Alessandra Rizzo – in arte LaRizzo – è una cantautrice Livornese di nascita ma Catanese di adozione, giovanissima si dedica agli studi musicali e al canto. Nel corso della sua esperienza come musicista abbraccia molti linguaggi diversi dal pop, al jazz, al reggae permettendole di sviluppare una ottima duttilità pur mantenendo una chiara impronta vocale blues e soul.
Fogli che raccontano è il primo progetto discografico di LaRizzo, unico precedente è stata la pubblicazione del singolo Con le mie scarpe nel 2015. Nonostante questa sia una opera prima quello che viene presentato all’ascoltatore è il concentrato di dieci e più anni di esperienze come musicista. Gli 8 brani che compongono questo disco sono presentati in ordine cronologico di composizione, quasi a tracciare una linea di ascolto che permette di vivere lo sviluppo artistico della cantante. Alessandra Rizzo ha scritto ha scritto i testi di tutti i brani del disco – meno Albero di Pietra firmato da Agata Lo Certo – mentre alle musiche hanno contribuito anche Edoardo Musumeci (che troviamo alla chitarra in tutti i brani), Matteo Amantia e Riccardo Samperi. Oltre a Musumeci, colonna vertebrale di questo disco sono Alberto Fidone al basso e Peppe Tringali alla batteria. Troviamo poi un nutrito gruppo di musicisti ospiti che arricchiscono i vari brani: Gionata Colaprisca alle percussioni, Mario Pappalardo al piano rhodes, Massimo Greco al flicorno e Teresa Raneri alle backing vox.
Attraverso questo album Alessandra Rizzo ci racconta le sue esperienze, le lezioni che ha imparato dalla vita e l’ascoltatore intraprende un viaggio intimo e personale che scaturisce dai sentimenti dell’artista. L’ascolto è piacevole, soprattutto grazie all’interpretazione vocale sentita, è chiaro all’ascolto che i brani rappresentano l’autrice ed interprete in modo autentico e senza filtri.
LaRizzo è una buona interprete, ha una voce suadente e senza fronzoli, l’ascolto risulta piacevole e scorre liscio sin dal primo brano. Melodia, voce e testo sono anima e cuore pulsante di questo disco che si mantiene sempre moderato nei toni: nulla al suo interno risulta disarmonico, ostentato o eccessivo. Gli arrangiamenti sono un riuscito equilibrismo tra strumentazione e voce: chitarra, basso e batteria non sono invadenti nell’accompagnamento e supportano con discrezione il canto senza distogliere attenzione dall’elemento vocale e interpretativo che rimane protagonista. Nei diversi brani sono ricorrenti influenze pop, blues, jazz e latine ma nessuna di queste prevarica le altre. La maggior parte dei brani sono riconducibili alla forma della ballad, pare infatti chiara una predilezione per tempi lenti, armonie semplici e melodie e testi melanconici. Grande assente che ho percepito durante l’ascolto di questo disco è un vero e proprio climax musicale, un momento di canto energico e liberatorio del quale si sente la necessità proprio per la forte connotazione personale di questo disco.
In definitiva quella de LaRizzo è una canzone d’autore che non rompe gli schemi ma si presenta come sincera e naturale, senza artifici sonori e digitali. Dopo pochi minuti di ascolto si ha già la cifra musicale dell’intero disco: un ascolto piacevole e lineare musicalmente ma denso di storie ed esperienze personali. Un disco avvezzo all’easy listening ma comunque portatore di valori ed sentimenti importanti.
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Musicisti:
Agata Lo Certo: musica e testo (Albero di pietra)
Alberto Fidone: basso e contrabbasso
Alessandra Rizzo: voce, testi e musica
Edoardo Musumeci: chitarre e musica
Gionata Colaprisca: percussioni (Troppe luci niente stelle)
Mario Pappalardo: piano rhodes (Memorie lontane)
Matteo Amantia: musiche
Massimo Greco: flicorno (Con le mie scarpe)
Peppe Tringali: batteria e percussioni
Riccardo Samperi: musiche
Teresa Raneri: backing vox (Con le mie scarpe)
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Brani:
1. Sono Frammenti
2. Albero di Pietra
3. Troppe Luci Niente Stelle
4. Con le mie Scarpe
5. Sgualcito dal Tempo
6. Memorie Lontane
7. Equilibrio Instabile
8. Fogli che raccontano