La Sardegna è protagonista del Gran Festival del Cinema Muto di Milano che, per il terzo appuntamento della rassegna, approda live, ospite dell’Università degli Studi Milano – Bicocca, nell’auditorium Martinotti di via Vizzola 5, con tutti i colori di una terra fatta di profonda bellezza e grandi contrasti.
L’evento milanese che celebra il cinema pre sonoro, con le pellicole blockbuster dei primi decenni del secolo scorso, è giunto alla sua XII edizione e continua, con cine concerti dal vivo ed in streaming, fino al 16 dicembre, in collaborazione con il progetto Curiosamente della Biblioteca dell’ateneo e con un gemellaggio con il centro Tchaikovskji di San Pietroburgo.
A valorizzare la visione delle pellicole sono le musiche composte ad hoc, eseguite live e in prima assoluta, da Rossella Spinosa, musicista milanese e compositrice in residenza del festival.
IL NOVECENTO DELLA SARDEGNA
Il 14 ottobre alle 20 tocca al Il Trionfo della vita: sul palco arriva il capolavoro, firmato nel 1922, da Antonio Gravina, con protagonista il tenore cagliaritano Pietro Schiavazzi che, nella sua carriera, oltre a calcare i grandi palchi della lirica, ha recitato – in quello che potrebbe sembrar un paradosso per un cantante pur poliedrico – anche in diverse pellicole di cinema muto, spaziando dal melodramma al romanzo e silenziando così la sua voce “carezzevole e voluttuosa”. Questa fu la sua ultima apparizione: la pellicola racconta fotogrammi molto suggestivi che raccontano, in un trittico di quadri, l’amore tra una giovane dattilografa e il padrone di una fabbrica, incorniciato dalla struggente bellezza di una Sardegna d’altri tempi. Lo sguardo obiettivo della macchina da presa cattura frammenti di realtà che restituiscono un ritratto di una società e di una cultura altrimenti scomparsa, cancellata dallo scorrere del tempo.
Rossella Spinosa lo ha sottolineato, componendo una densa partitura per pianoforte e orchestra d’archi: ad accompagnarla nel live alla Bicocca sarà l’Orchestra Cantelli di Milano diretta da Alessandro Calcagnile, bacchetta esperta nel mondo del cinema Muto. “E’ un film dalla narrativa intensa, un vero inno alla vita. Nonostante il dolore e le difficoltà, l’accento resta sul desiderio di farcela e ricominciare, così come fa la volitiva protagonista – racconta Spinosa -. Lavorare su questa figura di donna è stato gratificante: nel comporre la partitura ho cercato di evidenziare le particolarità della psicologia di ogni personaggio, nel fluire di una narrazione continua, proprio come accade nella vita, nel susseguirsi di ogni nostro stato d’animo”.
A concedere la pellicola è la Cineteca Umanitaria: “Riproporre capolavori fondanti e fondamentali per la cultura contemporanea ci rende orgogliosi del nostro lavoro di recupero e valorizzazione”, spiega il direttore Antonello Zanda. Nell’archivio della Cineteca sono conservati capolavori del calibro di La corazzata Potemkin (1925) e Assunta Spina (1915), che sono stati protagonisti a loro volta di altri cine concerti della rassegna, ma Il trionfo della vita (1922) è una vera chicca, “Perché vede protagonista un grande tenore e attore sardo, abituato semmai a calcare le scene dei teatri, quando il cinema si affidava alle grandi interpretazioni dei divi”, prosegue Zanda. La ricostruzione di questa pellicola è il frutto della passione e della tenacia del curatore della Cineteca Sarda, Giuseppe Pilleri, nell’ambito del progetto nato negli anni ’60 per la ricerca, catalogazione e divulgazione dei materiali audiovisivi legati alla terra d’Ichnusa.
I PROSSIMI CINE CONCERTI
Il GFCM proseguirà poi con un appassionante excursus sportivo – tutto per amore della sua Mary – del protagonista di College, in calendario il 22 novembre alle 18 con cui Spinosa – in una partitura per piano solo – si trova a proprio agio, non solo per la sua conoscenza dell’opera di Buster Keaton, ma anche per aver musicato molti documentari legati al mondo dello sport e del ciclismo in particolare, dall’epopea di Fausto Coppi, alla vita di Fiorenzo Magni.
Il 16 dicembre alle 18 ecco l’ultimo appuntamento italiano: un omaggio alla regia al femminile di inizio secolo scorso con una pellicola di Elvira Notari, Fantasia è surdato. La musica di Rossella instaura un dialogo a distanza con le atmosfere del melodramma e della grande tradizione della canzone napoletana, in un duetto struggente e passionale.
IL GEMELLAGGIO CON LA RUSSIA
Per il 2021 il Gran Festival del Cinema Muto ha avviato un gemellaggio in musica fra Milano e San Pietroburgo, partecipando, con il Centro Chaikovskiy, la Regione di Leningrado, la Presidenza della Regione Lombardia ed il Consolato Generale d’Italia a San Pietroburgo, alla V edizione del festival Chaikovskiy.
Il 13 ottobre alle 18 tocca ad uno streaming live dal Teatro Koliseji, a cura dell’Orchestra del Governatorato di San Pietroburgo guidata da Igor Ponomarenko, sulle musiche che Spinosa ha composto per Assunta Spina di Gustavo Serena e Francesca Bertini. In Italia il lavoro è già stato pubblicato in dvd da Cineteca Umanitaria con l’esecuzione a cura dell’Orchestra de I Pomeriggi Musicali. “La partitura di Rossella Spinosa è una rilettura appassionata e travolgente, con citazioni caikovskiane ma anche corali ortodossi, che ha sconvolto ed entusiasmato il raffinato pubblico pietroburghese”, ha spiegato Viktor Andreievich Vorotnikov, direttore del Centro Chaikovskiy di San Pietroburgo ed ente committente, a proposito del primo cine concerto dedicato al capolavoro di Sergei Michailovic Ejzentstein, La corazzata Potemkin.
Tutti i concerti sono ad ingresso libero, con green pass e prenotazione obbligatoria sul sito https://www.biblio.unimib.it/it/terza-missione/curiosamente/gran-festival-del-cinema-muto-2021.
Per il live da San Pietroburgo lo streaming sarà trasmesso sul canale del Gran Festival del Cinema Muto www.cinemamuto.it.
TRE DOMANDE A ROSSELLA SPINOSA:
Perché si ri-musica un film muto?
“Le pellicole del Muto sono poesie solo apparentemente “senza voce”. La voce vera è la musica, insieme agli “occhi che parlano” di tutti i personaggi, in una velocità slow motion, quei 16 – 20 fotogrammi al secondo, che la tecnologia di oggi, per contrappasso, traduce in un flusso accelerato quasi ad imprimere ancor più emozione nel cuore”.
Come si e’ avvicinata al cinema muto?
“Ho iniziato ad interessarmi di cinema muto nel 2007, lavorando su pellicole imponenti, dai film di Fritz Lang a molti capolavori della cinematografia sovietica, passando per l’espressionismo di registi come Friedrich Murnau, Robert Wiene, Paul Wegener. Ho lavorato sui “classici” del genere comico come Chaplin, Keaton e Stanlio e Ollio. Per la “scuola italiana” ho composto lavori su Francesca Bertini e Lyda Borelli.
Che cosa si prova a ri-sonorizzare un film muto?
“Scrivere per il muto è faticoso e non significa improvvisare: comporre partiture per orchestra, ensemble o strumento solo per un range di durata che va da minimo di un’ora a due o tre, senza soluzione di continuità, richiede grande proliferazione di idee, un’importante manualità nella scrittura e una profonda passione”.
E non è tutto: per Spinosa scrivere per il muto “E’ dare parola, ma anche pensiero ed emozioni ai personaggi che vivono sullo schermo: cerco di comporre una musica che non sia semplice sottolineatura, ma commento musicale che aiuti ad indagare il carattere più intimo della pellicola. Questo mi emoziona ancora oggi e mi fa battere il cuore ad ogni prima esecuzione”, conclude Spinosa, ricordando con ironia e dolcezza un grande endorsement che le arrivò proprio dal maestro e amico Luis Bacalov: “Lavorando con il muto avrai sempre grandi registi per la tua musica e, soprattutto, non litigherai con nessuno di loro perché col tuo carattere, non sarebbe proprio semplice!”.