Cala il sipario sulla Stagione 2021-2022 di Teatro Senza Quartiere organizzata dal Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda: finale con brio tra questioni esistenziali e aspirazioni artistiche con “F.M. e il suo doppio” di e con Fabio Marceddu in cartellone sabato 9 aprile alle 21 al TsE di Is Mirrionis in via Quintino Sella a Cagliari. Una pièce originale tra spunti autobiografici e riflessioni sul mestiere dell’attore, e sulla condizione di tanti giovani costretti a partire per inseguire un sogno: una storia vera e avvincente, in cui il protagonista si mette a nudo, ripercorrendo i momenti e gli incontri più significativi della sua intensa carriera, le crisi e la rinascita, le delusioni e il successo, grazie a un indubbio talento istrionico, alla forte determinazione e al coraggio di varcare il mare per cercare di entrare nel mondo dello spettacolo da professionista, tra provini, lezioni all’accademia e stages.
“F.M. e il suo doppio”
(Premio Ermo Colle 2021) – con regia di Fabio Marceddu e Antonello Murgia e elementi scenici e costumi di Paoletta Dessì, produzione Teatro dallarmadio – parla della ricerca della propria identità: «è il racconto di una vita, di una porzione di vita, dove il motore è il teatro» – si legge nelle note di presentazione -. «“F.M.” è Fabio Marceddu, ma è anche maschile e femminile, è anche Frequenze Medie, perché la verità sta nel mezzo, ed è anche fra Martino, il grido d’allarme intimato al frate che dorme invece di suonare le campane. E prima che la campana suoni, come recita l’incipit: “Visto che ci stanno togliendo il futuro volgo lo sguardo al passato”».
Una insolita e divertente (auto)biografia d’artista con “F.M. e il suo doppio” del Teatro dallarmadio (vincitore del XX Palio Ermo Colle (2021) e del Premio del Pubblico alle Voci dell’anima (2016), presentato anche all’INSCENA Festival di New York nel 2018), uno spettacolo scritto e interpretato da Fabio Marceddu, che firma anche la regia a quattro mani con Antonello Murgia, in cartellone sabato 9 aprile alle 21 al TsE di via Quintino Sella nel cuore di Is Mirrionis a Cagliari per l’ultimo appuntamento della Stagione 2021-2022 di Teatro Senza Quartiere organizzata dal Teatro del Segno, con la direzione artistica di Stefano Ledda, nello spazio “ritrovato” nello storico rione del capoluogo e dedicata al cantante lirico, regista e scrittore Gianluca Floris (prematuramente scomparso), artista di fama internazionale e figura di spicco del panorama culturale isolano.
Viaggio nella mente del protagonista, un ardimentoso giovane aspirante attore che a dispetto di tutti i dubbi e di tutte le difficoltà, ma anche delle incertezze di una carriera nel mondo dello spettacolo, decide di varcare il mare per confrontarsi con gli impegnativi provini, indispensabili per avere accesso alle più importanti accademie e scuole di recitazione italiane, dove apprendere i fondamenti dell’interpretazione e confrontarsi con le diverse tecniche, stili e registri del teatro classico e contemporaneo, sulle orme dei grandi maestri. Un miraggio, un sogno (quasi) impossibile diventato realtà in virtù di un innato talento istrionico e di una forte determinazione, non senza una certa temerarietà, nel seguire una vocazione chiara fin da subito: un percorso arduo e irto di difficoltà, non solo per il ristretto numero di posti e borse di studio offerti dalle istituzioni più prestigiose, ma altresì per le ben note ragioni geografiche e logistiche, che aggiungono nuovi ostacoli per chi sia nato e cresciuto su un’Isola.
Il Mare Mediterraneo, antica via d’acqua per mercanti e marinai, si trasforma in un muro insormontabile, un confine, che ingigantisce le distanze e i costi anche nell’era dell’aviazione e dei voli transcontinentali, tanto più in un’epoca non tanto remota quando l’auspicata continuità territoriale era un concetto “esotico” e fantasioso: ma l’eroe di questa storia non si perde d’animo e non si arrende, nella convinzione di aver trovato la propria strada, pieno di entusiasmo e ardente di “sacro fuoco”. Infine, dopo varie peripezie, incontri memorabili con artisti straordinari, e altri più surreali con stravaganti animali metropolitani, arriva l’occasione tanto attesa per un’esperienza formativa ad alto livello e di respiro europeo in una nuovissima Accademia sotto l’egida del grande Gigi Proietti. E dove, se non a Palmi… in Calabria? (Quasi una “migrazione” alla rovescia, dal Centro-Sud al profondo Meridione d’Italia). Tra i tanti colpi di scena di una narrazione ricca di imprevisti e di sorprese, la nuova avventura artistica si rivelerà foriera non solo di saperi ma anche di scoperte sul piano professionale e personale, un periodo intenso e emozionante sul cammino per la conoscenza di sé e la definizione della propria identità.
“F.M. e il suo doppio” è «il racconto di una vita, di una porzione di vita, dove il motore è il teatro. L’amore per il teatro, la necessità di fare teatro, la difficoltà di essere attori, alla periferia di un Paese dove è già difficile fare questo mestiere nella Capitale» – si legge nelle note di presentazione -. «“F.M.” è Fabio Marceddu, ma è anche maschile e femminile, è anche Frequenze Medie, perché la verità sta nel mezzo, ed è anche fra Martino, il grido d’allarme intimato al frate che dorme invece di suonare le campane. E prima che la campana suoni, come recita l’incipit: “Visto che ci stanno togliendo il futuro volgo lo sguardo al passato”».
Un titolo che è quasi un calembour, giocato sulle iniziali del nome ma anche sulle definizioni di genere, ormai anacronistiche e superate in un’era caratterizzata dal riconoscimento del “gender fluid” e dalle questioni LGBTQIA, o così dovrebbe essere in una società evoluta e civile alle soglie del Terzo Millennio, ma pur sempre dominanti nei documenti ufficiali e causa di molteplici discriminazioni, con gli inevitabili pregiudizi e paure, che rendono ancora necessario e utile parlare di “coming out”. E tra le due consonanti si inserisce una serie illimitata di intuizioni, provocazioni e variazioni sul tema (musicali e no), con riflessioni semiserie su tutto ciò che corrisponde a una presunta idea di “normalità” a fronte della “diversità” che infrange i canoni estetici o morali, per suggerire e reinventare nuove forme di bellezza.
Focus sull’inesauribile “passione teatrale” del protagonista, un giovanissimo e via via più consapevole Fabio Marceddu, ormai affermato e riconosciuto professionista della scena, senza però mai rinunciare quella vena irriverente e fanciullesca che gli consente di “abitare” i personaggi e le trame più diverse, di incarnare donne e uomini ma anche insetti in uno speciale “bestiario” dove perfino la favola della cicala e della formica diventa metafora di una esistenza d’artista.
“F.M. e il suo doppio” mette l’accento anche sul dualismo che caratterizza l’intero cosmo, o comunque la percezione della realtà attraverso antitesi di opposti, dal mito del Doppelgänger, che si invera e trova molteplici declinazioni nell’arte dell’attore, al rinnovarsi nell’agire e nello spirito umano dell’eterno conflitto tra il bene e il male: qui però l’accento è sulla coesistenza di una parte femminile e una maschile, che si riflette nell’armonia tra yin e yang suggerita dal Taoismo.
In un gioco di rimandi e citazioni, un’antologia di “pezzi” classici del repertorio da Samuel Beckett a Frank Wedekind, da Max Aub a Jean Genet, passando per Ugo Foscolo, fino a Raymond Queneau e Copi (al secolo l’argentino Raúl Damonte Botana) si intreccia alle note personali dell'(auto)ritratto di un performer abituato a mutare aspetto, voce e carattere pur restando nell’intimo fedele a se stesso, e continuando però a sperimentare nuovi linguaggi e moltiplicandosi all’infinito per vivere e riassumere in se tutte le vite possibili. “F.M. e il suo doppio” è un diario d’artista, costruito per appunti, flashbach, giustapposizioni e contrasti, dove le stagioni dell’esistenza si confondono e si mescolano alle trame di tragedie e commedie, tra passaggi virtuosistici, momenti di crudo realismo e slanci lirici di alta poesia. Uno spettacolo intrigante e coinvolgente, in cui il protagonista si mette a nudo e si guarda, come in uno specchio, scandagliando la propria anima e svelando i propri desideri, le illusioni e il disincanto, le fantasie più sfrenate fino a farne materia di rappresentazione (meta)teatrale, oltre il limite invisibile della quarta parete, tra ironia e pathos, per colpire dritto al cuore.
XX Palio Ermo Colle – 2021 – queste le motivazioni della giuria critica composta da Fabrizio Croci, Silvio Malacarne, Patrizia Mattioli, Valeria Ottolenghi e Sandra Soncini che ha votato “F.M. e il suo doppio” all’unanimità:
«Le iniziali del titolo per il nome dell’attore in scena, davvero strepitoso, ma anche per la sofferta dialettica tra femmina e maschio, un incanto seguire la tenacia, con cui viene conquistata la propria identità anche di artista sul palcoscenico. La Sardegna terra d’origine e la famiglia: tante le contraddizioni.
I numerosi lavori per completare la formazione, i provini in giro per l’Italia, Gigi Proietti, Franco Quadri e le esperienze europee. Anche quando le risate sono piene, ed esplodono fra il pubblico, si avverte la fatica, spesso dolorosa di rimanere fedeli a se stessi. Strabiliante il succedersi delle metamorfosi in scena. Bravissimo Fabio!».
La Stagione 2021-2022 di Teatro Senza Quartiere al TsE di Is Mirrionis a Cagliari si chiude quindi in bellezza sabato 9 aprile alle 21 con “F.M. e il suo doppio” di e con Fabio Marceddu: un travolgente e sorprendente monologo per una riflessione sull’evoluzione culturale e sociale, vista «con lo sguardo di un adolescente inquieto, alla ricerca del suo “Ego stabile”».
IL CONCORSO – Prosegue “Veni, Vidi… Scrissi”, il concorso per aspiranti critici teatrali indetto dal Teatro del Segno e inaugurato con l’anteprima dedicata agli “Amori da Palcoscenico”: in palio biglietti omaggio per gli spettacoli in cartellone oltre a un abbonamento (per due persone) alla prossima Stagione di Teatro Senza Quartiere 2022-2023 per il vincitore / la vincitrice designato/a a insindacabile giudizio della giuria presieduta dalla giornalista Maria Paola Masala (già firma del quotidiano “L’Unione Sarda”) mentre la migliore recensione sarà pubblicata sul portale SardegnaEventi24.it . «Un’idea nata» – spiega il direttore artistico Stefano Ledda – «con l’intento di avvicinare e coinvolgere il pubblico e in particolare i più giovani, ma non solo, nel meraviglioso gioco del teatro, sollecitando uno sguardo critico e uno studio attento sui contenuti e sull’estetica teatrale».
BIGLIETTO SOSPESO – Continua anche l’iniziativa del “biglietto sospeso”, ispirata alla tradizione partenopea del “caffè sospeso”, che permette a chi lo desideri di offrire la visione di uno spettacolo a chi non potrebbe permettersi il costo dell’ingresso e nel contempo sostenere il progetto “Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro” 2017-2026, per un’idea di cultura sostenibile e di solidarietà nel segno della bellezza, nella convinzione che il teatro uno spezio fisico e metafisico di confronto fondamentale per lo sviluppo armonioso della comunità.
IL PROGETTO
Il TsE – spazio “ritrovato” e palcoscenico aperto alla città – è il fulcro di un progetto pluriennale di “teatro sociale”, nato con l’idea di offrire un’alternativa e un’opportunità agli abitanti del quartiere e in particolare alle giovani generazioni: un riuscito “esperimento” culturale, capace di intercettare e valorizzare risorse e talenti e insieme di rispondere a istanze e problemi, affrontando argomenti delicati e complessi come il gioco d’azzardo patologico e il fenomeno sempre più diffuso delle truffe ai danni degli anziani. L’arte della rappresentazione come sintesi del reale e proiezione dell’immaginario, capace di dar corpo ai sogni (e agli incubi) del mondo contemporaneo, con un palcoscenico “pulsante” di emozioni trasfigurate in parole, suoni e visioni e un luogo d’incontro e confronto parte integrante della vita culturale e sociale della comunità.
Tra le incertezze del presente, ma guardando al futuro: il progetto pluriennale “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” proseguirà per un altro quinquennio, in virtù della proroga della convenzione che affida lo storico cineteatro parrocchiale di Sant’Eusebio, ora divenuto TsE, al Teatro del Segno fino al 2026. Un teatro “abitato” che pure nei mesi scorsi, sempre nel rispetto delle regole e delle distanze, con uso di mascherine e sanificazioni, ha ospitato prove e allestimenti, rigorosamente “a porte chiuse”, e la nascita della nuova creazione del Teatro Tages.
La Stagione di “Teatro Senza Quartiere” 2021-2022 si inserisce nel progetto pluriennale “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” 2017-2026 a cura del Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda – in collaborazione con la Parrocchia di Sant’Eusebio di Cagliari e con il patrocinio e il sostegno dell’Assessorato alla Cultura, Spettacolo del Comune di Cagliari, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e del MiC / Ministero della Cultura e con il contributo della Fondazione di Sardegna.
Fondamentale l’apporto di partner e sponsor privati, a partire dal main sponsor TECNOCASA di Roberto Cabras che sostiene l’intero progetto quinquennale, come dell’azienda Fratelli Argiolas carpenteria metallica, grazie alla quale sono stati realizzati alcuni degli adeguamenti tecnici del palcoscenico e del teatro e il partner tecnico DUBS Organizzazione Tecnica per lo Spettacolo di Bruno Usai.
Il progetto “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” 2017-2026 vede in prima fila, accanto al Teatro del Segno, l’Accademia Internazionale della Luce, il Teatro Tages, il Comitato Casa del Quartiere, Teatro impossibile, la Compagnia Salvatore Della Villa, l’Associazione Culturale Musicale – Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt”, la Compagnia dei Ragazzini di Cagliari diretta da Monica Zuncheddu, l’Associazione Culturale CORDATA F.O.R. e il CeDAC (Centro Diffusione Attività Culturali) che organizza il Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.
La compagnia:
Fondato il 12 Gennaio 2009, il Teatro del Segno / Laboratorio di Produzione Teatrale nasce dall’esigenza dei suoi fondatori e del direttore artistico Stefano Ledda, di dirigere in maniera più spiccata la propria produzione artistica e la propria attività didattica verso il teatro sociale e verso interventi mirati alla diffusione della cultura teatrale.
Il Teatro del Segno è una compagnia professionale di produzione, un gruppo aperto ai diversi aspetti dell’espressività che ricerca attraverso la sperimentazione di percorsi creativi diversi, il segno scenico indispensabile alla comunicazione dell’emozione e del senso.
Il Teatro del Segno cura progetti come “Rovinarsi è un Gioco” e “Senza Fiato” e organizza, oltre alla Stagione di “Teatro Senza Quartiere” e alla rassegna “Teatro e Marmellata” al TsE, il Festival “Percorsi Teatrali” a Santu Lussurgiu e il Festival “Palcoscenici d’Estate” ad Allai, nell’ambito di Intersezioni / rete di festival senza rete a cura di Fed.It.Art. Sardegna.
INFO & PREZZI
biglietti: intero € 13,00 – ridotto* € 10,00 – ridotto studenti € 7,00
(*) riduzioni per residenti quartiere Is Mirrionis / under 25 / over 65 / abbonati CeDAC
Card x 3 spettacoli a scelta € 30,00
Card x 2: acquistando 2 abbonamenti a prezzo intero, si può richiedere 1 abbonamento omaggio alla Stagione di Teatro Ragazzi Teatro e Marmellata ’22
Per informazioni: biglietteria.teatrotse@gmail.com – M. 392.9779211 (anche whatsapp)