L’opera è una forma d’arte complessa, totalizzante, in perenne dialogo con le altre arti e con le idee, i movimenti, le passioni che attraversano la società. Esprime sentimenti, ma soprattutto idee, storie, visioni del mondo. Con la serata “A riveder le stelle” che Rai Cultura trasmetterà su Rai 1, Radio 3 e Raiplay lunedì 7 dicembre dalle ore 17, il Teatro alla Scala riafferma la centralità dell’opera e della danza per la nostra cultura e la nostra identità raccontando la loro capacità di intrecciarsi alla prosa, alla letteratura, alla vita civile e alle tendenze del nostro tempo. Questo compito è affidato, oltre all’eloquenza della musica stessa e delle 25 star del canto dirette da Riccardo Chailly, alla drammaturgia dello spettacolo pensato da Davide Livermore con la collaborazione di Paolo Gep Cucco, Andrea Porcheddu, Alfonso Antoniozzi, Gianluca Falaschi e Chiara Osella. Le arie e i momenti di danza saranno inserite, oltre che in blocchi dedicati ad alcune grandi opere, in snodi tematici e collegate dalla lettura di testi affidata a nomi, alcuni notissimi e altri emergenti, del teatro e del cinema italiani. Un’operazione culturale che è anche un modo per sentire vicini tutti i settori del mondo dello spettacolo che condividono questo momento drammatico, tra le limitazioni dell’oggi e le incertezze del domani.
Tra i numerosi interventi, a Massimo Popolizio, protagonista indiscusso del teatro italiano a partire dalle storiche collaborazioni con Ronconi al Piccolo Teatro, è affidata tra l’altro una riflessione su vita e teatro di Ingmar Bergman. Caterina Murino, attiva al cinema come in teatro e in televisione, legge i versi di “Fragile” di Sting mentre Laura Marinoni, altro volto carismatico del Piccolo, è Fedra ma recita anche versi di Eugenio Montale, a sottolineare la familiarità tra opera, poesia e letteratura (tema cui è dedicata anche la prima parte della mostra Va’ pensiero curata da Pier Luigi Pizzi al Museo Teatrale). Altro intervento poetico, con Cesare Pavese, è affidato a Sax Nicosia, versatile attore presente in molte produzioni di Livermore. Giancarlo Judica Cordiglia, che in teatro ha lavorato spesso con Luca Ronconi e al cinema con Carlo Lizzani, Dario Argento, Marco Bellocchio, legge una lettera di Verdi su Shakespeare, e le voci emergenti di Maria Chiara Centorami, Alessandro Lussiana e Marouane Zotti ricordano le parole di Rudolf Nureyev sulla danza. La serata è aperta dal volto di Linda Gennari nella parte della Musa, accolta in teatro da Maria Grazia Solano. Unica non professionista della recitazione è Michela Murgia, che introduce con un suo testo la parte dello spettacolo dedicata alle eroine dell’opera.