Una prima a sostegno della pace: la facciata del Costanzi illuminata di blu e giallo, i colori della bandiera, in segno di vicinanza al popolo ucraino, segna il successo del debutto di Forsythe/Inger/Blanc, il trittico di danza contemporanea, in scena al Teatro dell’Opera di Roma fino a giovedì 3 marzo (ore 20.00, repliche anche martedì 1 e mercoledì 2 ore 20.00 e una matinée di mercoledì 2 marzo alle ore 11.00 riservata alle scuole).
“Costruiamo insieme il repertorio del futuro” le parole di Eleonora Abbagnato riconfermata pochi giorni fa Direttrice del Corpo di Ballo capitolino che prosegue caparbiamente non solo l’ampliamento del repertorio del corpo di ballo e la sua crescita artistica, ma si impegna anche anche in un accurato e proficuo percorso di educazione del pubblico romano alla danza contemporanea.
Ballerini talentuosi, con gli strepitosi costumi, soprattutto gli inconfondibili corsetti neri, disegnati da Gianni Versace: questo in sostanza il fulcro di Herman Schmerman del geniale William Forsythe, in prima romana, qui ripreso da José Carlos Blanco Martínez. Un balletto che non presenta alcuna trama e non si significa nulla, proprio per citare Forsythe, incuriosito dal nome di Herman Schmerman scoperto nel Il mistero del cadavere scomparso con Steve Martin. Spassosa coreografia in due atti e senza trama, creata nel 1992 per il New York City Ballet, Herman Schmerman coinvolge l’étoile Susanna Salvi, sempre più brava anche nel contemporaneo nel duetto accanto a Michele Satriano in un virtuosismo estremo sulla musica spigolosa di Thom Willems. Un balletto molto faticoso e intenso per i danzatori e il pubblico: la musicalità creare la coreografia, ma la precisione e la personalità dei danzatori fanno certamente la differenza. Costumi di Gianni Versace quando lo stilista era ai vertici della moda e non aveva rivali.
Dal virtuosismo magnetico di Forsythe alla carica eversiva di Walking Mad, creato nel 2001 da Johan Inger, talentuoso allievo di Kylián e riproposto, dopo l’esordio a Roma nel marzo 2018, ora ripreso da Yvan Dubreuil.
Sulle seducenti note del Bolero di Ravel e Für Aline di Arvo Pärt, i nove danzatori in scena si muovono intorno a un muro, struttura drammaturgia che ora li separa, ora li riavvicina, facendoli dialogare non senza incertezze e paura, felicità e humour offrendo in un tripudio di intrecci fisici uno spiraglio di comunicazione.
In scena étoile, primi ballerini, solisti e Corpo di Ballo del teatro per una serata che coinvolge ogni singolo elemento valorizzandolo nella totalità del gruppo.
È proprio quanto accade anche in From afar firmato da Nicolas Blanc, terzo titolo della serata, una prima assoluta, il più lirico dei tre balletti che risponde alla vocazione neoclassica del coreografo francese attivo negli States. Appositamente commissionato da Eleonora Abbagnato al coreografo francese è un omaggio a Ezio Bosso, sui primi due movimenti della sua Sinfonia No.1 Oceans. Va in scena un naufragio, evocato nelle scene di Andrea Miglio, con i costumi fluttuanti di Anna Biagiotti e le luci di Fabrizio Marinelli, un viaggio non solo fisico, ma soprattutto emotivo. Emozionante Susanna Salvi in coppia con Claudio Cocino, che con leggiadria e senso del dolore regala il viaggio esteriore di una donna, accanto a un uomo, in fluttuanti passi a due che regalano il senso della perdita e del naufragio.
Un’avventura umana incarnata da oltre trenta danzatori per una coreografia che valorizza il talento del corpo di ballo trainato dalla potenza delle note di Bosso e che parla di uomini e donne, nella più classica delle proposte della serata.
Tutte le musiche dello spettacolo che conferma ancora una volta la crescente versatilità crescente dei danzatori della compagnia di ballo del lirico capitolino, sono su base registrata. Per informazioni: operaroma.it
Fabiana Raponi