Debutta a Campo Teatrale, a Milano (Via Cambiasi, 10 – orari e costi in calce) da martedì 8 a domenica 13 marzo, “Boccascena. Ovvero le conseguenze dell’amor teatrale”. Lo spettacolo vede sul palco César Brie – attore, regista e drammaturgo argentino, tra i fondatori della Comuna Baires a Buenos Aires – e Antonio Attisani – studioso e professore di Storia del Teatro presso l’Università di Torino, e già direttore artistico di svariate edizioni del Festival di Santarcangelo. I due tornano nel luogo in cui lo spettacolo ha preso forma durante i primi mesi di lockdown, nei quali il regista César Brie si trovava in quarantena proprio a Campo Teatrale, quale posto migliore per trascorrere un periodo di “reclusione”?
Il testo, scritto a quattro mani da Brie e Attisani, è un gioco di riflessioni e provocazioni sulla necessità del teatro, sul bisogno e sul desiderio di vita, non senza ironia e disincanto.
Due uomini di teatro si incontrano per caso dopo tanto tempo, in un altrove che sembra un palcoscenico. Non se ne rendono conto, ma una figura – forse un regista, forse un custode, forse il loro erede – li guida in un flusso di memoria in cui riversano la scarsa sincerità di cui sono capaci, scoprendo di essere stati legati l’un l’altro lungo tutto il corso della vita.
La loro è stata un’amicizia ruvida, senza compiacimenti né complicità, entrambi seguendo su diverse mappe le tracce di un teatro necessario a sé stessi e agli altri.
In questo ritrovarsi ironico e disincantato, l’enigmatico Servo di scena suggerisce e suona i temi privati e universali che hanno interpretato, chissà se bene o male nel corso della loro vita.
I racconti dei due diventano un viaggio che li porta a fare i conti con sé stessi, con le differenze tra loro, con visioni e vicende dell’eterno passato, un viaggio che attraversa opere, scuole, maestri, colleghi, amori, colpe, malattie. Memorie ferite.
L’esercizio della sincerità è la loro ultima recita costellata di incidenti, una musica incostante nella quale affiorano le conseguenze dell’amore travolgente per un teatro popolato da mille personaggi e specialmente, in quest’ultimo passaggio, dal Gatto e la Volpe, l’anziana coppia che vorrebbe giustiziare simbolicamente quel Pinocchio che è diventato un “bravo bambino”, il vero vincitore nella realtà storica.
La scombinata narrazione procede per salti e cadute, da un’allegra insofferenza iniziale all’ultima uscita di scena, uno sconsolato matrimonio.
Per astra ad aspera. Fine teatro mai.
Questo lavoro è stato dapprima scritto da un anziano attore e un vecchissimo professore durante la pandemia che ha rinchiuso tutti in casa per molti mesi. Le battute di Volpe non sono state scritte da Volpe e quelle di Gatto da Gatto. È tutto molto più confuso, grazie anche a ciò che è accaduto durante le prove.
La stesura del primo copione è stato un esercizio di amicizia, di fiducia, di confronto e polemica con il mondo, di accordo e disaccordo, un esercizio che ha permesso ai due di vivere la solitudine della peste nel calore della creazione. E i due vecchi vanitosi vanno fieri dell’aver preparato un’opera teatrale che per molti versi non ha precedenti, ma che non farà male a nessuno.
CESAR BRIE nasce a Buenos Aires, Argentina. Arriva in Italia a 18 anni con la Comuna Baires, gruppo teatrale di cui è cofondatore, recitando in più produzioni, dirette da Renzo Casali e Liliana Duca. Con questo gruppo ha cominciato a sviluppare un’arte apolide, a stretto contatto con le molte realtà incontrate in una vita passata per scelta in esilio. Dopo il 1975 crea a Milano il Collettivo teatrale Tupac Amaru, tra gli spettacoli prodotti “A Rincorrere il Sole”, “Ehi”, in collaborazione con Danio Manfredini e “E tentavano infine di scappare”. Dal 1981 al 1990 lavora insieme a Iben Nagel Rasmussen nel Gruppo Farfa e poi nel Odin Teatret nelle vesti di autore, regista e attore. Tre, tra i titoli di questi anni: “Matrimonio con Dio” e “Talabot” con la regia di Eugenio Barba e “Il Paese di nod”, regia e drammaturgia di César Brie. Poi da solo “Il Mare in Tasca”, “Torneranno i miei figli” e con Naira Gonzalez Romeo e Giulietta. A seguito di queste esperienze nel 1991, fonda in Bolivia il Teatro de Los Andes col quale crea spettacoli che partono dalla storia o dai classici, ma calati profondamente nell’attualità: una serie di lavori esemplari destinati a girare il mondo (“Ubu in Bolivia”, “Solo gli ingenui muoiono d’amore”, “I Sandali del Tempo”, “Dentro un sole giallo”, “Fagile”, “Otra vez Marcelo”… “L’Iliade”, “L’Odisea”). Su L’Iliade hanno scritto “Ci sono spettacoli – pochi, imprevedibili – che incantano e s’imprimono nella memoria come un’esperienza irripetibile. Gli spettatori se li raccontano a distanza di anni alimentandone il mito. L’Iliade del Teatro de Los Andes è uno di questi (….). Presentato in mezzo mondo, ha ovunque trascinato pubblico e critica in un consenso unanime, facendo gridare al capolavoro. Quasi duecento repliche in due anni. Tutti i temi del teatro di Brie sembrano fondersi qui in una profonda riflessione sulla violenza e sul tempo, nel tentativo di rivedere la tragedia antica alla luce della propria storia”. (Fernando Marchiori). César Brie partecipa anche ad altre produzioni, come autore o regista: “Il cielo degli altri”, realizzato in Italia con gli attori del Teatro Setaccio; Zio Vanja di Anton Cechov, di cui cura la regia insieme a Isadora Angelini; “Todos los ausentes”, realizzato a Santiago del Cile con l’attore Hector Noguera del Teatro Camino; scrive “I clienti”, con la regia di Giancarlo Gentilucci per Arti e Spettacolo. Dal 2010 in Italia crea “Albero senza Ombra” e “120 chili di jazz”, “Karamazov”, “Il Vecchio Principe”, “La Mite”, “Viva l’Italia”, “L’avvoltoio”. Campo Teatrale produce alcune delle sue ultime regie: “Indolore”, “La volontà” e “Prima della bomba”.
ANTONIO ATTISANI si è diplomato attore presso la Scuola del Piccolo Teatro nel 1968 e ha preso parte agli spettacoli delle stagioni 1968-69 e 1969-70. Successivamente ha dato vita al Teatro del Sole con Carlo e Iva Formigoni; ha poi partecipato al Gruppo della Rocca. Nel 1976 ha fondato la rivista «Scena», lasciata nel 1981, anno in cui ha diretto per la prima volta il Festival di Santarcangelo. Dopo alcuni anni di critica teatrale freelance e di lavoro presso la cooperativa Intrapresa ha ripreso, dal 1989, la direzione del Festival di Santarcangelo per un quinquennio. E’ stato professore di Storia del teatro. Ha scritto diversi contributi sul teatro in generale, tra i quali ricordiamo: Fiabe teatrali del Tibet; L’invenzione del teatro. Fenomenologie e attori della ricerca; Un teatro apocrifo. Il potenziale dell’arte teatrale nel Workcenter of Jerzi Grotowski and Thomas Richards; Logiche della performance. Dalla singolarità francescana alla nuova mimesi; Solomon Michoels e Veniamin Zuskin. Vite parallele nell’arte e nella morte.
I suoi interessi di ricerca riguardano: il teatro contemporaneo e il teatro del Novecento; teatro e filosofia; il teatro del Tibet; la ricerca sul campo con il Théâtre du Radeau e il Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards; motivi e figure del teatro yiddish.
CREDITS COMPLETI:
Attori
Antonio Attisani
Giulia Bertasi
César Brie
Testo
César Brie
Antonio Attisani
Stendardi e ritratti
Marisa Bello
Interventi musicali
Giulia Bertasi
Pablo Brie
Federico Costanza
Scene e costumi
Giancarlo Gentilucci
Maschere
Andrea Cavarra
Chiara Barlassina
Disegno Luci
Daniela Vespa
Assistente alla regia
Adele Di Bella
Fotografie
Paolo Porto
Grafica e locandina
Giuliano Spagnul
Residenze
Arti e spettacolo – Teatro Nobel per la Pace
Campo Teatrale
Comune di Alta Val Tidone
Olinda/TeatroLaCucina
Teatro Rasi – Ravenna Teatro
Produzione e organizzazione
Campo Teatrale
Emilia Romagna Teatro Fondazione (ERT)
Ravenna Teatro
Produzione esecutiva
Smart Soc. Coop. Impresa Sociale
PER INFO E BIGLIETTERIA
CAMPO TEATRALE
via Cambiasi 10, Milano
02 26113133 – biglietteria@campoteatrale.it – www.campoteatrale.it
Metro MM2 Udine-Lambrate / Linee di superficie 55-62
ORARI: dal 8 al 13 marzo
martedì e venerdì: ore 20:30
mercoledì, giovedì e sabato: ore 21
domenica: ore 18:30
BIGLIETTI
intero: 20 euro – ridotto on-line: € 15 anzichè € 20
8 marzo biglietto unico € 10
ORARI BIGLIETTERIA
Presso gli uffici in via Casoretto, 41/a
dal lunedì al venerdì 15.00 -19.00 / sab. e dom. 10.00 – 13.00 e 14.00 -18:00
Presso la biglietteria del teatro in via Cambiasi 10, solo nei giorni di spettacolo, a partire da 30 minuti dall’inizio della replica