“Le cinque rose di Jennifer”, uno dei primi testi teatrali che ha come protagonista un femminiello, andrà in scena presso il Cineteatro Baretti mercoledì 12, giovedì 13 e venerdì 14 gennaio alle ore 21. Marina Bassani, interprete e regista, affronta per la prima volta un testo di Annibale Ruccello scegliendo il capolavoro che nel 1980 impose il drammaturgo all’attenzione di pubblico e critica per aver portato in teatro la storia di un femminiello, figura iconica e complessa della cultura napoletana che oggi potremmo definire travestito.
“Le cinque rose di Jennifer”
Protagonista indiscusso dell’opera è Jennifer (Lorenzo Bartoli), femminiello malinconico e romantico. Accerchiato dalla sua collezione di scarpe, vive in attesa della telefonata di Franco, uomo col quale sogna di sposarsi. Personaggio eccentrico e a tratti istrionico, Jennifer vive sola in un quartiere di travestiti nella periferia di Napoli, lasciando al telefono e alla radio il compito di metterla in contatto con il mondo. Un isolamento sofferto ma inevitabile, che verrà interrotto solo dall’arrivo di Anna (Marina Bassani), anziana vicina di casa, ambigua figura che rappresenta il doppio di Jennifer, chiusa nel suo bigottismo e che diventa uno specchio tragico per la protagonista. Gli squilli del telefono, quasi rintocchi di un orologio cosmico, scandiscono il passare del tempo, portando verso un epilogo dalle tinte noir le vicende dei due personaggi.
La regia
Marina Bassani, attrice e regista che negli anni ha collaborato con alcune delle principali realtà teatrali di Torino come il Teatro Gobetti, il Teatro Astra e il Festival Spiritualità e che dal 2015 collabora con Lorenzo Bartoli, porta in scena il testo che negli anni ‘80 rivelò il talento di Annibale Ruccello e che continua a essere più attuale che mai: un’opera lungimirante che anticipò la condizione di vita di coloro che rifiutano il binarismo di genere, che non si sentono rappresentati in una categoria rigorosamente maschile o femminile. Marina Bassani, che ha curato anche i costumi di scena, fa una rilettura dell’opera essenziale e a tratti astratta, per dissacrare gli stereotipi che accompagnano le persone transgender e far parlare solo l’essere umano dietro di essi.
Il femminile
Prima che emergesse la questione di genere e che parole come trans, bisessuale o queer diventassero comuni, a Napoli c’era il femminiello, figura culturale prima che linguistica. Legato al contesto urbano dei quartieri spagnoli degli anni ‘70 e ‘80 il femminiello ha un ruolo chiave nella comunità poiché sintetizza, all’interno della società, l’aspetto magico e quello religioso. Figura eccentrica e spettacolare che anima i vicoli, ha una funzione centrale all’interno di alcuni riti collettivi come il battesimo, il matrimonio, la tombola natalizia o l’annuale processione al Santuario di Montevergine, la madonna dei femminielli.
Superficialmente lo si potrebbe definire un omosessuale effeminato ma non conosce chirurgia né transizione, rappresenta semmai un essere umano dalla grande forza simbolica, in costante metamorfosi. È una femmina non propriamente femmina, un maschio dalla grande fluidità identitaria, qualcosa di incompleto e affascinante. Una personalità molto radicata nel contesto casalingo e nel rito familiare ma che, allo stesso tempo, esprime la parte più trasgressiva della cultura partenopea.
Le cinque rose di Jennifer
con Marina Bassani e Lorenzo Bartoli
regia Marina Bassani
mercoledì 12, giovedì 13, venerdì 14 gennaio 2022
Cineteatro Baretti, via Baretti 4
ore 21
costo biglietti
intero €15;
ridotto under 26 e over 65 €12
gruppi (sopra 5) €10
Per prenotazioni scrivere a