Teatro della Pergola (visto giovedì 7/4, non più in scena)
Stefano Accorsi, direttore della Fondazione Teatro della Toscana, è sul Palco della Pergola con Azul, uno spettacolo che lo vede in scena insieme a Luciano Scarpa, Sasà Piedepalumbo e Luigi Sigillo.
Lo spettacolo tratta dell’amicizia tra quattro amici, Pinocchio, Adamo, Frankenstein e il Golem, ma in realtà è uno solo di questi, appunto il Pinocchio-Accorsi ad essere il vero centro della narrazione, il punto focale sul quale il pubblico non distoglie la visuale. Direi per fortuna, perché l’attore bolognese è bravissimo, si riconferma nel saper trasmettere con un’apparente semplicità tutto un corollario di emozioni, con voce e presenza attoriale mirabili. Lo spettacolo è gradevole e piacevole soprattutto per questo. Purtroppo però la narrazione non riesce a centrare mai un quadro ben definito, parla di tutto, ma questo tutto viene estrapolato e poi lasciato sospeso, senza essere davvero riflettuto e senza dare il tempo al pubblico di assimilarlo. L’amicizia è il tema principale, ma poi si vuole parlare di tanti aspetti della vita in generale, della ricerca di sé stessi, della dicotomia tra cui si era e ciò che si può diventare, del rapporto tra figli e i loro padri. Nostalgie, allegria e a volte amarezza affiorano e toccano le battute. In sottofondo l’amore di questi quattro amici per la loro squadra del cuore e per il gioco del pallone, ciò che è riuscito, almeno in apparenza, ad unire quattro individui in modo così profondo. In questo modo il calcio diventa la metafora della vita, esiste il gioco corretto, ma anche il fallo e l’ingiustizia di un arbitro; l’andare allo stadio diventa quasi un momento liberatorio per l’individuo, solo tra gli spalti ci si può permettere di lasciarsi andare e liberarci in grida, invettive e canti appassionati, si ritorna un po’ bambini e un po’ primitivi tirando fuori anche volgarità e violenze nascoste. I personaggi dello spettacolo ritraggono soggetti molto diversi tra di loro, ma l’amore e la fede per la squadra, li accomuna e ne risulta un’orchestrazione di umanità perfetta.
La scenografia è elegante ed essenziale; sullo sfondo uno schermo che riproduce flutti d’acqua, come se fosse quel mare del quale l’uomo si ritrova in balia.
Coinvolgente il finale con il coro finale, il momento del ricordo della vittoria della propria squadra allo stadio; musica e coriandoli inondano la platea…dopo due anni di teatri chiusi era proprio quello che ci voleva! Il pubblico è ritornato!
La drammaturgia e la regia sono di Daniele Finzi Pasca, italo-svizzero, figura di grande rilievo nel panorama teatrale. Ha all’attivo produzioni importanti ed ambiziose come ad esempio il noto Cirque du Soleil.