Lo spettacolo dal vivo in Italia, così come nel resto d’Europa, è ormai fermo da quasi un anno e non si hanno notizie su una possibile ripartenza del settore.
Allo stesso modo la cultura tutta è in estrema difficoltà e questo appare ancora più grave in un Paese che è noto in tutto il mondo per la propria produzione culturale, che attira milioni di visitatori ogni anno con importanti ricadute economiche e sociali.
In questo momento di difficoltà, il Recovery Fund offrirebbe non solo l’opportunità di ristorare le imprese e i lavoratori del mondo culturale, ma soprattutto potrebbe permettere di non replicare modelli superati ed errori che hanno caratterizzato il settore nel passato, garantendo un reale rinnovamento che traghetti il nostro Paese e l’Europa oltre l’emergenza vissuta nei mesi passati.
Partendo da queste premesse C.Re.S.Co – Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea – chiede al Governo italiano di esplicitare quali siano gli impegni e gli investimenti direttamente dedicati alla cultura previsti dal Recovery Fund.
Ricordiamo, infatti, che nel mese di aprile 2020 i Ministri della cultura italiano, tedesco e spagnolo hanno congiuntamente dichiarato che “la cultura è riconosciuta come miglior antidoto [..] nella Comunità Europea alla crisi causata dalla pandemia COVID-19“
La recente campagna europea di CAE ha portato molti paesi europei, tra cui Francia e Germania, a dedicare almeno il 2% del Recovery Fund a progetti strutturali per la cultura (https://cultureactioneurope.org/news/european-ministers-of-culture-call-for-the-sectors-rescue/)
Dal dibattito emerso sui giornali, tuttavia, non appare chiaramente alcuna notizia su quale ruolo avrà il settore culturale in Italia e, nonostante l’auspicato aumento delle risorse, non è ancora chiaro quale percentuale sarà destinata alla cultura e quale al turismo e quali azioni saranno dedicate a favore delle imprese culturali e creative.
Infine C.Re.S.Co chiede di poter condividere con la politica un processo che traghetti questo Paese oltre l’emergenza, al fine di generare una possibile fiducia verso la rinascita di un settore come quello culturale che, nonostante sia stato tra i più colpiti, può e deve ricoprire un ruolo fondamentale nella ripresa del Paese, soprattutto per garantire alle cittadine e ai cittadini nuove forme di socialità dopo il distanziamento che ha colpito soprattutto le giovani generazioni, cui sono destinati principalmente i fondi del NextGenerationEU.