Dopo il fortunato debutto al Teatro Libero di Milano per la rassegna “Liberi Amori Possibili”, la scorsa stagione, arriva a Roma Death and Dancing di Claire Dowie, scrittrice, attrice, poetessa e pioniera dello stand-up theatre, una delle figure più anticonformiste del teatro contemporaneo e fra le più acclamate della scena londinese odierna. Il testo, già presentato nel 1999 nell’ambito del Garofano verde, è uno spaccato della realtà omosessuale inglese e americana negli anni ’80 e ’90 che molto ricorda la situazione attuale italiana.
Ma non ci si inganni: nel testo della Dowie l’omosessualità, con le sue piccole e grandi storie di amori, affetti, amicizie, è prima di tutto un pretesto per riflettere su questioni profonde che ci riguardano tutti. Un’occasione per porci domande tutt’altro che scontate legate alla nostra identità, non solo sessuale, ai nostri progetti di vita, al nostro modo di rapportarci con gli altri. “Sai chi sei veramente? Sai dove stai andando? Oppure ti accontenti di quello che la vita quotidiana ti offre? Sei mai te stesso?“
La storia è quella di un incontro di caratteri: da una parte un ragazzo americano in Inghilterra per studio, dall’altra una ragazza inglese orfana, della sua stessa età. Lei spregiudicata, lui bacchettone, giocano con le loro identità sessuali. Lei si diverte a metterlo in crisi per farlo sentire libero, fino a quando lui non decide di farsi incasellare come la società vuole. Si ritroveranno dopo molti anni cambiati dal tempo ma non nel legame affettivo che avevano costruito anni prima.
Uno spettacolo che procede tra scambi di ruolo e giochi di identità, ironico e ricco di riflessioni sulla propria vita fatte sempre con un sorriso a mezza bocca, messo in scena da un regista esordiente, diplomato alla scuola del Piccolo Teatro di Milano, che ha già lavorato con Luca Ronconi, e un’attrice diplomata all’Accademia d’arte drammatica Silvio d’Amico, reduce da una tournée con Paolo Bonacelli.
“Un lavoro di concerto fatto con grande amore -dice Mirko Ciotta- perché essere attori e gay in questo paese non è per nulla facile. Paola e io abbiamo creduto molto in questo progetto e lo abbiamo portato fino in fondo con mille difficoltà, facendo addirittura dei traslochi per trovare i soldi per produrlo”.
“E una settimana di repliche, in una città come Roma, molto ambigua nel suo rapporto con la comunità lgbtq -ribadisce Ciotta- è una cosa molto importante per far riflettere la cittadinanza e la comunità su di sé e sulla possibilità di vera integrazione”.
Roma Teatro Furio Camillo.
Il biglietto costa 12 euro e si può prenotare chiamando il numero 06 97616027
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