Nel 1991 il gruppo di attori del Teatro Officina intraprese un cammino di ricerca che lo avrebbe portato a produrre un Trittico, denominato Un’anomala spiritualità composta da Una voce per i vangeli, Lo scandalo della speranza (su testi di David Maria Turoldo) e un capitolo tratto da “I fratelli Karamazov” di Dostoevskij intitolato La rivolta.
Nel percorso di avvicinamento al 50ennale del Teatro Officina (febbraio 2022) ripercorriamo anche questa tappa presentando brani tratti dai tre spettacoli.
La radicalità delle domande di senso che ci attraversano è chiaramente rinvenibile nelle note informative di “Una voce per i vangeli” scritte nel 1991.
“Questo percorso sulla spiritualità contiene delle anomalie fin dalla premessa: coloro che si mettono in cammino (donne e uomini del Teatro Officina) perlopiù non hanno avuto il dono della fede. Sono dunque dei laici e dei non credenti che si inquietano di fronte alla parola scandalosa del Vangelo e, ancor prima, davanti alla testimonianza di chi cerca di incarnarlo quotidianamente. Ci è voluta un’attenzione inedita per fermarci di fronte ad un cristiano – Cristo o una persona concreta che lo segue radicalmente – e lasciarci invadere dallo stupore della domanda: chi sei tu? Cosa stai indicandomi che io forse non vedo? Nessun bisogno di un Dio generico e consolatorio, ma una riflessione che pone come drammatica e ineludibile per noi occidentali l’opzione tra l’Essere e il Nulla: in un mondo che ci appare sempre più scagliato verso il Nulla ecco che si pone l’interrogativo sull’Essere.”
Lo spettacolo sui Vangeli, che verrà negli anni replicato nei luoghi più incredibili, scuote gli animi e le coscienze, come annota Magda Poli nella sua recensione sul “Corriere della sera” del 26 gennaio 1991:“Parole di giustizia, pace, uguaglianza, libertà e amore risuonano nella piccola e gremita sala del Teatro Officina dove Massimo de Vita, concretizzando un’idea a cui lavorava da molto tempo con il suo gruppo, sta presentando il suo nuovo spettacolo “Una voce per i Vangeli. Sono le parole dell’Antico e del Nuovo Testamento (scelte dallo stesso de Vita e da Maurizio Meschia) che in momenti terribili come quelli che si stanno attraversando brillano per la loro forza utopica. Non messaggi consolatori ma dardi carichi di tensione morale che impongono una attenta e sofferta riflessione”.
Seguì nel 1996 La rivolta in cui il lucido e agnostico Ivan Karamazov incalza il fratello Aliosha, mite novizio, con un’implacabile interrogazione sull’impossibilità dell’armonia di fronte alle violenze inferte ai bambini innocenti.
Lo scandalo della speranza composto con testi di Padre David Maria Turoldo che il critico dell’Avvenire, Domenico Rigotti, stigmatizza nella sua recensione definendolo “un piccolo grande esempio di teatro civile e spirituale che de Vita impagina con sapienza e amore (…) partendo da uno spunto felice, quasi olmiano, da Albero degli zoccoli: sulla ribalta intorno ad un semplice tavolo da cucina fa trovare riunita una vecchia famiglia di contadini friulani. Parole di pace ma che cadono spesso come rasoiate. Parole profetiche che hanno dentro il fuoco dell’amore; si rievocano i duri anni di guerra e si arriva ai giorni nostri, al nostro tempo infangato dal consumismo e da un benessere che può talvolta offendere lo spirito.
Ingresso a offerta libera
Obbligatori il green pass e la mascherina.
Prenotazione: obbligatoria e gratuita su www.teatroofficina.it
TEATRO OFFICINA via Sant’Elembardo, 2 Milano | MM1 Gorla | info@teatroofficina.it | www.teatroofficina.it