Quattro spettacoli in quattro giorni, da giovedì 7 a domenica 10 aprile al Teatro Oscar: un’occasione unica per scoprire e approfondire la poetica dell’attore, autore e scenografo Luigi D’Elia e del drammaturgo e regista Francesco Niccolini, coppia artistica da più di dieci anni con all’attivo oltre mille repliche e tournée fino a Santiago del Cile. Hanno portato sulla scena la stagione d’oro di Jack London, l’amore senza paura di Don Milani, naufragi, foreste e storie selvagge. Soprattutto storie selvagge.
Dal 2009, a partire dal piccolo monologo “Storia d’amore e di alberi”, D’Elia e Niccolini hanno cominciato a tracciare insieme un itinerario artistico di notevole pregnanza che nel tempo è diventato un tratto distintivo per raccontare la Natura, le sue leggi, i suoi incanti, dando vita a narrazioni tra le più premiate del teatro ragazzi d’Italia e a racconti per adulti portati al pubblico con tenerezza, rabbia, umanità.
È un teatro delle “cose naturali e umane del Mondo” quello dei due autori, che siano lontane storie dal Congo o vicinissime storie di gente in fuga oltre il mare.
I due collaborano da oltre dieci anni e insieme hanno vinto il Premio Eolo con “La Grande Foresta” (Migliore novità 2013) e “Zanna Bianca” (Migliore spettacolo 2019) e per tre volte il Festival Festebà di Ferrara (2011, 2013, 2019). Il libro illustrato “Aspettando il vento” (Becco Giallo 2014) tratto dall’omonimo spettacolo è stato finalista al Premio Andersen di Letteratura per l’Infanzia. Hanno raccontato in Italia, Svizzera, Spagna, Cile, in italiano e in spagnolo.
Nel 2016 hanno realizzato la narrazione per un pubblico adulto “Cammelli a Barbiana”, sull’esperienza della scuola di Barbiana di Don Milani e lo spettacolo è stato trasmesso in diretta nazionale su Radio Rai 3.
Nel 2019 Cuepress ha pubblicato “Della natura selvaggia – Il Teatro nel bosco di Luigi D’Elia e Francesco Niccolini”, un’antologia a più mani dedicata alla ricerca sul racconto della natura dei due autori.
La nuova compagnia teatrale che sviluppa la sua ricerca si chiama INTI, come il Dio del Sole delle popolazioni Inca. INTI cura e distribuisce la ricerca sul racconto della natura condotta da Luigi D’Elia e Francesco Niccolini.L’ultima produzione è stata lo spettacolo per un pubblico adulti “Preludi all’amore, paesi, sogni, stagioni”, un ritratto neorealista e magico della gente delle campagne del Salento, insieme al gruppo musicale Bevano Est. Lo spettacolo è pubblicato come CD audio nel 2020 con il titolo “Cinque racconti di fine estate”.
- Giovedì 7 aprile 2022, ore 20:30
Tarzan, ragazzo selvaggio
di Francesco Niccolini e Luigi D’Elia
molto liberamente ispirato a Tarzan of the Apes di Edgar Rice Burroughs con Luigi D’Elia
regia di Francesco Niccolini e Luigi D’Elia
spazio scenico Deni Bianco e Luigi D’Elia
luci Paolo Mongelli
organizzazione Francesca Vetrano e Sabrina Cocco
una coproduzione Teatri di Bari e INTI
con il sostegno di Giallo Mare Minimal Teatro Empoli nell’ambito del progetto “Residenze” Art. 43 Mibact-Regione Toscana
Lo spettacolo sostiene Survival International, il movimento mondiale per i popoli indigeni, e la sua campagna per un nuovo modello di conservazione, efficace e rispettoso dei popoli indigeni, contro la conservazione coloniale che ruba la terra ai popoli nativi che la custodiscono e la abitano da sempre.
“Per me non si tratta di un bambino idiota.
È semplicemente un ragazzo che ha avuto la sfortuna di passare sei, sette, forse otto anni nella foresta, in una solitudine e un isolamento completo.”
Il ragazzo selvaggio, François Truffaut
Esistono pochi casi reali di bambini cresciuti da soli nella natura o allevati dagli animali. È accaduto che siano stati cresciuti da lupi, cani, scimmie, animali della Savana. Le loro storie si perdono nel tempo tra cronaca e leggenda, tra sogno e realtà, ma qui abbiamo il dono del teatro che fa esistere per un’ora nel rito antico e carnale del racconto, del corpo dell’attore e del respiro del pubblico la storia un bambino rimasto orfano nella foresta del Congo e cresciuto volando da un albero all’altro come le scimmie. Tarzan, era lo strano verso che facevano le scimmie per chiamarlo o indicarlo. Che nella loro lingua, perché ogni animale ha una sua lingua e un suo canto, voleva dire pelle bianca. Questo spettacolo, nato durante la più importante crisi sanitaria e ambientale del nostro tempo, racconta la sua storia, nuda e cruda, senza nessuna concessione alle promesse degli adulti e del progresso. Con il più grande amore per il mistero intoccabile della crescita, dell’umano e della nostra Terra.
Tarzan ragazzo selvaggio si libera della tradizione hollywoodiana, non ci sono alligatori uccisi dopo lunghe e pericolose nuotate, Cita – meglio dirselo subito – non esiste, e il rapporto con Jane è molto più complicato: la base del racconto teatrale è Tarzan of the Apes di Edgar Rice Burroughs.
- Venerdì 8 aprile 2022, ore 20:30
Cammelli a Barbiana. Don Milani e la sua scuola
Di Francesco Niccolini e Luigi D’Elia
Con Luigi D’Elia
Regia Fabrizio Saccomanno
Distribuzione INTI
Una produzione Thalassia – Teatri Abitati
Con la collaborazione della Fondazione Don Lorenzo Milani e del festival Montagne Racconta (Treville, Montagne – TN)
Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada.
(Matteo 10,32-11,5)
Un ragazzo ricco, sorridente e pure bello. In lotta con la scuola e la sua famiglia. I domestici di casa lo chiamano “signorino”, e a lui non va giù. Ma è un figlio di papà che mentre i ragazzi della sua età vanno a combattere per Mussolini, studia da pittore. Eppure, sotto le bombe dell’estate del ‘43 lascia la sua bella e comoda vita per farsi prete, senza immaginare che da lì a una decina d’anni verrà esiliato in mezzo ai boschi dell’Appenino toscano dalla sua stessa Chiesa. Ma proprio lassù questo ragazzo ricco, sorridente e pure bello darà vita – con pochi ragazzi di mezza montagna – al miracolo della Scuola di Barbiana, diventando il maestro più rivoluzionario, dinamitardo e rompicoglioni del dopoguerra italiano: don Lorenzo Milani.
La storia di Lorenzo, prete, maestro e uomo, è scritta a quattro mani da Francesco Niccolini e Luigi D’Elia, un racconto che parla agli adulti dopo quattro narrazioni premiate tra i migliori lavori del teatro ragazzi italiano negli ultimi anni. È la storia di una scuola nei boschi, dove si fa lezione tra i prati e lungo i fiumi, senza lavagna, senza banchi, senza primo della classe e soprattutto senza somari né bocciati. Lassù c’è tutto il tempo che serve per aspettare gli ultimi.
Una storia raccontata da Luigi D’Elia, un artigiano della narrazione e un educatore ambientale. Luigi D’Elia, con i bambini, i ragazzi e le maestre ci lavora da oltre quindici anni tra la natura e i banchi di scuola.
“Cammelli a Barbiana” è un racconto a mani nude, senza costumi e senza scena. Un racconto duro, amaro, ma allo stesso tempo intessuto di tenerezza per quel miracolo irripetibile che è stato Barbiana, e con tutta la sorpresa negli occhi di quei ragazzi dimenticati che, un giorno, videro un cammello volare sulle loro teste.
- Sabato 9 aprile 2022, ore 20:30
Non abbiate paura. Grand Hotel Albania
di Francesco Niccolini
con Luigi D’Elia
luci Paolo Mongelli
musiche Claudio Prima
Una produzione INTI, la terra delle storie in viaggio
«Sei giovane, hai tutta la vita davanti». Mi sono alzato. Be’, adesso sapevo che avevo tutta la vita davanti ma non me ne sarei certo fatto una malattia.
Romain Gary
Marzo 1991. Nell’arco di tre giorni ventimila cittadini albanesi in fuga dal loro paese, affamati, in cerca di libertà e di una vita nuova sbarcano a Brindisi. Ad accoglierli una città povera di ottantamila abitanti, schiacciata dalla disoccupazione, dall’illegalità e da uno stato assente e cinico. Poteva succedere di tutto, sarebbe bastata una scintilla e invece…
Invece racconto il miracolo laico che vide involontaria protagonista la mia città, l’incontro eccezionale di centomila corpi estranei, stretti in quei cinque giorni di storia.
“Non abbiate paura” è un racconto per quelli che stavano da questa parte del mare. Per non dimenticare quello che accadde allora. Per una medaglia mai data. Ma soprattutto per un incontro inimmaginabile: quello fra i cittadini brindisini e più di ventimila albanesi. Nell’orazione civile di Francesco Niccolini, la cronaca di quei giorni si fonde con lo sguardo e i ricordi di Luigi D’Elia, narratore, autore, nato e cresciuto a Brindisi, formatosi come artista e attivista tra gli interstizi della natura ancora intoccata della sua città e l’ennesimo tradimento di questa come tante terre periferiche. Ma poi un giorno, per caso, accade un miracolo, lontano dagli occhi del potere e della retorica. Un miracolo vero, fatto di migliaia di corpi che all’improvviso si incontrano nell’umanità più nuda che potessero immaginare.
Quella dello sbarco del marzo ‘91 è una storia pugliese senza nessuna redenzione dall’alto. Senza l’intervento salvifico del potere centrale né di alcuna bandiera. È soltanto la storia di un naufragio umano di ventimila corpi che poteva essere la scintilla di un’apocalisse. E non lo è stato. Viceversa si è tramutata in una delle pagine di dignità e umanità che più vale la pena di ricordare, in questo mondo disinfettato e cattivo che siamo riusciti a tirarci addosso.
Domenica 10 aprile 2022, ore 16:30
Zanna bianca. Della natura selvaggia
Adatto a ragazzi e famiglie
di Francesco Niccolini
liberamente ispirato ai romanzi e alla vita avventurosa di Jack London
regia Francesco Niccolini e Luigi D’Elia
con Luigi D’Elia
scene costruite da Luigi D’Elia
luci Paolo Mongelli
distribuzione Francesca Vetrano
una produzione INTI
con il sostegno della Residenza artistica di Novoli
e del festival Montagne Racconta (Treville, Montagne – TN)
Vincitore EoloAwards 2019 come Miglior Spettacolo Vincitore Festebà 2019
Nel grande Nord, al centro di un silenzio bianco e sconfinato, una lupa con chiazze di pelo color rosso cannella sul capo e una lunga striscia bianca sul petto, ha trovato la tana migliore dove far nascere i suoi cuccioli. Tra questi un batuffolo di pelo che presto diventerà il lupo più famoso di tutti i tempi: Zanna Bianca.
Luigi D’Elia e Francesco Niccolini tornano nel luogo che amano di più, la grande foresta. Ma se anni fa l’avevano raccontata con gli occhi di un bambino meravigliato e di un nonno esperto e silenzioso, questa volta rinunciano agli esseri umani e alle loro parole, per incontrare chi della foresta fa parte come le sue ombre, il muschio, l’ossigeno: i lupi. Questo è uno spettacolo che ha gli occhi di un lupo, da quando cucciolo per la prima volta scopre il mondo fuori dalla tana a quando fa esperienza della vita, della morte, della notte, dell’uomo, fino all’incontro più strano e misterioso: un ululato sconosciuto, nella notte. E da lì non si torna più indietro.
Un racconto che morde, a volte corre veloce sulla neve, altre volte si raccoglie intorno al fuoco. Un omaggio selvaggio e passionale che arriva dopo dieci anni di racconto della natura, a Jack London, ai lupi, al Grande Nord e all’antica e ancestrale infanzia del mondo.
Di Francesco Niccolini
Come ci assomigliano, i lupi.
Modificano le loro tecniche di caccia a seconda delle difficoltà che incontrano, condividono il cibo con i membri più vecchi, che non riescono a procurarselo e si fanno regali.
Sono in grado di vivere una settimana senza mangiare e di percorrere anche trenta chilometri senza rompere il passo.
Possiedono tre sistemi di comunicazione: vocale, posturale e olfattivo.
Il colore del pellame varia dall’ardesia al bianco, dal marrone cioccolato all’ocra, alla cannella e al grigio.
Non è vero che i lupi si limitano a uccidere le prede vecchie, deboli o ferite, a volte si avventano anche su esemplari in piena salute, così come non sempre cacciano per necessità: a volte – raramente, a dire la verità – uccidono in eccesso. Talvolta si uccidono anche tra di loro. Ma dedicano buona parte del tempo ai loro piccoli, e a giocare.
I lupi sono uniti da un sottile legame con la foresta che attraversano: le loro pellicce raccolgono e trasportano i semi caduti dagli alberi, disperdendoli efficacemente lungo la pista, a chilometri di distanza. Tradotto: i lupi piantano gli alberi.
Il più celebre di tutti i lupi, non c’è dubbio è White Fang, in Italia meglio conosciuto come Zanna Bianca.
Ma forse non tutti ricordano che Zanna Bianca è un incrocio: un po’ lupo e un po’ cane. Più lupo che cane. E gli incroci, quelli che con disprezzo chiamiamo “bastardi”, sono gli animali migliori, perché spesso prendono i pregi di una razza e dell’altra. Così, quando io e Luigi D’Elia abbiamo cominciato a costruire lo spettacolo, ci siamo visti costretti a tradire Jack London e il suo celebre romanzo per dar vita al nostro incrocio: un po’ Zanna Bianca. Troppo forte il richiamo del bosco, dell’estremo nord del mondo perché il lupo protagonista di questa storia invecchiasse come un cane da compagnia, in casa, su un tappeto, tra ciabatte e tende con i pizzi: impossibile, Zanna Bianca non è un qualunque, orribile cagnolino di città né da salotto. Infedeli a Jack London, abbiamo preferito la fedeltà ai suoi due romanzi mischiati insieme, e alle sue disavventure in cerca d’oro e celebrità: con un doppio salto mortale il “nostro” Zanna Bianca ha ceduto a quell’irrefrenabile richiamo della foresta che – a Dio piacendo, come diceva una cara nonnina di nostra conoscenza – ci auguriamo ogni ragazzo e ogni spettatore provi un giorno, almeno una volta. Senza pantofole, senza salotti, senza città, telefonini e merendine preconfezionate: solo bosco, il cuore che batte a mille e vita.
Francesco Niccolini nato ad Arezzo il primo giugno 1965, si è laureato in Storia dello Spettacolo all’Università di Firenze. Attraverso il suo lavoro di drammaturgo, vigila sul malessere dell’umanità. Da molti anni lavora, studia e scrive con Marco Paolini e insieme a lui ha realizzato Il Milio-ne, Appunti Foresti, Parlamento chimico, Storie di plastica, la versione televisiva del Vajont, i racconti del Teatro civico di Report per RAI3, insieme ad Andrea Purgatori, ITIS Galileo e – proprio allo Stabile di Bolzano, Il calzolaio di Ulisse.
Negli ultimi anni ha stretto sodalizi artistici speciali con alcuni attori, compagnie e registi che ne stanno caratterizzando il lavoro: Arca Azzurra, Emanuele Gamba, Tonio De Nitto, Alessio Boni, Giuseppe Miale e gli attori del NEST, ma soprattutto con Luigi D’Elia, con il quale da undici anni ha intrapreso un costante progetto di teatro e natura selvaggia che li ha portati ormai quasi a mille repliche dei loro spettacoli e a tournée fino a Santiago del Cile. Ha scritto testi e spettacoli per Simone Cristicchi, Banda Osiris, Alessandro Benvenuti, Anna Bonaiuto, Giuseppe Cederna, Angela Finocchiaro, Arnoldo Foà, Sandro Lombardi, Vetrano e Randisi. Pubblica per Mondadori, Einaudi, BeccoGiallo, Carthusia e CuePress.
Luigi D’Elia. Autore, attore, scenografo nato a Brindisi. Ha portato in scena la stagione d’oro di Jack London, l’amore senza paura di Don Milani, lupi, naufragi, foreste e storie selvagge. Soprattutto storie selvagge.
Si è formato in natura prima in progetti di conservazione e narrazione dei luoghi poi tra diversi teatri e la Riserva Naturale di Torre Guaceto, in Puglia. Da questo luogo e da questa esperienza sono nati incontri e altre formazioni sempre in simbiosi tra teatro, arti visive e cura dei luoghi naturali.
Dalla sua ricerca sono nati spettacoli, eventi di attraversamento poetico dei luoghi, progetti d’arte pubblica, festival, pubblicazioni, progetti di forestazione partecipata.
INFORMAZIONI
deSidera Teatro Oscar
Via Lattanzio 58/A, Milano
334 8541004
BIGLIETTERIA
biglietteria@oscar-desidera.it
Abbonamento speciale Luigi D’Elia: 4 spettacoli 60 euro
Biglietto intero 18 euro
Biglietto ridotto 15/10 euro
BIGLIETTERIA ONLINE: https://www.vivaticket.com/it/tour/nuovo-teatro-oscar/2867
BIGLIETTERIA DEL TEATRO: apre da 1 ora prima l’inizio dello spettacolo