con lo strumento che ha permesso a tutti noi di rimanere in qualche modo in trasmissione con il mondo: il telefono.
Ho provato a “visitare” casa mia con occhi nuovi – in fondo, poco altro mondo era accessibile e “libero”. E l’ho ripresa, col telefono, come fosse un labirinto: alla ricerca di un orizzonte.
Sono andata in esplorazione di tracce di vita normale, la mia, come se ormai fossero quelle di una civiltà estinta, superata dagli eventi spaesanti e surreali di cui parlavano alla radio, “e ora il bolletino dei contagi” “notizie da Wuhang”….
Addirittura ho finalmente capito, indizio dopo indizio, che in realtà stavo dividendo i miei spazi ristretti con una androide, che – lei si- aveva il coraggio di porsi delle domande essenziali
Così ho girato “Borges e l’altro”, il trittico di “Umani molto Umani”, poi è stata la volta della serie “Avventure di un cervello educato”, una specie di animazione di un gadget a forma di cervello nelle sue riflessioni sul sapere – un viaggio nel mio esame di filosofia della scienza di molto tempo fa.
Gli parlai delle mie storie video e decisi di tirarlo dentro : gli mandavo “il girato” e poi però, al telefono, era tutto un felice equivoco -ecco perché una parte di questa produzione è migliore di quella che ho realizzata da sola. Una avventura impossibile senza wetransfer.
E per concludere, “nel 700esimo dantesco”, ho confezionato due video sullo spaesamento che il capolavoro del maestro della lingua italiana produce nelle nostre piccole vite, parcellizzate, ormai, in un mondo troppo complesso per i nostri strumenti.
Uno, “L’Amore e l’Altre Stelle“, è stato acquistato da una gallerista americana di arte digitale, eccolo qui, in america e nel web: https://www.edicurial.com/
Insieme a “Rapsodia dantesca“, è stato esposto pure in occasione di diverse celebrazioni del grande poeta.
Questa mia produzione casalinga di video ironici -sono tutti brevi e molto ritmati-, si può visionare sul mio canale youtube https://www.youtube.com/user/saralzt/videos
Ecco, cos’è stato il nostro lockdown se non una sorta di back to basics? Che senso ha, in un mondo in cui la perfezione tecnica è accessibile a tutti -coi video di youtube e altri social- che senso ha farne di nuovi, inevitabilmente low-tech, nell’asfittico giro di 50 mq? Il senso è stato il bisogno di raccontare una storia, il nostro ribaltamento memorabile, nello scarto tra la ricchezza tecnica dei prodotti che continuavano a fluire dai nostri terminali, e le nostre possibilità improvvisamente molto limitate. E la solitudine.
dell’uomo, ci ha attraversati cambiandoci per sempre.
Le propongo per svariate occasioni: congressi, di studio o mostre, corsi di teatro, workshop, seminari, spettacoli di vario genere sul biennio che finalmente si sta chiudendo … e i miei video sono una versione stralunata, uno spostamento di punto di vista.
I contenuti vanno da quelli di genere (la serie “-pausa postcard”), all’androide casalingo prossimo venturo, (“Umani molto Umani”),
l’occasionale paranoia (“Borges e l’Altro”), alle domande epistemologiche – sulla metodologia della scienza di cui sentivamo alla radio i progressi per combattere il virus (“avventure di un cervello educato”)
Per non dimenticare il 700esimo dantesco, con “rapsodia dantesca” e “L’Amore e l’Altre Stelle”.