AVARO daMolière
adattamento Gianfranco Groccia
Teatro ANCHECINEMA
Corso Italia 112 Bari
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INFO: WhatsApp 329 611 22 91-3397403816
O8/09/ Ottobre 2021 ORE 20:30
con Lino De Venuto, Nicola Borreggine, Maurizio De Vivo, Isa Gigante, Ada Interesse, Loredana Lorusso, Vito Pappalepore, Vitangelo Pugliese, Caterina Rubini, Michele Scarafile, Anna Volpicella
Regia e Scene Gianfranco Groccia
Progetto luci e fonica Nicola Santamato – Scenotecnica Emanuele Hila
Commedia rappresentata per la prima volta a Parigi, al Teatro di Palais-Royal, il 9 settembre 1668. La storia si svolge nell’arco temporale di una giornata. L’argomento principe è l’Avarizia, “la madre di tutti i vizi”, citando Seneca, “la radice di tutto il male” per Paolo di Tarso. Anche i sentimenti amorosi hanno un peso rilevante nell’insieme dell’opera ma senza la burbera caratterizzazione di Arpagone, patologico e inguaribile taccagno, la storia sarebbe diversa. Del resto la letteratura è piena di icone schiave del mortifero morbo dell’accumulo: Paperon de’ Paperoni, Scrooge del Canto di Natale di Dickens, papà Grandet dell’Eugénie Grandet di Honoré de Balzac e Don Mazzarò de La roba di Giovanni Verga. L’avarissimo Arpagone, quindi. Del resto lo stesso nome del protagonista sembra non essere casuale: “l’arpagone” è uno strumento a forma di lungo ferro uncinato con cui, nelle battaglie navali, si afferravano e si tenevano ferme le navi nemiche durante l’arrembaggio. “L’avarizia in età avanzata è insensata – scriveva Marco Tullio Cicerone in De Senectute – cosa c’è di più assurdo che accumulare provviste per il viaggio quando siamo prossimi alla meta? Ma il Narciso Arpagone, perennemente innamorato di se stesso e delle sue monete, sembra totalmente privo della benché minima saggezza: l’avarizia è nel suo dna, scorre come un (corona)virus nel suo sangue, lo induce ad anteporre su tutto i propri interessi e trasformare ogni occasione in fonte di guadagno. E ciò lo rende sospettoso di tutto e di tutti e soprattutto insensibile alle altrui necessità, comprese quelle dei figli. Anche quando in grottesca competizione con il figlio Cleante, sembra affascinato dalle “grazie formose” di Mariana e dichiara di volerla sposare, antepone irrimediabilmente gli scudi, specie se d’oro, all’amore. A bilanciare il cinismo e la crudeltà del compulsivo Arpagone, drammaticamente prigioniero del suo stesso vizio, soccorre la presenza di quattro giovani innamorati e un nugolo di servitori dall’atteggiamento ambiguo.
L’adattamento de L’Occhio del Ciclone Theater, passi il calembour, strizza l’occhio a Moliere, ricuce brillantemente i temi più significativi della commedia e con un salto temporale di 350 anni circa in avanti la immerge nelle atmosfere pregne di contestazioni degli anni 68-70, in particolare nel rapporto padre-figli. Ne risulta uno spettacolo confezionato con lo stile ironico e leggero tipico della compagnia con stacchi musicali moderni, pantomime, vivacità scenica, studio e ricerca di una sempre più incisiva espressività gestuale e verbale.
Biglietti online su circuito VivaTicket qui: https://bit.ly/AVARO
Biglietti disponibili al botteghino del Teatro AncheCinema e in tutti i punti vendita VivaTicket
Info: 3397403816
L’occhiodelciclonetheater