“Spostare la rappresentazione, nell’incertezza dei nostri tempi attuali, significa ripensare lo sguardo. E il senso anche di una propria necessità. Tempi sospesi in cui (ri)programmare un futuro teatrale possibile con attenzione particolare alla scena italiana (e un arrivederci alla prossima primavera a molti artisti stranieri). Riconquistare una relazione con il pubblico, con i suoi desideri e le sue paure. Tornare ad abitare uno spazio di incontro e contatto, distanziati (probabilmente), in un clima di effervescente attesa. FOG appare, fermo nelle sue incertezze, come una visione instabile, molecolare. A delineare una presenza possibile, a testimoniare l’urgenza dei corpi, la loro vitalità incontenibile.”
Introdotto da questa riflessione del Direttore Artistico di Triennale Milano Teatro Umberto Angelini, “L’ABITUDINE È UNA COSA MERAVIGLIOSA” è il claim scelto per la seconda parte di FOG Triennale Milano Performing Arts.
Dopo l’annullamento di marzo, a seguito dell’emergenza Covid-19, e la prima tranche di appuntamenti del vol.1, inseriti nel palinsesto di Triennale Estate, il festival di Triennale Milano dedicato alla live art torna dal 6 ottobre al 20 dicembre con FOG vol. 2, che porterà sul palco di Viale Alemagna molti dei protagonisti previsti per la terza edizione insieme ad alcune importanti novità:
17 appuntamenti, 13 spettacoli tra i quali 5 prime assolute, 1 produzione e 8 coproduzioni per 43 repliche complessive, una Lectio Magistralis, due film e un progetto video realizzato ad hoc. Ad affiancare il palinsesto di eventi, un denso programma di workshop e laboratori curati dagli artisti del festival, EXTRA, che segue e amplifica la programmazione ufficiale.
“Con la programmazione di FOG vol. 2 torniamo a far pulsare quella macchina straordinaria che è il nostro teatro – afferma Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano – In questi mesi ci è sembrato sempre più evidente che senza la presenza del pubblico, senza quel dialogo silenzioso che si rinnova ogni sera tra chi è sul palcoscenico e chi è in sala, il teatro perde completamente il suo senso. Ed è per questo che con impazienza ed entusiasmo attendiamo l’inizio di FOG.”
“Cosa ci può essere di meglio del teatro per riflettere sul cambiamento di sensibilità e di coscienza indotto dal dramma della pandemia? Ridefiniamo allora, senza sottovalutare i pericoli e l’attenzione verso la salute pubblica, i nostri timori sulla socialità e investiamo un po’ di tempo sulla necessaria curiosità per la nuova esistenza”, sostiene Severino Salvemini, Presidente di Triennale Milano Teatro.