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Con uno stile quasi di esortazione – nella produzione più recente di Renato Rigotti – troviamo un appello a coloro cui gli anni consegnano qualche dolore, appunto reumatico, un appello che rimanda alla medicina come scienza e come speranza nella conoscenza, a quella coupure che nella modernità, sulle orme di Pasteur, di Koch, di Fleming e del continuo work in progress, lascia dietro di sé convinzioni magiche, ancora insediate nella credenza popolare nonostante ogni sforzo scientifico di superarle.Se Agrippa di Nettesheim e Teofrasto Bombasto Paracelso lottavano per superare le tracce “magiche” ancora insite nelle loro concezioni teoriche ma soprattutto nelle terapie che venivano proponendo, oggi nuovi “stregoni” propongono rimedi miracolosi basati sul nulla:“…Spezialment no darghe da ment / a le ciacere dei blagoni / che i tegn el dè per aria, / i sbeghela / per sgnacarte lì ‘na ciavada / e contarla po’ en dele so riunioni…” (I reumi). Poesia da medico? Sì, ma da medico-poeta, che si rivolge idealmente (ma anche poi praticamente) ai suoi pazienti, invitandoli a prendere coscienza, a svegliarsi rispetto ai torpori e alle nebbie di troppo facili promesse. Altrettanto deliziosa è la composizione Filastrocca del bambi- no, che con la scelta metrica della rima a fine verso ricorda certe poesie/canzoni di Vinicius de Moraes, rese in italiano da Sergio Bardotti: in de Moraes come in Rigotti même combat, stessa lotta creativa per affermare il valore assoluto dell’infanzia creatrice: “… Giocherai a far castelli / per distruggere poi i più belli / in mezzo a piccoli dinosauri / salterai come con ramarri / per pigliare le farfalle / scegli i fiori di una valle / e se finisci a testa in giù / lasci i grulli a far cucù. /…/ col pallone o con la bici / andrai a conoscere i tuoi amici / e quando crescere non si può più / ti faran compagnia / i libri di gioventù”, dove il poeta si rivela finissimo psicopedagogista e fenomenologo della psicologia dell’età evolutiva .Eugen GalassoRenato Rigotti è nato a Sarche (Trento) nell’ aprile 1948; laureato in medicina a Bologna nel 1973, vive a Bolzano dove esercita la professione di medico ad indirizzo di Reumatologia, Immunologia e Medicina Interna. Nel corso degli anni di attività ospedaliera ha conseguito con gli studi le specializzazioni mediche presso le Università di Padova (Medicina Preventiva), Parma (Oncologia), Verona (Medicina Interna) e Innsbruck-Vienna (Reumatologia). Per vent’anni è stato docente di Patologia generale alla scuola Claudiana provinciale. Ha pubblicato le raccolte di poesie: Soprappensieri (1992), e Eh, Walter (1999), Io cerco un uomo (2003, in Angeli e poeti. Quaderni di letteratura e arte n°7, Guido Miano Editore). Nel 1990 è stato finalista per la poesia al Premio Nazionale “Goffredo Parise”. Renato Rigotti è presente nell’antologia nazionale Poesia italiana del ‘900 della collana “Biblioteca Universale Latmag” (Latmag editore).Renato Rigotti, Semplice tentazione, pref. Eugen Galasso, Guido Miano Editore, Milano 2020, pp. 60, isbn 978-88-31497-26-8.
Con uno stile quasi di esortazione – nella produzione più recente di Renato Rigotti – troviamo un appello a coloro cui gli anni consegnano qualche dolore, appunto reumatico, un appello che rimanda alla medicina come scienza e come speranza nella conoscenza, a quella coupure che nella modernità, sulle orme di Pasteur, di Koch, di Fleming e del continuo work in progress, lascia dietro di sé convinzioni magiche, ancora insediate nella credenza popolare nonostante ogni sforzo scientifico di superarle.
Se Agrippa di Nettesheim e Teofrasto Bombasto Paracelso lottavano per superare le tracce “magiche” ancora insite nelle loro concezioni teoriche ma soprattutto nelle terapie che venivano proponendo, oggi nuovi “stregoni” propongono rimedi miracolosi basati sul nulla:
“…Spezialment no darghe da ment / a le ciacere dei blagoni / che i tegn el dè per aria, / i sbeghela / per sgnacarte lì ‘na ciavada / e contarla po’ en dele so riunioni…” (I reumi). Poesia da medico? Sì, ma da medico-poeta, che si rivolge idealmente (ma anche poi praticamente) ai suoi pazienti, invitandoli a prendere coscienza, a svegliarsi rispetto ai torpori e alle nebbie di troppo facili promesse. Altrettanto deliziosa è la composizione Filastrocca del bambi- no, che con la scelta metrica della rima a fine verso ricorda certe poesie/canzoni di Vinicius de Moraes, rese in italiano da Sergio Bardotti: in de Moraes come in Rigotti même combat, stessa lotta creativa per affermare il valore assoluto dell’infanzia creatrice: “… Giocherai a far castelli / per distruggere poi i più belli / in mezzo a piccoli dinosauri / salterai come con ramarri / per pigliare le farfalle / scegli i fiori di una valle / e se finisci a testa in giù / lasci i grulli a far cucù. /…/ col pallone o con la bici / andrai a conoscere i tuoi amici / e quando crescere non si può più / ti faran compagnia / i libri di gioventù”, dove il poeta si rivela finissimo psicopedagogista e fenomenologo della psicologia dell’età evolutiva […].
Eugen Galasso
Renato Rigotti è nato a Sarche (Trento) nell’ aprile 1948; laureato in medicina a Bologna nel 1973, vive a Bolzano dove esercita la professione di medico ad indirizzo di Reumatologia, Immunologia e Medicina Interna. Nel corso degli anni di attività ospedaliera ha conseguito con gli studi le specializzazioni mediche presso le Università di Padova (Medicina Preventiva), Parma (Oncologia), Verona (Medicina Interna) e Innsbruck-Vienna (Reumatologia). Per vent’anni è stato docente di Patologia generale alla scuola Claudiana provinciale. Ha pubblicato le raccolte di poesie: Soprappensieri (1992), e Eh, Walter (1999), Io cerco un uomo (2003, in Angeli e poeti. Quaderni di letteratura e arte n°7, Guido Miano Editore). Nel 1990 è stato finalista per la poesia al Premio Nazionale “Goffredo Parise”. Renato Rigotti è presente nell’antologia nazionale Poesia italiana del ‘900 della collana “Biblioteca Universale Latmag” (Latmag editore).
Renato Rigotti, Semplice tentazione, pref. Eugen Galasso, Guido Miano Editore, Milano 2020, pp. 60, isbn 978-88-31497-26-8.