Si è tenuta questa mattina, martedì 6 luglio 2021, nella suggestiva location del Parco Baden-Powell di Santarcangelo di Romagna, la presentazione alla stampa di alcuni dei progetti e appuntamenti con cui si aprirà la prossima edizione di Santarcangelo Festival, dal titolo Futuro Fantastico (II movimento). Festival mutaforme di meduse, cyborg e specie compagne (8-18 luglio 2021).
Dopo il saluto di Giovanni Boccia Artieri, Presidente dell’Associazione Santarcangelo dei Teatri, e di Alice Parma, Sindaca di Santarcangelo, hanno preso la parola Roberto Naccari, Direttore Generale dell’Associazione Santarcangelo dei Teatri, e Enrico Casagrande e Daniela Nicolò di Motus, all’ultimo anno della loro direzione artistica, per esporre gli appuntamenti dell’8 luglio dedicati al Cinquantenario del Festival.
Questa edizione segna infatti l’ultimo atto di Santarcangelo Festival 2050, il cinquantenario della più longeva manifestazione italiana dedicata alle arti della scena contemporanea, iniziato a luglio 2020. In occasione di questo anniversario, la prima giornata del Festival ha in programma tre appuntamenti dedicati. Alle ore 19, allo Sferisterio, trasformato già dalla scorsa edizione nel Bisonte Cafè, si presenterà in anteprima nazionale il libro Santarcangelo 50 Festival della storica e critica del teatro Roberta Ferraresi, edito da Corraini Edizioni (2021, 320 pp., 40 €), che raccoglie i risultati di due anni di lavoro e studio sulla storia del Festival. Il volume, disegnato in collaborazione con l’ISIA di Urbino, segue l’avvicendarsi delle direzioni artistiche dal 1971 a oggi, ma è concepito come un nuovo punto di partenza più che d’arrivo. Un ricco apparato di immagini, fotografie di scena e documenti d’archivio accompagna il testo, mentre le sezioni “Oltrefestival” e “Data/Stories” – attraverso grafici, mappe e linee del tempo – ci guidano nell’esplorazione di cinquant’anni di Festival da diverse prospettive. Oltre a Roberta Ferrarese, autrice del testo principale, partecipano alla presentazione Fabio Bruschi, Teresa Chiauzzi, Laura Gemini Jonathan Pierini, Marco Tortoioli, curatori degli approfondimenti che indagano aspetti specifici, dai luoghi al pubblico fino ai manifesti del Festival. L’ingresso alla presentazione è gratuito.
La Galleria dell’Immagine dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Rimini – presso la Biblioteca Civica Gambalunga – ospiterà la mostra fotografica Santarcangelo ’80 Revisited, a cura di Uliano Lucas, con fotografie di Carla Cerati, Mario Dondero, Maurizio Bizziccari, Maurizio Buscarino, Gian Butturini e dello stesso Lucas. La rassegna è promossa da Fabio Bruschi e Piero Delucca per P.A.M. Progetto Archivi Metropolitani #1 in collaborazione con Lingue di confine. Attraverso gli scatti dei sei fotografi, si racconta l’edizione del Festival di quell’anno: immagini che immortalano le atmosfere dell’evento con sei stili diversi e personali, ma tutti focalizzati sulla vitalità degli spettacoli e del pubblico che vi assisteva.
Alle ore 21, presso la Sala Wenders del Supercinema, si potrà assistere alla presentazione e alla proiezione del documentario 50 – Santarcenaglo Festival diretto da Michele Mellara e Alessandro Rossi e prodotto da Mammut Film, già presentato con successo alle Giornate degli Autori della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Il film porta alla luce materiali inediti del Festival, racconti di centinaia di spettacoli, compagnie, incontri e programmi, dal teatro politico/popolare dei primi anni ’70 al Terzo Teatro degli anni ’80, dal teatro dell’attore al teatro della performance. I registi saranno presenti all’incontro.
Dopo il racconto degli eventi dedicati al cinquantenario, sono intervenuti Chiara Organtini, curatrice di HTBT How To Be Together, e Andrea Succi, amministratore unico di Anthea, sponsor del Festival e in particolare di questo progetto speciale. HTBT è un progetto di formazione e ricerca, nato in collaborazione con alcune tra le istituzioni europee più innovative nell’ambito della formazione (KASK & Conservatorium / School of Arts di Ghent, DAS Theatre di Amsterdam, l’Haute École La Manufacture di Losanna, Prague Performing Arts Academy, Iuav – Teatro e Arti Performative di Venezia), che ha previsto la realizzazione di un villaggio temporaneo ecosostenibile progettato da AMA | Matteo Ascani. Qui sarà ospitato, dal 9 luglio fino alla fine del Festival, un gruppo di circa 50 artiste e artisti da tutta Europa che tenteranno di rispondere alla domanda posta dal titolo, ancora più urgente oggi dopo la crisi pandemica, evento che ha profondamente modificato il tessuto sociale. Le pratiche collaborative possono sovvertire l’attuale scenario, in questo senso il villaggio vuole proprio essere uno spazio per prototipare scenari alternativi, anche grazie a 5 laboratori curati da Jozef Wouters e Bart Van den Eynde, sullo spazio e la capacità di performare nuove relazioni; Lotte van den Berg/Building Conversation, su comunicazione e riti magici; Riccardo Benassi, sulla politologia dell’immaginario; Cristina Kristal Rizzo, su ecosistemi ultra umani e inter specie; Valentina Pagliarani che, con l’aiuto di 5 bambini della Scuolina Selvatica di Sarsina, inviterà gli adulti a mettere in discussione le proprie convinzioni.
HTBT aderisce ai parametri di PS: Presente Sostenibile, su cui sono intervenuti Lorenzo Succi, Direttore Uni.Rimini, e Michela Ronci, Coordinatrice HeraLAB. Il progetto, nato nel 2012 e sviluppato da Chiara Mini, ha lo scopo di attuare soluzioni per ridurre l’impatto di Santarcangelo dei Teatri e di tutte le attività dell’Associazione. Per organizzare un Festival di arti performative con migliaia di presenze, senza che l’impatto ecologico sia devastante, è infatti imprescindibile pensare a strategie per la salvaguardia del pianeta, almeno per quella piccola porzione che Santarcangelo occupa. Rispettando i principi di questa proposta, HTBT ha cercato di attuare il maggior numero di scelte sostenibili. Per farlo si è ispirato al Sustainable Development Gaols dell’ONU prefiggendosi gli obiettivi di rendere gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili, di garantire modelli di consumo e produzione sostenibili, e di rafforzare i mezzi di attuazione attraverso la stipula di partnership globali. Il riutilizzo di materiali da riciclo e la minimizzazione dello spreco e della produzione di rifiuti sono gli obiettivi su cui ha puntato specificatamente HTBT. Molti degli strumenti e degli equipaggiamenti impiegati per realizzare il villaggio derivano da materiale preesistente: alcune piattaforme del Campo sono state ottenute dal legno del vecchio pavimento del Teatro Il Lavatoio, dalle scenografie dei Motus e da installazioni presentate lo scorso anno al Festival. Per favorire la riduzione degli sprechi, saranno forniti alla comunità erogatori d’acqua e ciascuno dei 50 partecipanti avrà un kit personale di oggetti utili riutilizzabili, in modo tale da contenere lo spreco della plastica e di altri rifiuti. Si punterà, inoltre, sullo sfruttamento delle energie rinnovabili, come quella solare, usata per scaldare l’acqua delle docce. Un sistema, quest’ultimo, che stimolerà i partecipanti a limitare i consumi in favore della buona riuscita della comunità entro la quale vivono.
Il 18 luglio, alle ore 11.30, nel cortile della Scuola Pascucci, il progetto sarà presentato pubblicamente in un’assemblea conclusiva con la partecipazione di Annalisa Sacchi, Frederik Le Roy, Silvia Bottiroli, Sodja Lotcker e Frédéric Plazy (direttori delle istituzioni formative coinvolte) e con i contributi dei facilitatori e partecipanti al Campo. HTBT è sostenuto dalla Rappresentanza Generale della Comunità Fiamminga e della Regione delle Fiandre, dall’Ambasciata dei Paesi Bassi e dalla città di Ghent, è iscritto all’interno di BE PART, progetto di cooperazione internazionale finanziato dal programma Europa Creativa della Commissione Europea.
Tutti i numerosi appuntamenti in programma si terranno in conformità con le vigenti regole per contrastare la diffusione del Covid-19. Gli spettatori dovranno indossare la mascherina fino al raggiungimento del posto assegnato e rispettare la distanza fisica di almeno 1 metro in biglietteria e nei punti informativi oltre che durante l’accesso agli spazi di spettacolo.
Santarcangelo Festival è realizzato dall’associazione Santarcangelo dei Teatri grazie al Comune di Santarcangelo di Romagna e Comuni di Rimini, Longiano, Poggio Torriana, San Mauro Pascoli e sostenuto da Commissione Europea, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Regione Emilia-Romagna, Visit Romagna, Camera di Commercio della Romagna. Il Festival è partner di BE PART e Create to Connect → Create to Impact, progetti sostenuti dal programma Europa Creativa della Commissione Europea. Il Festival è sostenuto da Rappresentanza Generale della Comunità Fiamminga e della Regione delle Fiandre, l’Ambasciata dei Paesi Bassi e il Goethe-Institut Mailand, Dance on Tour Austria (DOTA). Un ringraziamento particolare va a Gruppo Hera, Gruppo Maggioli, Anthea Futura e Amir OF, main sponsor del Festival, per essere sempre al nostro fianco in un costante dialogo.
Biglietteria
Biglietti da 4 € a 12 €; riduzioni per under 26, Soci Coop e Touring Club.
Per gli spettacoli a ingresso gratuito è necessario ritirare comunque un titolo di accesso per l’assegnazione del posto. I dati personali raccolti nei punti di accesso allo spettacolo (nome, cognome, numero di telefono) saranno richiesti e conservati per un periodo di 14 giorni in ottemperanza del DL 18 maggio 2021 e successivi, in materia di contrasto e contenimento della diffusione del virus Covid-19. Tali dati non verranno utilizzati per altre finalità nel rispetto del GDPR.
I biglietti sono in vendita solo ed esclusivamente online sul sito www.santarcangelofestival.com e presso la biglietteria in Piazza Ganganelli dal 5 al 7 luglio dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 17.00 alle 19.00, dall’8 al 18 luglio fino alle ore 23.00. Non saranno accettate prenotazioni telefoniche o via email.
Contatti: biglietteria@santarcangelofestival.com; tel. 0541/623149, attivo dalle ore 10.00 alle 13.00.
Info www.santarcangelofestival.com / info@santarcangelofestival.com | tel. 0541626185
8 luglio, ore 19.00 – Bisonte Cafè
Santarcangelo 50 Festival
a cura di Roberta Ferraresi
Santarcangelo 50 Festival è il libro sulla storia di una manifestazione giunta alla sua 50a edizione. È una narrazione storica, affidata alla scrittura di Roberta Ferraresi, che ha sviluppato un lavoro di ricerca durato tre anni fra indagini d’archivio, interviste, momenti d’incontro. È un approfondimento critico che si apre su più livelli e prospettive, grazie al contributo di altre autrici e autori su temi trasversali che cadenzano tutta la vicenda del Festival. È un attraversamento per dati, che rivedono da un’ottica diversa e unitaria varie linee di sviluppo del progetto. È la condivisione di un archivio vivente. È un racconto per immagini, fra i documenti e le tante fotografie che costellano la pubblicazione. È un oggetto d’arte, il cui design è stato sviluppato dall’ISIA di Urbino. Santarcangelo 50 Festival, edito da Corraini, è tutto questo e molto di più. Come la storia che prova a raccontare, il volume è frutto di un lavoro corale, fatto di molteplici voci, punti di vista, esperienze; che guarda alle proprie radici nell’intento di provare – come il Festival tante volte ha fatto – a immaginare il futuro. Per fare il punto e aprire di nuovo al confronto, in vista dei prossimi cinquant’anni.
8 luglio, ore 17.30 – Galleria dell’Immagine, Rimini
Santarcangelo ’80 Revisited
mostra fotografica a cura di Uliano Lucas
fotografie di Maurizio Bizziccari, Maurizio Buscarino, Gian Butturini, Carla Cerati, Mario Dondero, Uliano Lucas / a cura di Uliano Lucas / promossa da Fabio Bruschi e Piero Delucca per P.A.M.Progetto Archivi Metropolitani#1 / in collaborazione con Lingue di confine / ©Carla Cerati
Effervescenza alla fine dei trent’anni gloriosi: nell’80 aprono a Rimini il mitico Slego e a Gabicce l’Aleph; allo stadio arrivano i Devo; alla Settimana della performance di Francesca Alinovi Lydia Lunch urla al Lapidario romano con la no wave newyorchese e i Confusional Quartet da Bologna. Apre la Galleria dell’Immagine. La Riviera della riminizzazione non si vergogna più del proprio successo pop e da imitatrice diventa imitata. –Fabio Bruschi
Fu un’inebriante festa collettiva, un’esplosione di creatività e di voglia di comunicare, quella in cui mi trovai immerso nel luglio del 1980 insieme ad altri cinque fotografi – Carla Cerati, Mario Dondero, Maurizio Bizziccari, Maurizio Buscarino, Gian Butturini. Butturini, allora direttore della Galleria dell’Immagine di Rimini, pensò di raccontare attraverso le nostre fotografie l’edizione del festival di quell’anno, le atmosfere, oltre che le manifestazioni artistiche e teatrali, e noi seguimmo, con i nostri diversi stili, la vivacità degli spettacoli e l’entusiasmo del pubblico, la ribalta e i fuori scena che si alternavano e confondevano in un continuo gioco della rappresentazione e della vita. Ne nacque un racconto a più mani, divertente e appassionato, da riscoprire a distanza di cinquant’anni come un’insolita testimonianza di un momento particolarmente felice per il teatro e per la fotografia italiani. -Uliano Lucas
8 luglio, ore 21.00 – Supercinema
Michele Mellara, Alessandro Rossi / Mammut Film
50 Santarcangelo Festival
Italia
di Michele Mellara, Alessandro Rossi / produzione Mammut Film
Un documentario che racconti 50 anni di Santarcangelo Festival è un’impresa complessa e affascinante. Centinaia di spettacoli, compagnie, parole, incontri, passioni, delusioni, tempeste. Dal teatro politico/popolare dei primi anni ’70 al teatro delle compagnie e al Terzo Teatro degli anni ’80, dal teatro dell’attore al teatro della performance, e infine al Festival senza teatro: il festival delle arti. Santarcangelo è uno specchio fedele delle tendenze dell’arte performativa del nostro Paese, di quanto siano cambiate negli anni, e con loro l’idea stessa di cultura, rappresentazione, evento pubblico. Raccontarlo significa raccontare un pezzo significativo della nostra storia, artistica e sociale e capire in quale futuro cammineremo.
Michele Mellara e Alessandro Rossi lavorano insieme in un solido sodalizio artistico da circa vent’anni. Hanno esordito con un film di finzione, Fortezza Bastiani, che si aggiudicò il premio Solinas come miglior sceneggiatura e arrivò finalista ai David di Donatello come miglior esordio. Hanno realizzato documentari sui grandi temi del diritto alla salute (Le vie dei farmaci; Vivere, che rischio), della globalizzazione (God save the green; I’m in love with my car) sulla politica (La febbre del fare) e dell’arte (Musica da lettura). I loro film sono stati proiettati e trasmessi in tutto il mondo ricevendo premi e alimentando partecipate discussioni. Mammut Film è tra le principali società di produzione di documentari dell’Emilia Romagna, attiva da 15 anni principalmente nella produzione dei film di Mellara e Rossi e di altri importanti registi. Ilaria Malagutti è la responsabile delle produzioni per la società.
8 – 18 luglio – Campo HTBT
HTBT How To Be Together
un progetto ideato e curato da Chiara Organtini, Silvia Bottiroli, Frederik Le Roy, Sodja Lotker, Annalisa Sacchi, Enrico Casagrande e Daniela Nicolò – MOTUS. Organizzato da Santarcangelo Festival in collaborazione con DAS Theatre di Amsterdam, KASK & CONSERVATORIUM School of Arts di Ghent, Haute École La Manufacture di Losanna, Prague Performing Arts Academy, e Iuav – Teatro e arti performative di Venezia. Con il supporto di BE PART art Beyond Participation, progetto finanziato dal programma Europa Creativa della Comunità Europea, Ambasciata dei Paesi Bassi, Rappresentanza Generale della Comunità Fiamminga e della Regione delle Fiandre, Muncipality of Ghent / ©Betty Apple.
A che cosa serve immaginare? A moltiplicare scenari e alternative possibili. […] L’immaginazione però si coltiva, si allena, si nutre, e quando questo non accade si atrofizza, diventa passiva, si scoraggia. Una persona, un gruppo, un popolo senza immaginazione è automaticamente vittima di chi controlla le immagini al posto suo.
Matteo Meschiari, La grande estinzione. Immaginare ai tempi del collasso
How To Be Together è un progetto di ricerca che unendo esperienza e riflessione immagina possibili forme di collettività e nuove geografie relazionali attraverso un esperimento di convivenza di un gruppo di 50 partecipanti in un campo temporaneo: un eco-villaggio che si materializza come un miraggio estivo. La trasformazione dello spazio nasce come vero e proprio gesto di rigenerazione affidato all’architetto Matteo Ascani. How To Be Together è una domanda posta con insistenza dalla crisi pandemica del 2020, che ha profondamente atomizzato il tessuto sociale desertificando gli spazi pubblici, relegati alla sfera del desiderio proibito, confinando i corpi nella sfera privata e individuale. Nella consapevolezza che le pratiche collaborative possono sovvertire lo scenario critico generato dall’attuale sistema neoliberale, il villaggio vuole essere uno spazio per prototipare scenari alternativi, un esercizio per creare mondi e un atto speculativo che permette di trasformare la cacofonia del presente nell’unisono di una coralità. Concepito come una turbina di molte voci, corpi e prospettive, sarà un luogo immaginifico in cui coltivare e accelerare possibili risposte a interrogativi oggi brucianti.
Le e i partecipanti lavoreranno in gruppi di 10 persone condividendo in modo aperto visioni e pratiche e saranno affiancati da un* facilitatrice/facilitatore che accompagnerà il flusso di lavoro: partendo dalle pratiche ed esperienze individuali, cercheremo di formulare possibili risposte e azioni collettive. Nel corso del processo, la domanda How To Be Together si amplia lentamente trasformandosi in Cosa possiamo fare insieme che non potremmo fare da soli?
Ogni gruppo di lavoro affronta la domanda How To Be Together partendo da una specifica prospettiva:
– Space Commoning: la dimensione spaziale come terreno per generare nuove posture e relazioni. Coordinato da Jozef Wouters e Bart Van den Eynde.
– La comunicazione come rituale magico: comunicare come rito e apertura spazio-temporale capace di incanalare presenze invisibili. Coordinato da Lotte Van Den Berg e Peter Aers/Building Conversation.
– Ecosistemi ultra umani: interdipendenza e alleanza tra specie, come creare alleanze possibili e impossibili con altre forme viventi. Coordinato da Cristina Kristal Rizzo.
– Estetica e politica: il potere trasformativo dell’arte di innescare cambiamenti politici o istituire terreni politici alternativi. Coordinato da Riccardo Benassi.
– Il selvatico come forma di conoscenza alternativa: come disimparare codici e comportamenti consegnandoci al potere dei bambini. Coordinato da Valentina Pagliarani e un gruppo di 7 bambini.
Oltre ai partecipanti e facilitatori, il campo intercetterà la comunità artistica del Festival aprendosi in costantemente alla città, alle persone e al paesaggio circostante, come organismo poroso in cerca di osmosi impossibili. L’intero processo sarà costantemente documentato e monitorato anche grazie a un team di giovani reporter del centro Voo?uit di Gent.