Istituito nel 2015 dal Teatro Verdi di Pordenone in collaborazione con il Comune di Pordenone, giunge alla sesta edizione il “Premio Pordenone Musica”, realizzato con il supporto della Regione Friuli Venezia Giulia. Dopo personalità “patrimonio” della musica internazionale quali Piero Rattalino, Quirino Principe, Salvatore Sciarrino, Alfred Brendel e, lo scorso anno, una delle più grandi cantanti di sempre, Edda Moser quest’anno il Premio Pordenone Musica – solo nel panorama nazionale a premiare musicisti, didatti e musicologi che dedicano la loro attività alle nuove generazioni, coltivandone il talento per la musica – viene attribuito ad un compositore italiano, conosciuto per le sue attività di musicologo e di didatta, ma anche nota voce della radiofonia italiana. Michele dall’Ongaro, figura di primo piano nel panorama musicale nazionale, è anche l’attuale Presidente-Sovrintendente dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, in assoluto una delle più antiche e prestigiose istituzioni musicali al mondo. “Uomo di grandi intuizioni e intelligenza critica” –recita la motivazione del Premio – “custode di memorie con lo sguardo rivolto alla contemporaneità e al futuro, attento alla formazione di un nuovo pubblico e alla circolazione di compositori e giovani interpreti. Per restituirci un mondo dove la musica fa parte della vita quotidiana”.
La consegna del Premio Pordenone Musica, fissata per giovedì 29 ottobre al Teatro Verdi (ore 20.30) sarà preceduta nel pomeriggio dalla consegna del Sigillo della Città e da un incontro-intervista a cura del consulente musicale del Verdi, il pianista di fama internazionale Maurizio Baglini, che suonerà anche la suite composta da dall’Ongaro nel 1989 Autodafè con la prima esecuzione assoluta di un sesto episodio (la suite ad oggi ne contempla cinque) che il compositore sta scrivendo apposta per l’occasione.
La premiazione ufficiale sarà suggellata da il “Triplo Concerto” di Beethoven preceduto da “Freddo”, lavoro di Michele dall’Ongaro composto nel 2005 come introduzione al Triplo beethoveniano, nell’esecuzione dell’Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste con Ars Trio di Roma sotto la direzione di Fabrizio Maria Carminati: un programma in grado di spiegare quanto Beethoven abbia influenzato i compositori a lui successivi fino alla musica di oggi, che non può prescindere dalla rivoluzione beethoveniana.