Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
dal 21 giugno al 29 settembre
Ogni volta unica la fine del mondo
Chiostro Nina Vinchi
Teatro Grassi | Strehler | Studio Melato
Municipi di Milano
Incursioni/Escursioni
La programmazione estiva del Piccolo Teatro di Milano – dispiegata su di un ampio spettro di possibilità comprese tra il teatro di narrazione e la coreografia, l’esplorazione del pensiero e la nuova drammaturgia – si dipanerà nei prossimi mesi, dal 21 giugno al 29 settembre, su di un doppio percorso centripeto e centrifugo, svariando tra proposte concentrate sul Chiostro Nina Vinchi e appuntamenti disseminati nei diversi Municipi di Milano, specchio di un teatro che vuole raccogliere in sé la città e che al tempo stesso intende “aprirsi” ad essa per innervarla delle sue visioni.
L’estate al Piccolo intreccia due programmi: Ogni volta unica la fine del mondo (dal 21 giugno al 29 settembre) e Incursioni/Escursioni (dal 15 giugno al 26 settembre).
Del primo programma, Ogni volta unica la fine del mondo, Claudio Longhi ha affidato la cura a una triade artistica: Marta Cuscunà, autrice e performer di teatro visuale, Marco D’Agostin, performer e coreografo, e l’ensemble teatrale lacasadargilla. Le loro immaginazioni costruiscono una riflessione estesa e profonda sulla sostenibilità, declinata in diverse accezioni: ambientale, economica, umana, sociale e artistica. Il Chiostro Nina Vinchi sarà la cornice principale degli appuntamenti, con spostamenti all’interno, nelle sale, soprattutto nel segmento di settembre.
Il secondo programma, Incursioni/Escursioni, si aprirà dal centro a tutta la città. Concentrate soprattutto nel mese di luglio, in collaborazione con il Comune di Milano, le proposte si ramificheranno nei Municipi con particolare attenzione alle sedi dell’Housing Sociale sostenute da Fondazione Cariplo. Saranno protagonisti di questo ‘nuovo decentramento’ Davide Enia con i suoi Madrigali di rivolta, Stefano Massini con Not(t)e a piè di pagina e Marco Paolini con Antenati e altre storie che vedrà la partecipazione, a Cascina Merlata, di Telmo Pievani.
Infine, già a giugno, e poi per tutto luglio, fino a fine settembre, viene proposto al pubblico un viaggio alla scoperta degli spazi dell’edificio di via Rovello 2 dal titolo Un ingresso secondario, con la regia di Davide Gasparro, su drammaturgia di Fabio Pisano.
Al Chiostro Nina Vinchi, sarà presente, tutte le sere, la Libreria Popolare di via Tadino con un’accurata selezione di titoli in sintonia con gli appuntamenti in programma, per offrire ulteriori spunti e approfondimenti intorno al tema della sostenibilità.
Gli eventi in programma al Chiostro Nina Vinchi, in caso di maltempo, si sposteranno all’interno della sala del Teatro Grassi. Gli spettacoli negli altri luoghi della città verranno annullati.
Prezzi: spettacoli al Chiostro, posto unico da € 5 a € 12; spettacoli nei Municipi, ingresso gratuito.
Le sere turchine d’estate andrò nei sentieri,
Punzecchiato dal grano, calpestando erba fina:
Sentirò, trasognato, quella frescura ai piedi.
E lascerò che il vento m’inondi il capo nudo.
Non dirò niente, non penserò niente: ma
L’amore infinito mi salirà nell’anima,
E andrò lontano, più lontano, come uno zingaro
Nella Natura, – felice come con una donna.
Arthur Rimbaud
Nel cuore dell’inverno ho scoperto in me un’invincibile estate.
Albert Camus
Cerco l’estate tutto l’anno
E all’improvviso eccola qua
Lei è partita per le spiagge
E sono solo quassù in città…
Adriano Celentano
«Filastrocca vola e va / per lo spettatore rimasto in città»: programma estivo del Piccolo Teatro di Milano in tre movimenti
14 giugno 2021.
«Giro girotondo / casca il mondo / casca la terra / tutti giù per terra…»
Siamo ormai giunti al limitar dell’estate. Dopo gli algidi scontenti invernali e le crudeltà primaverili color di lillà, la stagione affocata che avvampa, con le sue tumide labbra di ciliegie, le sue guance seriche di pesca, i biondi sopraccigli di grano, un enigmatico carciofo piantato in mezzo al petto à la manière d’Arcimboldo, sta per bussare alle nostre porte e mai come quest’anno – dopo la seconda ondata pandemica, il confinamento, il peso straziante delle perdite, le angustie per il domani e la volontà di rimettersi in gioco, la paura, il desiderio, la rabbia, l’impotenza – porta con sé, insieme alle speranze della campagna vaccinale e alla certezza di riscatto, una voglia di rigenerazione, di altrove, di aria, di libertà. In un frenetico carosello di ombrellini e ombrelloni e bastoni da passeggio, papaveri lampeggianti dal rosso smagliante e morbida polvere, scricchi di cicale e treni dei desideri in fuga all’impazzata, è da queste considerazioni che ha preso le mosse la progettazione dell’estate del Piccolo Teatro di Milano: dall’esatta consapevolezza della necessità di esserci (in un momento così particolare per la vita della nostra comunità) e di starci in sicurezza (per assecondare la prepotente esigenza di condivisione di queste settimane senza peraltro disperdere i vantaggi faticosamente costruiti nei mesi scorsi nella lotta contro il virus), così come dal bisogno di ascoltare, o quanto meno di tentare di interpretare le urgenze e le aspettative del momento (riconoscendole e cogliendone lo spirito, senza arrendervisi in maniera prona), dando al tempo stesso risposte a questioni che, volenti o nolenti, la pandemia ha consegnato al nostro teatro, quali: che relazioni si danno, oggi, tra spazio aperto e spazio chiuso? E ancora: se il teatro è specchio di una città, come il teatro può abitare le “città-in-cambiamento” di questo difficile torno di tempo così strano e sospeso?
Arieggiando le note dell’Estate vivaldiana, in bilico tra nostalgia struggente e ossessivo e tenace frinire di vita, è nata così, per il pubblico del Piccolo Teatro di Milano, una proposta di appuntamenti scandita essenzialmente in tre tempi o movimenti, non consequenziali l’uno rispetto all’altro, ma simultanei, in un gioco di contrappunti pensati per spostare continuamente lo sguardo sulle cose, illuminando di volta in volta temi, questioni ed emozioni di luci al possibile diverse e spiazzanti.
In un primo movimento – posto significativamente sotto il titolo: Ogni volta unica la fine del mondo, in omaggio a Derrida – si è scelto di ragionare insieme, a partire dal teatro e dalle sue irriducibili specificità, sul problema, oggi cruciale, della “sostenibilità”, colta nella sua accezione più lata (svariante dalle valutazioni degli impatti climatici del nostro agire alla ricerca e alla promozione dell’integrazione sociale) e sforzandosi, ove possibile, di uscire dal consueto approccio umanistico (e
antropocentrico) per abbracciare l’ammaliante bellezza del creaturale in tutta la sua brulicante vastità sciolta per «lo gran mar de l’essere». Nella convinzione che il teatro sia in primo luogo una casa per artiste e artisti, ci si è rivolti dunque a tre realtà artistiche della scena, per l’appunto – Marta Cuscunà, Marco D’Agostin e il collettivo lacasadargilla –, chiedendo loro di immaginarsi, prima ancora che come creatrici e creatori, come curatrici e curatori di una rassegna che potesse rispondere a più obiettivi contemporaneamente. La promozione tra il pubblico di una sensibilità alle problematiche del sostenibile in tutte le sue varie implicazioni nel tentativo di dare un piccolo contributo, in forma di discussione, alla crescita della nostra comunità. La messa a punto di un piano di azioni ed esperienze grazie alle quali il teatro potesse incontrare ciò che non è teatro per nutrirsi (in un certo senso anche in prospettiva autopedagogica) di questo dialogo, uscendo dalla tentazione dell’autoreferenzialità. L’elaborazione di una diversa modalità di promozione e comunicazione del proprio percorso artistico, non legata al racconto o all’esposizione diretti dello stesso, ma filtrata attraverso il catalogo delle proprie curiosità, dei propri interlocutori, dei propri interessi. Un modo nuovo, insomma, di presentare al pubblico se stessi e il proprio lavoro. Ne è nato un itinerario articolato e multiforme, punteggiato di reading, performance, installazioni, pensieri, conversazioni, pratiche, laboratori, incentrato soprattutto sul Chiostro Nina Vinchi (plastica sintesi di un chiuso che si apre o di un aperto in cerca della propria concentrazione), in cui il teatro, prima ancora che come protagonista, si pone come punto di osservazione, in un dialogo con la scienza e le scienze, ancora oggi debitore dell’adagio brechtiano secondo il quale «i grandi e complicati avvenimenti» della modernità (e dei suoi molti dopo) «non possono essere sufficientemente riconosciuti in un mondo di uomini che non si provvedano di tutti gli strumenti» scientifici e filosofici «utili ad intenderli». Posto che un approccio di questo tipo non vuole «complicare le cose», ma parte semmai dalla constatazione che «le cose sono complicate», sull’onda di una schietta adesione all’invito di Calvino, oltre che ad esaltare la «molteplicità», a perseguire strenuamente la «leggerezza», nella concezione di un simile programma altrettanto convinta è la condivisione della fede, sempre brechtiana, nel fatto che «il teatro rimane teatro, anche se è teatro d’insegnamento; e, nella misura in cui è buon teatro, è anche divertente». A svelta chiosa di queste note, si aggiunga pure che l’attraversamento teatrale dei problemi della sostenibilità, abbozzato in questa suite di appuntamenti estivi in Chiostro, non è che il prodromo di un più ampio progetto dedicato a questi temi che negli anni a venire il Piccolo Teatro di Milano, nel quadro di un fitto scambio con il Politecnico, intende sviluppare in dialogo con l’Unione Europea (tra Creative Europe e New European Bauhaus), obbedendo a precise sollecitazioni di altre scene d’Oltralpe. Una sorta di piccolo manifesto pratico-teorico, dunque, questa rassegna Ogni volta unica la fine del mondo – manifesto da realizzare, poi, nel concreto farsi di nuovi spettacoli. O un laboratorio/palestra, se si preferisce, per saggiare linguaggi e attrezzarsi alle sfide che ci attendono domani.
Se il «povero B.B.» così caro al Piccolo Teatro è un po’ il nume tutelare del primo movimento della nostra programmazione estiva, è invece il motto stesso della nostra Fondazione a diventare stella polare per il secondo movimento: Incursioni/Escursioni. Con il suo invito ecumenico a fare del palcoscenico il luogo deputato al riunirsi della comunità nel suo complesso, la formula «teatro d’arte per tutti», coniata da Paolo Grassi e Giorgio Strehler per perimetrare la propria idea di teatro, porta in sé, infatti, con ogni evidenza, un preciso progetto “politico” di relazione teatro/città. Ed è appunto per riflettere, nel concreto farsi di una esperienza, sui modi attraverso i quali il palcoscenico può obbedire alla propria intima vocazione pubblica e civica, appunto, dando concreto corso all’invito dei padri fondatori a dialogare teatralmente con tutte e tutti, che si sono tracciate le traiettorie di un attraversamento fisico della città da parte del teatro, sviluppando, a partire dalla sua mappa, il secondo movimento della nostra estate. In una ponderata dialettica di opposte spinte centripete e centrifughe – depositaria, nel nostro presente post-pandemico, dei diversi equilibri (e con ciò stesso dei diversi destini) di tutte le città possibili nel segno delle differenti sintesi che a tale dialettica possono essere ispirate –, con i propri appuntamenti ora incastonati tra le mura delle sede storica di via Rovello (alla scoperta dell’identità di Palazzo Carmagnola), ora dispersi en plein air nella ragnatela della città –
sulla scacchiera dei vari Municipi –, Incursioni/Escursioni, nei limiti a vari livelli imposti dalle restrizioni sanitarie in atto, si pone quindi come un tentativo – ovviamente provvisorio e in continuo divenire – di far luce sull’essenza di un teatro che sia – a tutti gli effetti e in tutti i sensi, da quello materiale-letterale a quello ideale-contenutistico – a “misura” di città.
In ultimo, a mo’ di esergo della prossima stagione, proprio nell’estate che vede ricorrere il centesimo anniversario dei natali di Giorgio Strehler (nato a Barcola, Trieste, il 14 agosto 1921), un terzo movimento non poteva non essere dedicato a celebrare la memoria del grande regista – una memoria non sterilmente fine a se stessa, ma capace di confrontarsi con il presente, dandogli forza e sostanza. Nel 1947, proprio sul limitare dell’estate, il Piccolo Teatro di Milano, figlio dei sogni e delle utopie di due ragazzi come Strehler e Grassi – allora rispettivamente ventiseienne e ventottenne –, diede un apporto fondamentale nel definire la nuova identità della Milano postbellica, contribuendo in maniera significativa ad immaginare il futuro della nostra comunità. Cosa il teatro, l’arte e la cultura possono fare oggi per tracciare le vie su cui cammineranno i nostri domani?
Nel licenziare queste righe, da ricordare pure le molte collaborazioni che andranno a completare la programmazione estiva degli spazi del Piccolo Teatro di Milano. Anche per il prossimo settembre, sotto gli auspici di Regione Lombardia, Fondazione Cariplo e AGIS Lombarda, continuerà il dialogo fecondo con “NEXT – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo”, così come proseguirà il confronto con il Festival “Tramedautore” promosso da “Οὔτις – Centro Nazionale di Drammaturgia Contemporanea” e con “MiX – Festival Internazionale di Cinema LGBTQ+ e Cultura Queer”. Nel quadro delle celebrazioni del centenario dantesco, da menzionare, infine, anche la collaborazione per il prossimo settembre con la “Società del Quartetto di Milano”.
Nell’augurare una buona estate a tutte e tutti – per chi viene e per chi va, tra dentro e fuori, centro e dintorni –, non resta che riandare ai versi conclusivi della famosa tiritera ferragostana di Gianni Rodari (ricordata anche nel titolo):
Quando divento Presidente
faccio un decreto a tutta la gente;
“Ordinanza numero uno:
in città non resta nessuno;
ordinanza che viene poi,
tutti al mare, paghiamo noi,
inoltre le Alpi e gli Appennini
sono donati a tutti i bambini.
Chi non rispetta il decretato
va in prigione difilato”.
Claudio Longhi
Ogni volta unica la fine del mondo
esercizi di sostenibilità per grandi e piccini
21 giugno-29 settembre 2021
Chiostro Nina Vinchi
Teatro Strehler
Teatro Studio Melato
Teatro Grassi
a cura di
Marta Cuscunà
Marco D’Agostin
lacasadargilla
Le piscine invasero i centri benessere e il caffè colò dalle gambe dei tavoli.
I fiumi scorsero all’indietro verso i loro affluenti e risalirono lungo i torrenti
verso quelli che una volta erano rigagnoli nel muschio.
I pony si inerpicarono su terreni elevati e si ammucchiarono con i turisti.
Bragozzi, chiatte, kayak, canoe, golette, tavole, dinghi,
salvagente e ombrelloni rovesciati,
istruttori di nuoto e materassini gonfiabili,
paperelle di gomma e pietre pomici galleggiarono in Borsa.
da ESCAPED ALONE di Caryl Churchill
nota
Siamo consapevoli che la nostra lingua, nel suo declinarsi prevalentemente al maschile, non riesce a tenere conto della brulicante varietà di forme e generi nell’essere umano. Per questo nostro racconto abbiamo deciso di non moltiplicare né annullare le desinenze, ma di utilizzare come punto di riferimento un ipotetico ‘spettatore’ sempre declinato al maschile. Ogni volta che incontrerete questa parola vi invitiamo a ricordare, così come cerchiamo di fare noi, che in questo lemma, appena oltre la soglia della forma e alle origini del suo significato di testimone, immaginiamo tutti gli occhi del mondo.
preambolo
OGNI VOLTA UNICA LA FINE LA FINE DEL MONDO è il frutto di una postura e di un discorso condiviso che mette assieme ecosistemi teatrali diversi e una molteplicità di habitat; funzionale e sostenibile innanzi tutto in virtù della diversità di cui si compone, lasciando alle singolarità abitare la magnificenza del sottobosco. Marta Cuscunà è autrice e performer di teatro visuale, nella sua ricerca unisce l’attivismo alla drammaturgia per figure e creature animatroniche. Marco D’Agostin è coreografo, il suo lavoro interroga il ruolo e il funzionamento della memoria, mettendo al centro la relazione tra performer e spettatore. lacasadargilla è un ensemble teatrale di origini spurie e nomadiche, indaga i rapporti tra linguaggio, tempo, memoria ed estinzioni, biologiche e sociali. Cosa significa per noi ‘sostenibilità’? Quali temi, pensieri, pratiche artistiche chiama in campo questa parola? Sostenibilità ambientale, economica, ma anche sostenibilità delle relazioni, delle pratiche urbane, del nostro sguardo e della ricerca artistica. “Soddisfare le necessità della generazione presente senza compromettere i bisogni di quelle future” così recita l’Enciclopedia Treccani, noi ci siamo presi la libertà di declinare la parola ‘sostenibilità’ nel senso più ampio del termine, scoprendo connessioni e analogie, stirandola fino ai confini del suo significato.
prologo
Introduce OGNI VOLTA UNICA LA FINE DEL MONDO un doppio prologo che accosta la vita degli alberi a quella delle nostre città. S’inizia con LA POESIA DEGLI ALBERI, un’antologia di testi curata da Mino Petazzini ed edita da Luca Sossella. Sarà Massimo Popolizio a restituircene una selezione in un percorso tra testi antichi e moderni ispirati da “alberi, arbusti e qualche rampicante”: dall’epopea di Gilgamesh, al sacrificio della sequoia di Walt Whitman, fino ai dettagli arborei delle poesie di Pascoli. La poetessa Laura Pugno estenderà la riflessione aperta dall’antologia assieme a Mino Petazzini. Al destino delle nostre città è invece dedicato l’incontro LA SOSTENIBILITÀ DELLE CITTÀ DOPO LA PANDEMIA con Sandro Balducci, Stefano Boeri, Maria Chiara Pastore e Cino Zucchi architetti ed urbanisti del Politecnico di Milano. Si discuterà della possibilità, o meno, che l’intervallo – per usare un termine di J.C. Ballard – aperto dalla pandemia, possa trasformarsi in uno squarcio su una città più lenta e ‘sostenibile’.
incipit
Abbiamo immaginato di cominciare con la lettura di ESCAPED ALONE di Caryl Churchill, testo non ancora rappresentato in Italia, singolare racconto intorno all’inquietudine profonda che il nostro mondo produce in ogni istante della vita, anche il più irrisorio. Così che le formidabili parole della più grande drammaturga inglese – che non a caso sceglie quattro donne ultrasettantenni per consegnare questa favola nera a metà tra il presagio e l’anatema allo spettatore – dessero il calcio d’avvio alla nostra curatela. E per farlo abbiamo scelto d’essere insieme in scena, accanto alla presenza di Milena Vukotic. Per orientare lo spettatore, abbiamo poi scelto tre prospettive da cui la parola sostenibilità potesse essere guardata, tre ‘case concettuali’ – non intese come sistema cronologico di un programma, ma orizzonte riflessivo – attorno alle quali si è articolato OGNI VOLTA UNICA LA FINE DEL MONDO.
prospettive
SOSTENERE LO SGUARDO propone un allenamento collettivo allo sguardo, inteso come mezzo ecologico per praticare la conoscenza, l’amore e la salvaguardia del mondo. Ci domandiamo assieme – spettatori e artisti – come ‘sostenere’ il nostro pianeta guardandolo con altri occhi; come posare l’attenzione su fatti, oggetti ed esseri viventi in modo da misurare la nostra relazione con il mondo da punti di vista estranei e selvatici. Immaginiamo qui il mondo come un’orchestra che continuamente tenta d’accordarsi, un coro quieto che si dispiega dietro lo scintillare dei dialoghi. Lo sguardo che intendiamo praticare – inteso come gesto ampio, nella vastità delle sue funzioni e qualità – è intuitivo, sempre teso verso l’altro, carico di inquietudini e di affezioni. Nel farlo, mettiamo alla prova un’ipotesi: per rendere il passaggio dell’uomo sul pianeta ancora possibile, non dovremmo ripensare daccapo il nostro modo di poggiare gli occhi sulle cose?
ALLEANZE MULTISPECIE sperimenta forme collettive di messa in discussione del nostro posizionamento nel mondo tenendo come punto di riferimento i “mondeggiamenti” di Donna Haraway in Staying with the Trouble, sistemi modello utili a pensare e agire in maniera multispecie. Le intuizioni che prendono forma mentre agiamo in simbiosi con altre specie possono conservare una qualità ibrida in grado di ricomporre la frattura tra Natura e Cultura che ha caratterizzato l’Antropocene? O sono piuttosto l’altro, l’alieno, la forma vegetale o animale che ci guardano, a occupare e rendere porosa e sostenibile o insostenibile la nostra esistenza? La storia dell’evoluzione, così come tutte le altre, è fatta in fondo da assemblaggi di specie: per questo scegliamo di scoprire le radici delle contraddizioni in cui operiamo alla maniera dei Kokedama, la coltivazione ecosostenibile che libera le radici delle piante e lascia visibile il fango in cui crescono.
ENDLING E ALTRE COSE PERDUTE esplora i temi della ‘fine’, intesa in senso ampio come estinzione delle specie, delle società, ma anche della memoria, del tempo e delle relazioni. L’estinzione non è solo l’estinzione classica delle specie, di tutti quegli organismi complessi e delicati che formano il nostro pianeta, ma è anche nelle ‘strade interrotte’ delle nostre vite, delle relazioni mancate, delle alleanze, del passato cui apparteniamo e del futuro che possiamo solo intravedere.
E la Terra è il nostro campo d’azione, il solo prezioso terreno concreto della vita per come la conosciamo, il primo campo d’indagine sui sistemi complessi che reggono relazioni, immaginazioni, antropologie ed ecosistemi che resistono – sfiorando la rovina – alle mutazioni geologiche, biologiche e umane.
Il ciclo di eventi di OGNI VOLTA UNICA LA FINE DEL MONDO è dunque un esercizio collettivo per tornare a percepire il mondo assegnando all’oggetto performativo, inteso nella sua più ampia biodiversità, il ruolo di orizzonte ideale. Per invitare lo spettatore a rivolgere la propria attenzione a parole, pensieri, immagini e corpi che s’interrogano sul legame tra il mondo e la fine, il mondo e lo sguardo, il mondo e le sue alleanze.
itinerari
Pensando alle mappe e ai giochi enigmistici abbiamo immaginato la curatela – semanticamente – come una passeggiata tra le rovine, una guida turistica nel museo delle cose perdute, una costruzione ludica e una pratica civile, il farsi di piccoli raduni attorno a un gesto, di discorsi dentro azioni piccolissime, un alternarsi di passaggi, feste e soste.
SOSTENERE LO SGUARDO, prima prospettiva
LO SGUARDO SELVAGGIO è il luogo d’incontro tra l’artista/performer con disabilità Chiara Bersani e la poetessa Laura Pugno, che si interrogano, alternando i propri pensieri alle parole di autrici e autori che hanno segnato le loro vite, sul potere che lo sguardo esercita nel poggiarsi sui corpi degli altri e sulla responsabilità che ne deriva.
AMO I MIEI CAPELLI! è un workshop di lettura e teatro di figura per bambini e bambine ribelli; basato sulla lettura dell’omonimo libro di Natasha Tarpley e di altri libri illustrati per l’infanzia che hanno per protagonisti bambine e bambini razzializzati, le formatrici di Razzismo Brutta Storia guidano il piccolo pubblico alla costruzione di pupazzi con i quali lavorare all’educazione contro gli stereotipi e all’empowerment di tutte e tutti.
Nella serata dedicata al libro FUTURE il pubblico, insieme a Igiaba Scego e Adama Sanneh, in collaborazione con effequ, incontra le storie di 11 autrici afroitaliane che parlano di futuro, generazioni e radici: un racconto intergenerazionale di un’italianità vista dagli occhi di quelle che oggi sono tra le principali voci del femminismo nero del nostro Paese.
Lo sguardo dello spettatore è invece chiamato a posarsi dall’alto sulla Storia del ‘900 nella performance EUROPEANA della Compagnia Sotterraneo, in cui l’attore Fabio Mascagni viene invitato a leggere integralmente la storia del XX secolo accompagnato da 100 brani musicali, uno per ogni anno. In un ambiente aperto, in cui lo spettatore è libero di andare e venire, un software traduce in diretta il racconto in codice binario, un linguaggio considerato potenzialmente universale, e lo invia verso lo spazio attraverso un segnale laser.
In NON ME NERO ACCORTA Djarah Kan ed Espérance Hakuzwimana si confrontano e si raccontano partendo dai loro personaggi immaginari e reali, dalle storie che hanno trascritto per rendere sopportabile il presente e ridisegnare un futuro accessibile, fatto di cura e dignità.
In IT. ALIENE Ndack Mbaye, Addes Tesfamariam e Wii, ricompongono un “I-taglia” disintegrata. “Dopo aver invaso il continente, rubato le donne e stuprato il lavoro, aver studiato in italiano e mangiato africano, il prossimo obiettivo è prendersi il futuro: Millennials e generazione Z verso un futuro fantastico che fa tremare Garibaldi”.
La Compagnia Sotterraneo punteggia ancora la programmazione con tre capitoli di TALK SHOW, un format a metà tra palestra di pensiero e performance divertita, incontrando nell’ordine Telmo Pievani, Maura Gancitano e Wu Ming 1. Sotterraneo convoca un evoluzionista, una filosofa e uno scrittore per portarli sul confine fra i loro campi professionali e il teatro, creando un’occasione per farsi domande sul senso dei diversi mestieri al tempo della rivoluzione digitale, nel mezzo di una pandemia mondiale, durante una crisi climatica senza precedenti.
ALLEANZE MULTISPECIE, seconda prospettiva
Nel 1° MONDEGGIAMENTO: PUNTO CORALLO lo spettatore è invitato a sperimentare la tecnica dell’uncinetto grazie alla guida della ricercatrice e docente di design della maglieria Martina Motta, mentre Giovanni Chimienti, biologo dell’Università di Bari, racconta la scoperta nei mari della Puglia di foreste di corallo nero simili a quelle tropicali: una nuova forma di biodiversità ma anche un campanello d’allarme del riscaldamento globale.
Il 2° MONDEGGIAMENTO: INNESTARE IL POSTUMANO offre allo spettatore l’occasione di incontrare la filosofa femminista Rosi Braidotti e ascoltare le sue riflessioni su postumano e soggetto nomade, praticando una tecnica di innesto botanico su piccole piante di meli in vaso grazie alla guida di Isabella Dalla Ragione, agronoma che si occupa di salvaguardia della biodiversità vegetale.
Il 3° MONDEGGIAMENTO: PAESAGGI INATTESI è un percorso di etno-botanica condotto da Leone Contini attraverso paesaggi agricoli inediti del nostro Paese. Un racconto a metà tra workshop e azione artistica su una nuova bio-diversità dell’Italia generata dalle migrazioni di semi e esseri umani.
DOVE SOGNA LA MOSCA GIRAVITE raccoglie tre racconti inediti in forma concertata per parole, musica e immagini – La soluzione della mosca di Alice Bradley Sheldon, Non sei sola di Aliette de Bodard e Donna in piedi di Yasutaka Tsuitsui. Questo melologo sci-fi tutto contemporaneo ed extraeuropeo racconta di ‘epidemie’ culturali e biologiche, dell’altro inteso come alieno, di sistemi di controllo de-umanizzanti, delle relazioni come principio e perno di ogni sopravvivenza.
In CHILD OF TREE/BRANCHES, sulla scorta dell’esperimento di John Cage, Gianluca Ruggeri riflette sulla relazione tra musica e mondo organico dirigendo un inusuale concerto per ‘strumenti di materia vegetale’ che i bambini suoneranno dopo un esercizio di ricerca, selezione e ascolto svolto in un parco della città.
In LO SGUARDO DELLE PIANTE Emanuele Coccia conduce lo spettatore nel mondo vegetale, con occhi totalmente rinnovati: non più sullo sfondo delle nostre vite domestiche; alberi e piante sono i protagonisti di una modalità rivoluzionaria di guardare il mondo. Interverrà in questo racconto Arianna Scommegna con la lettura di alcuni brani da La poesia degli alberi, l’antologia edita da Luca Sossella editore.
ENDLING E ALTRE COSE PERDUTE, terza prospettiva
In ALPHABEAST Felice Cimatti, filosofo del linguaggio, dialoga con Laura Boella sull’in-sostenibilità cui ci ha messo di fronte l’organismo virus e sulla necessità di un pensiero della fragilità, della paura e della morte, invitandoci a riflettere su cosa resti del linguaggio umano quando dall’altra parte troviamo una forma radicalmente aliena come quella del virus.
Con IL PIANETA DELLE PIANTE, Stefano Mancuso, scienziato e fondatore del laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale, ci racconta delle ricerche che indagano le capacità sensibile, comunicativa e mnemonica delle piante. Le piante sono esseri intelligenti con un “cervello diffuso”, annusano, ascoltano, comunicano e imparano, cosa che ha permesso loro di adattarsi a quasi tutti gli ambienti terrestri. Mancuso ne legge la Costituzione, che è in qualche modo una carta dei diritti per l’intero pianeta.
Con WORKTABLE dell’artista neozelandese Kate McIntosh, lo spettatore trascorre in solitudine un tempo a sua discrezione, immerso in una pratica di manipolazione e ri-significazione di oggetti d’uso comune: un piccolo rito privato per guardare da un altro punto di vista alla moltitudine di cose materiali che ogni giorno circondano le nostre vite, sottraendole al loro destino di distruzione.
In F FOR FAKE Massimo Sandal, biologo e science teller, esplora – con Lisa Ferlazzo Natoli e Maddalena Parise – l’enigma della vita e dell’insostenibilità della sua rovina, ragionando sul problema delle pseudoscienze e sul concetto di ‘verità’. “Viviamo in un’epoca in cui le narrazioni competono, si fanno letteralmente la guerra, a volta una guerra sanguinosa in cui la scienza, che non è mai neutra, sta a metà tra la vittima e il carnefice”.
Grazie a DISTANT LIGHTS FROM DARK PLACES – singolare radiodramma di Andrew Bovell fatto di rapporti vacillanti in stato di pericoloso isolamento – lacasadargilla riflette sull’estinzione intesa come incidente, rimosso e scomparsa, come un’andata al macero delle relazioni, sull’impossibilità d’amare e di farsi vedere e sul nostro orientamento nel paesaggio. Un concertato per quattro voci, immagini di cieli scintillanti e contrappunto musicale.
Il coreografo inglese Jonathan Burrows in REWRITING si esercita, di fronte allo sguardo dello spettatore, a ricostruire una performance perduta, cercando un modo di riscriverla e rimetterla in scena grazie alle pratiche e agli esercizi di A Choreographer’s Handbook, il noto manuale del 2010 diventato un cult nel mondo delle arti performative.
Carlotta Sagna – coreografa che, come Burrows, ha saputo mettere la vocalità al centro della propria ricerca – riporterà in scena dopo 10 anni AD VITAM, riadattando un manufatto del passato appositamente per questa curatela. Nel lavoro la coreografa italo-francese ritrae un personaggio che abita i margini di una possibile vita, poco distante da una forma di follia. Alla prima replica di AD VITAM di Carlotta Sagna segue LA NORMALITÀ IMPOSSIBILE, un incontro con la sociologa Chiara Saraceno che invita lo spettatore a ripensare i confini che separano la follia da ciò che viene considerato normale.
In APPUNTI DA UN’APOCALISSE Mark O’Connell ragiona con Lisa Ferlazzo Natoli e Margherita Mauro su cosa stia facendo concretamente l’umanità per evitare la fine. L’Apocalisse è da sempre qualcosa in cui gli uomini, i nostri simili, sono ‘altri’ da cui bisogna guardarsi, competitor. Epicentro della riflessione di O’Connell è, per contrasto, il generare – sia in accezione propositiva che come divieto, come se tutto il suo libro scaturisse da questo impulso. Francesco Villano legge degli estratti del libro.
UNA FESTA
THE WALK / AMAL, UNA BAMBINA ALLA FINE DEL MONDO
Al centro del progetto internazionale THE WALK, curato da Good Chance con la direzione artistica di Amir Nizar Zuabi, è ‘Little Amal’, un pupazzo di 3,5 metri creato dalla Handspring Puppet Company, in figura di una bambina rifugiata siriana. Little Amal parte dal confine fra la Siria e la Turchia e percorre più di 8000KM nella nostra Europa fino al Regno Unito, con un messaggio per l’occidente: “Non dimenticatevi di noi”. Nelle tappe di questo viaggio, artisti e istituzioni culturali di ogni paese segnano il suo passaggio con creazioni di arte pubblica, performance o istallazioni, per accogliere o semplicemente per non lasciare che Amal passi inosservata. L’arrivo della piccola Amal a Milano verrà salutato, come nella tradizione delle feste patronali, con i fuochi d’artificio: le cosiddette batterie, filari di cartucce collegate ad un’unica miccia per creare lunghe serie di rumorosissimi fuochi pirotecnici a terra. Le batterie nascono per celebrare le feste ma fuoco, rumore, fumo e il ritmo di esplosioni sempre più veloci fino al potente botto finale possono avere un significato molto diverso per una bambina che scappa dalla guerra… La piccola Amal troverà un rifugio tranquillo nel Chiostro di via Rovello dove verrà accolta e rassicurata da un gruppo di marionette che, come lei, incarnano diverse identità plurali, realizzate dalla Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli.
La sfilata di questa piccola processione laica – pensata per salutare un’altra bambina/pupazza – fa parte di un progetto che gli artisti Riccardo Giacconi e Andrea Morbio hanno dedicato alla figura di Sarita Colonia, piccola “santa” peruviana, patrona informale degli immigranti clandestini e degli emarginati nel mondo non riconosciuta dalla chiesa ufficiale.
Luogo: Chiostro di via Rovello
Parecchie sedie spaiate. Forse una è una sedia di cucina
Tempo: Estate, pomeriggio
Vari pomeriggi, ma l’azione è continua
LACASADARGILLA: In uno spettatore medio ci sono circa 1 kg di cellule batteriche
MARTA: Aspetta. Cosa intendi per “spettatore medio”?
MARCO: Tutti gli occhi del mondo. Ti ricordi l’inizio?
LACASADARGILLA: No, qui intendo proprio un uomo dal peso medio di 70 chilogrammi.
MARCO: Ah
MARTA: Il maschile universale
MARCO: O il maschile neutro come in latino?
LACASADARGILLA: Insomma su 70 chilogrammi di peso corporeo di uno spettatore medio, 69 chilogrammi sono cellule umane e 1 chilogrammo sono organismi viventi appartenenti alle più diverse specie di gruppi animali: funghi, batteri, virus…
MARTA: Uno spettatore medio in realtà è un insieme di organismi?
LACASADARGILLA: Beh, anche noi lo siamo
MARCO: E a quel punto nel nostro orizzonte è apparso un OLOBIONTE, abbiamo detto grazie per il tè e ce ne siamo andati a casa.
Marta Cuscunà è autrice e performer di teatro visuale, nella sua ricerca unisce l’attivismo alla drammaturgia per figure. Nel 2009 vince il Premio Scenario per Ustica con È bello vivere liberi! primo capitolo di Resistenze femminili, una trilogia di cui fanno parte La semplicità ingannata e Sorry, boys. Ne Il canto della caduta unisce l’immaginario ancestrale del mito di Fanes ai principi di animatronica utilizzati per manovrare i pupazzi. Earthbound è un monologo di fantascienza per attrice e creature meccaniche, ispirato all’ultimo saggio di eco-femminismo di Donna Haraway. Dal 2009 al 2019 ha fatto parte di Fies Factory, un progetto di Centrale Fies.
Marco D’Agostin è un artista attivo nel campo della danza e della performance. I suoi lavori interrogano con insistenza i temi della memoria e dell’intrattenimento. Circuitano dal 2010 a oggi in tutta Europa ed hanno ricevuto numerosi riconoscimenti in Italia (Premio UBU, Premio Gd’A Veneto, Premio Prospettiva Danza) e all’estero (BEFestival, (Re)connaissance, MasDanza).
SAGA, la sua ultima produzione, è stata realizzata con il supporto della Fondazione Hermes – New Settings e presentata in prima assoluta al Nouveau Théâtre di Montreuil a Parigi nel giugno del 2021.
lacasadargilla: Lisa Ferlazzo Natoli – autrice e regista –, Alessandro Ferroni – regista e disegnatore del suono –, Alice Palazzi – attrice e coordinatrice – e Maddalena Parise – ricercatrice e artista visiva -, assieme a un ensemble di attori, musicisti, drammaturghi, e artisti visivi lavora su scritture e spettacoli, istallazioni, rassegne e formazione. When the Rain Stops Falling vince tre premi UBU – tra cui miglior regia, e il premio Associazione Nazionale dei Critici di Teatro. L’amore del cuore – ultima creazione della compagnia – ha debuttato a maggio 2021 ricevendo un ampio consenso di critica e pubblico.
Incursioni/Escursioni
15 giugno-26 settembre 2021
Chiostro Nina Vinchi
Teatro Grassi
Municipi di Milano
Nel mese di luglio, in collaborazione con il Comune di Milano, la programmazione si ramificherà nei Municipi con particolare attenzione alle sedi dell’Housing Sociale sostenute da Fondazione Cariplo. Saranno protagonisti di questo ‘nuovo decentramento’ Davide Enia, Stefano Massini e Marco Paolini.
Stefano Massini con Not(t)e a piè di pagina, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano (REDO Milano, 6 luglio) si presenta in scena, da scrittore e performer, con una copia di un quotidiano del giorno stesso dello spettacolo, intessendo la rete di rimandi, simmetrie e coincidenze con romanzi, film, racconti e miti che ne costituiscono la chiave di lettura: “Si pensa in genere che esista la fantasia – scrive Massini – e, contrapposta, esista la realtà. Dunque, da un lato avremmo la letteratura, l’invenzione, mentre sul versante opposto si collocherebbe la cronaca. Ebbene, è tutto sbagliato: il presente noi lo scriviamo, è una pagina bianca, e sono le idee e le immagini a comporlo. Così come si scrive un libro, così si compone il quadro dei personaggi e delle trame del nostro qui e ora. Tentiamo allora l’azzardo di leggere il nostro presente come un testo fitto di note a più di pagina, in cui gli eventi politici, sociali, internazionali – perfino la cronaca e lo sport – sono parti di un mosaico di precedenti letterari”.
Marco Paolini con Antenati e altre storie sarà sul palco di Urbana (11 luglio) e di Cascina Merlata (17 luglio, qui con Telmo Pievani) per dialogare, ascoltare, raccogliere storie… e per raccontarne, per dare senso al mestiere del teatro in questo tempo. Spiega Paolini: “Siamo parenti alla lontana con i batteri, ma cerchiamo di tenere le distanze. Siamo ossessionati dall’igiene e dalla tecnologia. Vogliamo case e cose pulite, funzionali, utili e sexy. Di dove finisce l’inutile, l’obsoleto e lo sporco non riusciamo proprio a preoccuparci seriamente. Occhio non vede… Siamo esseri, una molteplicità di esseri, ma amiamo le cose e a poco a poco ci stiamo imparentando con esse”.
Davide Enia parte dal Chiostro Nina Vinchi (22-23 luglio) per portare, poi, all’Ex convitto del Parco Trotter (25 luglio), a Mare Culturale Urbano (26 luglio), Casa Chiaravalle (27 luglio) e Cassina Anna (28 luglio) i suoi Madrigali di rivolta (produzione Piccolo Teatro di Milano): canti e cunti intrisi di rabbia e disperazione, in cui i vivi e i morti intessono un dialogo partendo da una constatazione: la violenza è il linguaggio comune e sotto il cielo ci si scanna consegnandosi all’odio. Sono canti di lutto come parti necessarie di un allenamento inesausto per non soccombere nella battaglia, “parole e note – dice l’autore – che contrattaccano per intercettare uno scintillio di luce in fondo alla sconfitta, cunti che non si arrendono e vibrano di felicità nello schianto”.
Un ingresso secondario
Infine, per tutto giugno, luglio e settembre, viene proposto al pubblico un viaggio alla scoperta degli spazi dell’edificio di via Rovello 2 in compagnia dei protagonisti della sua storia: da Francesco Bussone a Leonardo da Vinci, dai Visconti a Strehler e Grassi, in un percorso attraverso le vicende del palazzo, che fu del conte di Carmagnola e finì per diventare il primo teatro pubblico italiano, il Piccolo. Un ingresso laterale, nascosto, secondario appunto, che si apre però sulla grande storia di uno dei luoghi più belli di Milano, che appartiene a tutti noi. Lo raccontano Michele Costabile, Jacopo Sorbini, Annapaola Trevenzuoli, diretti da Davide Gasparro su drammaturgia di Fabio Pisano.
Progetto “Strehler100”
Quella del 2021 è un’estate speciale per la vita del nostro teatro. Il prossimo 14 agosto ricorreranno, in effetti, i cento anni esatti dalla nascita di Giorgio Strehler. Per celebrare questo importante anniversario, il Piccolo Teatro di Milano ha immaginato un ambizioso progetto per ricordare degnamente il suo fondatore. Un progetto – ci auguriamo – in primo luogo “vitale”, capace cioè di coniugare, nel segno della vita e del teatro, il passato al presente e al futuro. Nel rispetto dello spirito e dell’impegno che ha caratterizzato l’intero percorso artistico di Strehler, riteniamo infatti che, per dare il dovuto rilievo al centenario della sua nascita, non si debba mettere mano ad una manifestazione commemorativa che si esaurisca in uno sterile ripiegamento su ciò che è stato, ma sia opportuno puntare, piuttosto, ad aprire un alacre cantiere di pratiche, spettacoli e pensieri in cui – lavorando tra reale e virtuale, pagine, on line, schermi e scena – si possa ragionare della vita e dell’opera di questa figura di punta della scena novecentesca, riflettendo insieme sul nostro oggi. Nel complesso “qui ed ora” che ci troviamo a vivere, infatti, in bilico tra pandemia e post-pandemia, siamo convinti che il lavoro di Strehler – nato in fondo tutto all’interno della difficile stagione di “ricostruzione” del secondo dopoguerra e preziosa linfa artistica per quel vertiginoso giro d’anni – si presti a generare pensiero pure su temi oggi cruciali come: la messa a fuoco della funzione pubblica del teatro, la definizione della relazione tra istituzioni culturali e città, il ruolo che le politiche e le pratiche artistiche e culturali possono avere nel rilancio di un sistema, l’importanza di un ripensamento del dialogo tra i diversi teatri a livello internazionale, specie in vista di una interrogazione profonda sul senso e i valori della cultura europea, la codificazione di un possibile nuovo statuto per un teatro che si voglia autenticamente “umano” e “politico”. Tutti temi, quindi, mai come oggi urgenti e necessari e per la comprensione dei quali le indicazioni desumibili dal magistero di Strehler sono a tutt’oggi fondamentali: a riprova della natura di “classico” del teatro di questo straordinario artista.
Il progetto “Strehler100”, disteso su tutta la prossima stagione dal 14 agosto 2021 al 14 agosto 2022, sarà oggetto di una comunicazione dedicata prevista per il mese di luglio. Ci limitiamo a ricordare in questa sede il varo del nuovo sito dedicato al Maestro, il prossimo 14 agosto e – ad ideale conclusione “in staffetta” della programmazione estiva del Piccolo Teatro – la serata Il mio mestiere è raccontare storie collage di parole, musiche e immagini, in scena al Teatro Strehler venerdì 1 ottobre per iniziare insieme e in presenza il lungo viaggio attraverso gli sconfinati territori del teatro strehleriano.
Calendario
OGNI VOLTA UNICA LA FINE DEL MONDO
esercizi di sostenibilità per grandi e piccini
21 giugno – 29 settembre 2021
Giugno
PROLOGO
reading
21 giugno 2021 – Chiostro Nina Vinchi, ore 21.30
La poesia degli alberi
con Massimo Popolizio
commento Laura Pugno e Mino Petazzini
in collaborazione con Luca Sossella editore
durata 90 minuti – prezzo € 5
Luca Sossella editore nasce a Roma nel 2000, e la sua prima pubblicazione, l’Antologia personale di Vittorio Gassman (audiolibro in cui Gassman legge testi poetici otto-novecenteschi), contiene in nuce le principali linee di ricerca della casa editrice: la voce come dispositivo di apprendimento, la poesia come interrogazione del linguaggio, la riflessione sui media e gli strumenti della conoscenza. Negli anni si è aggiunto lo studio delle frontiere scientifiche e tecnologiche, condotto attivando progetti di collaborazione con teatri, musei, imprese, istituzioni educative, allo scopo di creare sistemi trasformativi fondati sulla relazione, all’interno dei quali il libro è solo uno dei nodi.
Mino Petazzini, direttore dal 2001 della Fondazione Villa Ghigi a Bologna, centro di educazione ambientale, ha curato una voluminosa antologia di testi poetici sugli alberi con qualche fuga verso la prosa, dagli autori più antichi a quelli contemporanei. Laureato in filosofia con una tesi su Bob Dylan, dalla fine degli anni ’70 agli anni ’80 ha fatto parte del gruppo di giovani poeti raccolti intorno a Roberto Roversi, in seguito ha pubblicato sei raccolte di poesie e qualche altro libro ed è da sempre attivo nel campo dell’educazione e divulgazione ambientale.
Laura Pugno, poeta, saggista e scrittrice. Tra gli ultimi libri, i romanzi Sirene e La ragazza selvaggia, Premio Campiello Selezione Letterati (Marsilio 2016-2018); il saggio In territorio selvaggio (Nottetempo 2018); l’Oracolo manuale per poete e poeti, con Giulio Mozzi (Sonzogno 2020) e la raccolta di poesia Noi (Amos/A27 2020). Collabora con L’Espresso e Le parole e le cose. Ha ideato il festival di poesia I quattro elementi (Madrid 2018-2019), i podcast Oltrelontano. Poesia come paesaggio per Radio3 Suite e la Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea (Il Saggiatore, dicembre 2021).
pensieri
28 giugno 2021 – Chiostro Nina Vinchi, ore 21.30
La sostenibilità delle città dopo la pandemia
con Alessandro Balducci, Stefano Boeri, Maria Chiara Pastore, Cino Zucchi
letture Federica Fracassi
in collaborazione con Politecnico di Milano
durata 90 minuti – prezzo € 5
Un incontro con Sandro Balducci, Stefano Boeri, Maria Chiara Pastore e Cino Zucchi architetti e urbanisti del Politecnico di Milano. La pandemia ha paralizzato per oltre un anno il nostro modo di vivere la città. Un modo costruito nei secoli della civilizzazione urbana e che nessuno pensava potesse essere minacciato così gravemente. Siamo stati costretti a cambiare radicalmente il nostro modo di abitare, di lavorare, di apprendere, di avere relazioni. La paralisi ci ha costretto a vedere che un mondo diverso è possibile: nella organizzazione del tempo e dei luoghi del lavoro, in una mobilità che può non implicare congestione ed inquinamento, in un diverso rapporto con la natura, nella riappropriazione dello spazio pubblico. Ora ne stiamo forse finalmente uscendo: vogliamo tornare indietro? Come eravamo prima della pandemia? O possiamo pensare di capitalizzare l’esperienza vissuta per uscirne in avanti, verso una città capace di rallentare i suoi ritmi, modificando ciò che sembrava immodificabile, abbracciando territori più vasti e cercando di dare un senso vero alla sostenibilità.
INCIPIT
reading
30 giugno 2021 – Chiostro Nina Vinchi, ore 21.30
Escaped alone
di Caryl Churchill
con Milena Vukotic
e con Marta Cuscunà, Marco D’Agostin, Lisa Ferlazzo Natoli
produzione Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa
durata 60 minuti – prezzo € 12
Caryl Churchill (1938) è riconosciuta come una delle maggiori drammaturghe inglesi contemporanee. I suoi testi hanno ottenuto i premi Obie (Top Girls, 1982), Obie e Hollywood Dramalogue Critics Award (Cloud Nine, 1981), Susan Smith Blackburn Award (Fen, 1984), di nuovo Obie, Olivier Award per il Migliore Spettacolo, Evening Standard Award per la Miglior Commedia, Plays and Players Award e Susan Smith Blackburn Award (Serious Money, 1987) oltre al Sustained Achievement Award (Premio Successo Sostenibile) per il teatro nel 2001. Nel 2010 Caryl è stata inserita nella American Theatre Hall of Fame.
Luglio
pensieri
6 luglio 2021 – Chiostro Nina Vinchi, ore 21.30 endling e altre cose perdute
Alphabeast – Vivere in tempi insostenibili
con Felice Cimatti e Laura Boella
modera Maddalena Parise
durata 60 minuti – prezzo € 5
Felice Cimatti insegna Filosofia del Linguaggio all’Università della Calabria. Il suo ultimo libro è Il postanimale. La natura dopo l’Antropocene (Derive Approdi). Conduce il sabato mattina su RAI RADIO3 il programma di approfondimento filosofico e spirituale Uomini e Profeti.
Laura Boella è stata professore ordinario di Filosofia Morale e di Etica dell’ambiente all’Università Statale di Milano.
Ha dedicato numerosi studi e traduzioni al pensiero di György Lukács e di Ernst Bloch, volgendosi successivamente al pensiero femminile del ‘900, in particolare a Hannah Arendt, Ágnes Heller, Jeanne Hersch, Simone Weil, Maria Zambrano e Edith Stein, elaborando il contributo di queste pensatrici e scrittrici in numerose pubblicazioni a loro dedicate.
Ha inoltre sviluppato il tema delle relazioni intersoggettive, dell’empatia e della simpatia proponendo un confronto critico tra l’attuale ricerca scientifica e la prospettiva fenomenologica.
laboratorio per l’infanzia (6-11 anni)
8-9 luglio 2021 – Chiostro Nina Vinchi, dalle ore 9 alle ore 12 sostenere lo sguardo
Amo i miei capelli!
letture e pupazzi per bambine e bambini ribelli
a cura di Razzismo Brutta Storia
formatrici Addes Tesfamariam, Ndack Mbaye, Wissal Houbabi e Le Pupazzare
Razzismo brutta storia è un’associazione che lavora per contrastare il razzismo e le discriminazioni attraverso iniziative culturali, educative e di advocacy. Fondata dopo l’assassinio razzista del diciannovenne italiano Abdel William Guibre, noto come Abba, nel 2008 a Milano, Razzismo Brutta Storia realizza percorsi formativi, produce materiali e promuove campagne sui temi dei diritti. È basata a Milano ma lavora su tutto il territorio nazionale e fa parte dello European Network Against Racism (ENAR).
dialoghi e pratiche
9 luglio 2021 – Chiostro Nina Vinchi, ore 21.30 alleanze multispecie
1° Mondeggiamento: punto corallo
lezione di uncinetto e biologia marina
con Martina Motta e Giovanni Chimienti
modera Marta Cuscunà
si ringraziano Giusy e Giuliano Marelli, Sponsor tecnico DMC
durata 60 minuti – prezzo € 5
Martina Motta è Assegnista di Ricerca e docente presso il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano. Qui si occupa e insegna scenari della moda contemporanea, design della maglieria e design tessile, lavorando sulla convergenza di tecniche manuali tradizionali con tecnologie avanzate, sull’evoluzione della rappresentazione digitale dei prodotti tessili, sulla valorizzazione del design, dei processi e dei prodotti sostenibili all’interno questo specifico settore industriale.
Giovanni Chimienti è Ricercatore in Zoologia presso l’Università degli Studi di Bari e National Geographic Explorer. I suoi studi sono incentrati sui coralli e sugli ambienti marini profondi. Collabora con la FAO in qualità di esperto di coralli di profondità. Per i suoi studi, Chimienti è stato premiato dalla Società Italiana di Biologia Marina, dall’Unione Zoologica Italiana, dall’Accademia Nazionale dei Lincei, dalla Deep-Sea Biology Society e dal Principe Alberto II di Monaco.
dialoghi e pratiche
12 luglio 2021 – Chiostro Nina Vinchi, ore 21.30 alleanze multispecie
2° Mondeggiamento: innestare il postumano
lezione di innesto botanico e pensiero filosofico
con Rosi Braidotti e Isabella Dalla Ragione
modera Marta Cuscunà
durata 60 minuti – prezzo € 5
Rosi Braidotti si laurea a Canberra nel 1977 con importanti riconoscimenti come la ‘University Medal in Philosophy’. A Parigi, con una borsa di studio, si iscrive alla Sorbona, dove consegue il dottorato in filosofia. Stringe un sodalizio teorico con Gilles Deleuze e approfondisce femminismo e psicoanalisi, che resteranno centrali nella sua evoluzione di pensatrice. A soli trentatré anni, ottiene la prima prestigiosa cattedra in Europa di ‘Women’s Studies’ all’ateneo di Utrecht e nel 1995 fonda la Netherland Research School of Women’s Studies. Dal 2007 si occupa delle nuove discipline umanistiche. Il suo ultimo libro è Il Posthumano (Derive Approdi, 2015).
Isabella Dalla Ragione, agronomo e dottore di ricerca sulla biodiversità presso Università di Perugia, lavora su verde pubblico e opere di rinaturalizzazione. Progetta giardini e frutteti in Italia e nel mondo. È creatrice e presidente della Fondazione Archeologia Arborea onlus, per la conservazione della biodiversità e ha scritto diversi libri e partecipato a documentari sull’argomento. Ha vinto il Premio Nonino Risit d’Aur 2017 per la sua attività di ricerca sulle antiche varietà fruttifere e la salvaguardia della cultura rurale.
talk-performance
13 luglio – Chiostro Nina Vinchi, ore 21.30 sostenere lo sguardo
Talk show – Sotterraneo incontra Telmo Pievani
concept e regia Sotterraneo
in scena Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Daniele Villa + Telmo Pievani
allestimento Marco Santambrogio
props Francesco Silei, grafiche Isabella Ahmadzadeh
durata 75 minuti – prezzo € 5
Sotterraneo è un collettivo di ricerca teatrale nato a Firenze nel 2005. Le produzioni del gruppo – sempre riconoscibili per il loro approccio avant-pop in equilibrio fra immaginario collettivo e pensiero anticonvenzionale – replicano in diversi dei più importanti festival e teatri nazionali e internazionali, ricevendo negli anni numerosi riconoscimenti, tra cui Premio Lo Straniero, Premio Hystrio, BeFestival First Prize, Silver Laurel Wreath Award/Sarajevo MESS Festival e due Premi UBU di cui uno per lo “spettacolo dell’anno 2018” con ‘Overload’. Sotterraneo fa parte del progetto Fies Factory, del network europeo Shift Key ed è residente presso l’Associazione Teatrale Pistoiese.
Telmo Pievani è Ordinario di Filosofia delle Scienze Biologiche all’Università degli studi di Padova, filosofo della biologia ed esperto di teoria dell’evoluzione. Collabora con i principali festival della scienza italiani, ha diretto importanti mostre scientifiche internazionali. Autore di libri anche per bambini sull’evoluzione, insieme alla Banda Osiris e a Federico Taddia è autore e attore di progetti teatrali e musicali a tema scientifico. Collabora con Il Corriere della Sera e con le riviste Le Scienze, Micromega e L’Indice dei Libri.
dialoghi e letture
14 luglio 2021 – Chiostro Nina Vinchi, ore 21.30 sostenere lo sguardo
Future
con Igiaba Scego e Adama Sanneh
con la partecipazione di Silvia Costantino e Francesco Quatraro, editori di effequ
modera Marta Cuscunà, letture Rosanna Sparapano
durata 60 minuti – prezzo € 5
effequ è Silvia Costantino e Francesco Quatraro, più un grafico, un’illustratrice, un ufficio stampa. effequ è una casa editrice indipendente, attiva nella sua veste rinnovata dal 2018, che pubblica libri che non c’erano. Ha sede a Firenze, ma #alzailvolo e arriva ovunque.
Igiaba Scego è una scrittrice italosomala. Collabora con Internazionale e il manifesto. Il suo ultimo libro pubblicato in Italia è La linea del colore (Bompiani 2020). Ha curato l’antologia di narrativa femminista e afroitaliana Future. Il domani narrato dalle voci di oggi per effequ (2019).
Adama Sanneh è co-fondatore e Amministratore Delegato di Moleskine Foundation. Si è laureato in Mediazione Linguistica e Culturale presso l’Università degli Studi di Milano, ha conseguito un Master in Public Management (MPM) presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi e un Master in Business Administration (MBA) presso l’Università di Ginevra. Dopo la laurea, ha lavorato come consulente strategico e di gestione per varie organizzazioni pubbliche e non profit, tra cui le Nazioni Unite, nel campo dell’istruzione, dell’imprenditoria sociale e dell’innovazione.
dialoghi e letture
15 luglio 2021 – Chiostro Nina Vinchi, ore 21.30 sostenere lo sguardo
Non me nero accorta
con Djarah Kan e Espérance Hakuzwimana, letture Rosanna Sparapano
in collaborazione con effequ
durata 60 minuti – prezzo € 5
Djarah Kan (Santa Maria Capua Vetere, 1993) vive a Napoli; appassionata di letteratura italiana, musica elettronica, pittura, e filosofie africane, inizia a scrivere di sé e del mondo che la circonda sul suo blog dedicato alla vita quotidiana di Castel Volturno. È cantautrice e ha lavorato con numerose band e personalità della musica napoletana, tra cui Zulú dei 99 Posse ed Enzo Avitabile. Con People ha pubblicato la raccolta di racconti Ladri di denti (2020).
Esperance Hakuzwimana (Rubaya, 1991) vive a Torino; scrive, legge tantissimo e conduce Bookcrossing, un programma che parla di libri su Radio Beckwith. Collabora con associazioni per i diritti umani e della realtà adottiva torinese. A ottobre 2019 ha pubblicato E poi basta. Manifesto di una donna nera italiana con People.
performance
16 luglio 2021 – Chiostro Nina Vinchi, ore 21.30 sostenere lo sguardo
IT.ALIENE
afrothings, istallazione 2G e un futuro fantastico
con Wii, Ndack Mbaye e Addes Tesfamariam
e con i musicisti Filippo Orefice e Tommaso Giordano detto TOI
in collaborazione con e0ffequ
durata 40 minuti – prezzo € 5
Wii (Khouribga, 1994) vive a Bologna; studia Lingue e letterature straniere, è un’attivista transfemminista, si interessa di arte e letteratura, in particolare di cultura hip hop e poesia. Ha scritto articoli per «Jacobin Italia», «Agenzia X» e «MoodMagazine». Ha partecipato con i suoi pennelli, quadri e le sue poesie a eventi culturali quali Slam X, Salone del libro, Chromopolis. Ha fondato in collaborazione con Razzismo Quante Storie la rivista «Antirazine».
Ndack Mbaye (Dakar, 1992) vive a Ferrara, ma anche a Venezia e a Udine; è laureata in giurisprudenza e si occupa di divulgazione scrivendo per numerosi portali online; opera nel mondo dell’associazionismo e collabora con Razzismo Quante Storie. Un suo racconto è apparso nella rivista-libro «CTRL Magazine»; un altro sarà parte dell’antologia Circospetti ci muoviamo. Genova: avere vent’anni di effequ, in uscita a luglio. Sempre con effequ uscirà il suo primo romanzo nel 2022.
Addes Tesfamariam (Milano,1985) dopo gli studi in scienze politiche alla Statale di Milano si è trasferita in Olanda dove ha studiato sociolinguistica ricercando e scrivendo d’identità, Afrodiscendenza e Italianità. Attualmente vive e lavora nella città meneghina, dove continua a occuparsi di Afrodiscendenza e rappresentazione identitaria.
dialoghi e pratiche
20 luglio 2021 – Chiostro Nina Vinchi, ore 21.30 alleanze multispecie
3° Mondeggiamento: paesaggi inattesi
lezione di etnobotanica
di e con Leone Contini
durata 60 minuti – prezzo € 5
Leone Contini ha studiato filosofia e antropologia culturale all’Università di Siena. La sua ricerca si colloca lungo il margine di contatto tra arte e lavoro etnografico. Le sue pratiche includono narrazioni testuali e audio-visuali, installazioni, lecture-performances, interventi laboratoriali e azioni collettive. Nel 2017 è stato vincitore della seconda edizione dell’Italian Council, in quella occasione una sua opera è stata acquisita dal MUDEC. Nel 2017 ha collaborato con “TRACES – Transmitting Contentious Cultural Heritages with the Arts”.
pensieri e letture
21 luglio 2021 – Chiostro Nina Vinchi, ore 21.30 endling e altre cose perdute
Il pianeta delle piante
con Stefano Mancuso
introduzione Maddalena Parise
durata 60 minuti – prezzo € 5
Stefano Mancuso è neurobiologo vegetale e appassionato divulgatore, è stato incluso dal New Yorker tra coloro che sono ‘destinati a cambiarci la vita’. È il fondatore della neurobiologia vegetale e tra le massime autorità mondiali impegnate a studiare e divulgare una nuova verità sulle piante, creature intelligenti e sensibili, capaci di scegliere, imparare e ricordare. Professore presso l’Università di Firenze e ordinario dell’Accademia dei Georgofili, dirige il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale. “Botanica” è il progetto che segna l’incontro tra musica, piante e scienza, prodotto e ideato da Stefano Mancuso con Deproducers.
installazione
21-23 luglio – Teatro Strehler, dalle ore 17 alle ore 22 endling e altre cose perdute
Worktable
concept e regia Kate McIntoshdirezione tecnica Clare Noonan, Anda Skrejaneproduzione Sarah Parolinuna produzione S P I N (Bruxelles)
Worktable è stato commissionato nell’ambito dell’evento Performance is a dirty work finanziato dalla Roehampton University (Londra). Si ringraziano Bruno Roubicek, Hester Chillingworth, Caroline Daish, Palli Banine, Ant Hampton, Joe Kelleher, Tim Etchells, Adrian Heathfield, Simon Bayly.
L’installazione al Teatro Strehler è presentata in coproduzione con il Piccolo Teatro di Milano–Teatro d’Europadurata 60 minuti / ingressi ogni 15 minuti – € 12
Kate McIntosh (1974) è un’artista neozelandese di stanza a Bruxelles. Si esprime incrociando i linguaggi della performance, del teatro, dell’audiovisivo e dell’installazione. Il suo lavoro si focalizza sovente sulla fisicità di performer e pubblico, sulla manipolazione di oggetti e materiali, sullo sviluppo di una relazione diretta con e tra gli spettatori.
Il lavoro di Kate è guidato dalla sua continua attrazione per un uso degli oggetti differente dallo scopo per cui sono stati creati, dalla gioia di stare con il pubblico, dall’amore per le immagini teatrali e da un umorismo fuori dal comune.
Per saperne di più www.spinspin.be
pensieri e letture
24 luglio, Chiostro Nina Vinchi, ore 21.30 alleanze multispecie
Lo sguardo delle piante
con Emanuele Coccia
letture di Arianna Scommegna
durata 60 minuti – prezzo € 5
Emanuele Coccia è professore associato di filosofia presso l’École des hautes études en sciences sociales (EHESS) di Parigi, dopo aver insegnato come Assistant Professor all’università di Freiburg im Breisgau. È stato invitato dalle università di Tokyo, Buenos Aires, Düsseldorf, Columbia University New York, Weimar e Monaco di Baviera. Tra i suoi libri La vita sensibile (2010, tradotto in sei lingue), Il Bene nelle cose (2013, tradotto in 6 lingue), La vita delle piante (2016, tradotto in12 lingue), Metamorphoses (Payot 2020) e Filosofia della casa (2021 Einaudi). Con Giorgio Agamben ha curato un’antologia sull’angelologia nei tre monoteismi (Angeli. Ebraismo, Cristianesimo, Islam, Neri Pozza, 2009). Nel 2019 ha contribuito alla mostra Nous les Arbres, presentata alla Fondation Cartier pour l’art contemporain di Parigi.
performance
26 luglio – Chiostro Nina Vinchi, ore 19 sostenere lo sguardo
Europeana
concept Sotterraneo
testo “Europeana. Breve storia del XX Secolo” Copyright © 2001 Patrik Ouředník
traduzione Andrea Libero Carbone / Ed. Quodlibet
in scena Fabio Mascagni
luci Marco Santambrogio
sound design Luca Scapellato / LSKA
grafica Brochendors Brothers, Lorenzo Guagni
durata 210 minuti – ingresso gratuito senza prenotazione (permanenza a discrezione dello spettatore)
talk-performance
27 luglio – Chiostro Nina Vinchi, ore 21.30 sostenere lo sguardo
Talk show – sotterraneo incontra Maura Gancitano
concept e regia Sotterraneo
in scena Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Daniele Villa + Maura Gancitano
allestimento Marco Santambrogio
props Francesco Silei, grafiche Isabella Ahmadzadeh
durata 75 minuti – prezzo € 5
Maura Gancitano è scrittrice, filosofa e fondatrice di Tlon, scuola di filosofia, casa editrice e libreria teatro. Si occupa di parità di genere, diversità e inclusione, spazi pubblici digitali e comunicazione culturale, e collabora con numerose università e istituzioni. Ha scritto insieme ad Andrea Colamedici diversi libri, tra cui “La Società della Performance” (Edizioni Tlon 2018), “Liberati della brava bambina. Otto storie per fiorire” (HarperCollins 2019) e “Prendila con Filosofia. Manuale di fioritura personale” (HarperCollins 2021) e con lui conduce i podcast Scuola di Filosofie e Audible Club su Audible.
performance
29-30 luglio 2021 – Teatro Grassi, ore 21.30 alleanze multispecie
Dove sogna la mosca giravite
un melologo sci-fi
concept lacasadargilla
racconti di Alice Bradley Sheldon, Yasutaka Tsuitsui, Aliette de Bodard
adattamenti Roberto Scarpetti
a cura di Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni
musiche e paesaggi sonori Gianluca Ruggeri
con la partecipazione di Fabio Perciballi alla chitarra elettrica
immagini Maddalena Parise
costumi Camilla Carè
con Alfonso De Vreese, Lorenzo Frediani, Leda Kreider, Tania Garribba, Silvio Impegnoso, Alice Palazzi
produzione Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa
durata 75 minuti – prezzo € 12
Alice Bradley Sheldon (1915–1987) è un’autrice di fantascienza statunitense. Adotta lo pseudonimo maschile di James Tiptree Jr. pensando che fosse “un buon travestimento”. Nel 1945 sul The New Yorker, appare il suo primo racconto, The Lucky Ones. Nel 1969 scrive The Last Flight of Doctor Ain, il primo romanzo di successo. Tiptree/Sheldon scrive in una varietà di stili e sottogeneri, combinando l’attenzione alla tecnologia con lo stile secco della fantascienza e interessi sociologici e psicologici. Amore è il Piano, e il Piano è la morte è uno dei rari racconti di fantascienza senza esseri umani.
Aliette de Bodard (1982) è una scrittrice di fantascienza e fantasy statunitense di origine franco-vietnamita. Con The House of Shattered Wings e Three Cups of Grief, by Starlight è la prima autrice a vincere nello stesso anno sia il BSFA Award per il miglior romanzo che per il miglior racconto breve. Nel 2018 è uscito il suo romanzo fantasy In the Vanishers’ Palace.
Yasutaka Tsutsui (Osaka 1934) è uno dei maggiori esponenti della letteratura fantascientifica giapponese. Fra il 1970 e il 1976 vince il Premio Tanizaki, il Premio Yomiuri-bungaku per sette volte, il Premio Seiun. Divide il suo lavoro tra la realizzazione di romanzi e racconti. In occidente è noto specialmente per il suo romanzo Paprika e per Toki o Kakeru Shōjo, conosciuto con il titolo The Girl Who Leapt Through Time (La ragazza che saltava nel tempo), divenuto un film d’animazione nel 2006, con la regia di Mamoru Hosoda. Gran parte delle sue opere sono ancor oggi inedite in Italia.
Settembre
pensieri e letture
1° settembre 2021 – Chiostro Nina Vinchi, ore 21.30 endling e altre cose perdute
F for Fake – La realtà quando smetti di crederci non svanisce
concept lacasadargilla
con Massimo Sandal
e con Lisa Ferlazzo Natoli, Maddalena Parise
durata 60 minuti – prezzo € 5
Massimo Sandal, ex biologo molecolare, è science writer dal 2011 per diverse testate, tra cui Le Scienze, Wired, Facta e Il Tascabile. Si occupa spesso dell’interazione tra scienza e società; dei meccanismi e le disfunzioni della pratica scientifica; biodiversità; di evoluzione, estinzione e crisi della biosfera. Il suo primo libro, La malinconia del mammut, esplorazione della storia, scienza e cultura dell’estinzione dei viventi, è uscito per il Saggiatore nel 2019. Vive ad Aachen, in Germania.
reading
3-4 settembre 2021 – Teatro Grassi, ore 19.30 endling e altre cose perdute
5 settembre 2021 – Teatro Grassi, ore 16
Distant Lights from Dark Places
un radiodramma di Andrew Bovell
concept lacasadargilla
traduzione Margherita Mauro
ideazione Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni
paesaggi sonori e musiche Alessandro Ferroni e Gianluca Ruggeri
immagini Maddalena Parise
con Marco Foschi, Tania Garribba, Camilla Semino Favro, Francesco Villano
produzione Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa
durata 40 minuti – prezzo € 12
Andrew Bovell nasce a Perth in Australia nel 1962. Si è laureato in lettere al University of Western Australia e poi ha ottenuto un diploma in Dramatic Arts at the Victorian College of the Arts. È autore di numerosi testi teatrali, tra i quali Distant Lights from Dark Places (1994), Scenes from a separation (1995), Who’s afraid of the working class (1998), Confidentially yours (1998) e Fever (2002). Dalla sua commedia Speaking in tongues è stato tratto nel 2001 il film Lantana, diretto da Ray Lawrence e da lui stesso sceneggiato. Negli ultimi anni, Bovell alterna con successo l’attività di sceneggiatore cinematografico a quella di drammaturgo. Rappresentate sui palcoscenici di tutti i paesi di lingua inglese, le sue opere teatrali si stanno affermando anche nel resto del mondo. When the Rain Stops Falling ha debuttato a New York nel 2010. The Secret River è stata messa in scena dalla Sydney Theatre Company nel gennaio 2013.
performance
6 settembre – Teatro Studio Melato, ore 19.30 e 21.30 endling e altre cose perdute
Rewriting
di e con Jonathan Burrows
Jonathan Burrows è supportato da PACT Zollverein Essen e Sadler’s Wells Theatre London
Lo spettacolo a Milano è presentato in coproduzione con il Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
durata 45 minuti – prezzo € 12
in inglese
Jonathan Burrows ha iniziato la sua carriera come membro del Royal Ballet di Londra. Nel 2002 avvia un sodalizio con il compositore Matteo Fargion: i due descrivono il loro lavoro come “fatto a mano e a misura d’uomo”. La formalità compositiva della musica classica si contamina con un approccio alla performance più informale e spesso anarchico.
Burrows e Fargion sono co-prodotti da PACT Zollverein Essen e Sadler’s Wells Theatre. Il suo A Choreographer’s Handbook ha venduto oltre 16.000 copie. Burrows è attualmente Professore Associato presso il Centro per la ricerca sulla danza, Università di Coventry.
performance
7-8 settembre – Teatro Grassi, ore 19.30 endling e altre cose perdute
Ad vitam
di e con Carlotta Sagna, testo Anna Sagna e Carlotta Sagna
luci Philippe Gladieux, costumi Alexandra Bertaut
Partner alla creazione (2009): coproduzione Arcadi / Torinodanza Festival / L’Espal, scène conventionnée Le Mans. Con il sostegno di Direction Régionale des Affaires Culturelles d’Ile-de-France- Ministère de la Culture et de la Communication
Con il sostegno di La Ménagerie de Verre nell’ambito di Studiolab
Residenze creative: Ferme du Buisson, Scène nationale de Marne La Vallée (FR) / L’Espal, scène conventionnée, Le Mans (FR)
Produzione della ripresa Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa
durata 45 minuti – prezzo € 12
Carlotta Sagna riceve la sua prima formazione da sua madre Anna Sagna coreografa e pedagoga a Torino, all’accademia di danza classica di Monte Carlo e a Mudra a Bruxelles, la scuola di Maurice Bejard. Ha collaborato con Micha Van Hoecke, Anne Teresa de Keersmaeker, Cesare Ronconi, Jan Lauwers, Caterina Sagna, Dan Jemmett, Sylvie Reteuna, Maxence Rey, Jean-Christophe Bleton. E interprete per Georges Appaix dal 2017. Ha fondato la sua compagnia per la quale ha scritto e coreografato una decina di spettacoli interessandosi sempre all’interazione tra danza e testo.
Al termine della replica del 7 settembre – Teatro Grassi____________________________________________ pensieri
La normalità impossibile
con Chiara Saraceno
durata 20 minuti
Chiara Saraceno, honorary fellow presso il Collegio Carlo Alberto di Torino, è stata professoressa di sociologia della famiglia prima all’Università di Trento e poi di Torino e, per cinque anni, professoressa di ricerca presso il Wissenschaftszentrum Berlin für Sozialforschung. Nel 1998-2001 è stata presidente della Commissione di indagine sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia. Tra i suoi libri recenti, Il Welfare, il Mulino 2021; Poverty in Italy, Policy Press 2020; L’equivoco della famiglia, Laterza 2017; Mamme e papà, il Mulino 2016; Il Lavoro non basta. La povertà in Europa negli anni della crisi, Feltrinelli 2015; Coppie e famiglie. Non è questione di natura, Feltrinelli 2016. Nel 2005 è stata nominata dal Presidente Ciampi Grande ufficiale della Repubblica Italiana. Nel 2011 la British Academy l’ha designata corresponding fellow. È presidente della Rete Italiana di Cultura popolare e co-coordinatrice dell’Alleanza per l’Infanzia. Collabora ai quotidiani la Repubblica e La Stampa.
laboratorio per l’infanzia (6-11 anni) / performance
7-8-9 settembre 2021 – Chiostro Nina Vinchi, 10-13 e 14-17 alleanze multispecie
Child of Tree/Branches
da John Cage
piccolo laboratorio di botanica sonora in un paesaggio immaginario
a cura di Gianluca Ruggeri, coordina Alice Palazzi
Gianluca Ruggeri è performer, percussionista, direttore, autore e didatta. Ha incentrato il suo lavoro sul repertorio solistico e cameristico contemporaneo concentrandosi sulla ricerca elettro-acustica e sulla “performance”. Dal 2003 dirige il “Ready-Made Ensemble” un complesso vocale-strumentale con il quale interpreta un repertorio di originale rilettura di composizioni antiche e contemporanee. Come autore ha composto brani per piccoli ensemble e per strumento solista oltre ad aver curato le musiche di scena per spettacoli di poesia e di teatro. E’ docente di Strumenti a Percussione presso il Conservatorio di Musica “S.Cecilia” di Roma.
pensieri e letture
25 settembre 2021 – Teatro Grassi, ore 19.30 endling e altre cose perdute
Appunti da un’apocalisse
con Mark O‘Connell, moderano Lisa Ferlazzo Natoli e Margherita Mauro
legge Francesco Villano
in collaborazione con Il Saggiatore
durata 60 minuti – prezzo € 5
Mark O’Connell è un giornalista e critico irlandese. Scrive su The New York Times Magazine, Slate e The Guardian e ha insegnato Letteratura contemporanea al Trinity College di Dublino. In Italia ha pubblicato Essere una macchina (Adelphi, 2018) e Appunti da un’Apocalisse (il Saggiatore, 2021).
pensieri e letture
27 settembre – Teatro Grassi, ore 19.30 sostenere lo sguardo
Lo sguardo selvaggio
con Laura Pugno e Chiara Bersani
durata 60 minuti – prezzo € 5
Laura Pugno, poeta, saggista e scrittrice. Tra gli ultimi libri, i romanzi Sirene e La ragazza selvaggia, Premio Campiello Selezione Letterati (Marsilio 2016-2018); il saggio In territorio selvaggio (Nottetempo 2018); l’Oracolo manuale per poete e poeti, con Giulio Mozzi (Sonzogno 2020) e la raccolta di poesia Noi (Amos/A27 2020). Collabora con L’Espresso e Le parole e le cose. Ha ideato il festival di poesia I quattro elementi (Madrid 2018-2019), i podcast Oltrelontano. Poesia come paesaggio per Radio3 Suite e la Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea (Il Saggiatore, dicembre 2021).
Chiara Bersani è una performer e autrice italiana attiva nell’ambito delle Performing Arts, del teatro di ricerca e della danza contemporanea. Sia come interprete sia come regista/coreografa si muove attraverso linguaggi e visioni differenti. I suoi lavori, presentati in circuiti internazionali, nascono come creazioni in dialogo con spazi di diversa natura e sono rivolte prevalentemente a un pubblico “prossimo” alla scena. La sua ricerca come interprete e autrice si basa sul concetto di Corpo Politico e sulla creazione di pratiche volte ad allenarne la presenza e l’azione. L’opera “manifesto” di questa ricerca è Gentle Unicorn, performance inserita nel circuito Aerowaves. Per il rigore nell’incarnare questo studio nel 2019 le viene attribuito il Premio UBU come miglior nuova attrice / performer under 35. Nell’agosto 2019 durante l’Edimburgh Fringe Festival Gentle Unicorn e Chiara Bersani vincono il primo premio per la categoria danza del Total Theatre Awards.
talk-performance
29 settembre – Teatro Grassi, ore 19.30 sostenere lo sguardo
Talk show – sotterraneo incontra Wu Ming 1
concept e regia Sotterraneo
in scena Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Daniele Villa + Wu Ming 1
allestimento Marco Santambrogio
props Francesco Silei, grafiche Isabella Ahmadzadeh
durata 75 minuti – prezzo € 5
Wu Ming 1 è nato nel 1970, viene dall’antico Delta del Po e resta molto legato a quelle terre, anche se da molto tempo vive a Bologna. Si è laureato in storia contemporanea con una tesi su marxismo e ambiente negli scritti di Amadeo Bordiga. Nella seconda metà degli anni Novanta ha fatto parte del Luther Blissett Project. È membro del collettivo Wu Ming, con cui ha scritto svariati romanzi, tra i quali Q (ancora con lo pseudonimo collettivo «Luther Blissett») e L’Armata dei Sonnambuli. Con Roberto Santachiara ha scritto Point Lenana (Einaudi, 2013). Come “solista” è autore di romanzi e «oggetti narrativi non-identificati», tra i quali Un viaggio che non promettiamo breve (Einaudi 2016), La macchina del vento (Einaudi 2019) e La Q di Qomplotto (Alegre 2021). Collabora con l’edizione on line di Internazionale. Coi suoi compagni di collettivo gestisce il blog Giap, www.wumingfoundation.com.
Una festa
performance
17 settembre 2021 – Chiostro Nina Vinchi, ore 19.30
The walk – Amal: una bambina alla fine del mondo
concept Marta Cuscunà da un progetto di Andrea Morbio e Riccardo Giacconi
con la collaborazione della Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli e di Mudec – Museo delle Culture di Milano
con Marta Cuscunà e Alice Palazzi
The Walk è un progetto prodotto da Good Chance, Stephen Daldry, David Lan e Tracey Seaward in collaborazione con la Handspring Puppet Company con la direzione artistica di Amir Nizar Zuabi e presentato a Milano dal Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa ed Emergency
ingresso gratuito senza prenotazione
Calendario
INCURSIONI/ESCURSIONI
15 giugno – 26 settembre 2021
6 luglio – REDO Milano Housing Sociale Cariplo, via Eugenio Colorni 3, ore 21.30
Not(t)e a piè di pagina
di e con Stefano Massini
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
ingresso gratuito con prenotazione
11 luglio – Urbana New Living Housing Sociale Cariplo, via Rizzoli 47, ore 21.30
17 luglio – Cascina Merlata, via Pier Paolo Pasolini 3, ore 21.30
Antenati e altre storie
conversazioni di e con Marco Paolini
con la partecipazione di Telmo Pievani (17 luglio)
produzione Jolefilm
ingresso gratuito con prenotazione
22-23 luglio – Chiostro Nina Vinchi, ore 21.30 / 25 luglio – Ex convitto del Parco Trotter, ore 21.30
26 luglio – Mare Culturale Urbano Housing Sociale Cariplo, via Gabetti 15, ore 21.30
27 luglio – Casa Chiaravalle, via Sant’Arialdo 69, ore 21.30 / 28 luglio – Cassina Anna, via Sant’Arnaldo 17, ore 21.30
Madrigali di rivolta
di e con Davide Enia, musiche in scena Giulio Barocchieri
produzione Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa
ingresso gratuito con prenotazione nei Municipi / al Chiostro lo spettacolo avrà il prezzo di € 12
15 giugno -25 luglio / 1-26 settembre – Chiostro Nina Vinchi e Teatro Grassi, ore 19
Un ingresso secondario
Storie e protagonisti da Palazzo Carmagnola al Piccolo Teatro
di Fabio Pisano, regia Davide Gasparro, con Michele Costabile, Jacopo Sorbini, Annapaola Trevenzuoli
produzione Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa
durata 60 minuti – prezzo € 5
Informazioni
Si invita a visitare il sito piccoloteatro.org per gli orari di inizio degli appuntamenti.
In caso di maltempo, gli eventi al Chiostro Nina Vinchi si terranno al Teatro Grassi
Prezzi unici
Incontri/Talk/Reading/Visite: € 5,00
Spettacoli nei Teatri e al Chiostro Nina Vinchi: € 12,00
Spettacoli negli altri luoghi della Città: ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria
Biglietteria telefonica 02.42.411.889
Dal lunedì al sabato 9:45-18:45
Domenica e festivi 10:00-17:00
Chiusura estiva dal 1° al 22 agosto compresi
piccoloteatro.org
Per accedere è obbligatorio indossare la mascherina (chirurgica o FFP2), che dovrà essere mantenuta anche durante la rappresentazione, e sanificare le mani utilizzando gli appositi dispenser.