’anteprima di luglio, l’ultimo spettacolo della sezione CLASSICHE PAROLE in programma sabato 12 settembre, è Fuga a tre voci. Un lavoro in cui Marco Tullio Giordana, acclamato regista e scrittore, porta in scena l’appassionante carteggio fra la poetessa Ingeborg Bachmann e il musicista tedesco Hans Werner Henz. A dare corpo e anima ai due artisti ci saranno Alessio Boni e Michela Cescon accompagnati dalle musiche di Giacomo Palazzesi. Hans Werner Henze e Ingeborg Bachmann si incontrano, ventiseienni, per la prima volta nell’autunno del 1952, tentando entrambi di emergere nella scena artistica del dopoguerra, in una Germania ancora in macerie. Il compositore riconosce subito nella giovane scrittrice un’anima affine e una compagna di ricerca poetica. Inizia una collaborazione feconda e un’amicizia che si protrae per oltre due decenni, caratterizzata dall’entusiasmo, da una continua ebbrezza di vita, di lavoro e, presto, anche dalla disillusione e dall’infelicità. In una complessa partitura a due voci – nella quale se ne inserisce una terza costituita dalla musica di Henze – sfilano momenti di gioia e grande affetto e ogni collaborazione o scambio intellettuale fra i due lascia tracce ben più profonde di quanto il tono spesso svagato lasci supporre. Martedì 15 settembre la scrittrice Melania Mazzucco affida invece a Vanessa Scalera, la celebre “Imma Tataranni” televisiva, la sua versione della “Storia di re Lear” per rintracciare le radici di quella vicenda, risalente agli anni in cui Romolo tracciò con l’aratro il solco sul colle Palatino per fondare Roma, fino al momento in cui William Shakespeare la rielaborò per comporre il capolavoro che conosciamo. Mercoledì 16 settembre saranno in scena Chiara Francini e Andrea Argentieri, premio UBU 2019, diretti da Luigi De Angelis con la drammaturgia di Chiara Lagani in L’amore segreto di Ofelia. Steven Berkoff compone una folgorante versione in forma epistolare del mito di Amleto, 39 lettere d’amore, brevi monologhi che esplorano i meandri della relazione fra Amleto e Ofelia appena suggeriti da Shakespeare. I due registi-dramaturg di Fanny&Alexander, useranno l’innata comicità di Chiara Francini per esaltare prima l’impaccio e poi l’ardire nello scrivere all’amato, lasciando affiorare le diverse temperature emotive di un testo che, dietro l’apparenza aulica, cela trappole di crudo realismo. E’ infine un monologo originale, Macbeth solo, creato da Sergio Rubini a partire dai passi più significativi del celebre dramma, quello che sarà in scena giovedì 17 settembre. L’autore sceglie di trasformare tutti i personaggi dell’opera in proiezioni del protagonista, sue voci interiori, interpretazioni dei più diversi stati d’animo.
Per informazioni e approfondimenti www.estateteatraleveronese.it