Andato in scena il 26 e 27 marzo 2022, Florian Espace, Pescara
Un’altra prima assoluta al Florian Espace di Pescara, palcoscenico che sta assumendo su di sé una quota meritoria di quel lavoro di recupero e restauro con il sistema di progetti artistici interrotti dal biennio di fermo imposto dall’emergenza pandemica.
“Parla, Clitemnenstra!” è un lavoro che parte dal testo scritto in forma di dialogo costruito in versi da Lea Barletti, testimonianza ultima di una urgenza di autoralità sentito nell’ultimo periodo da parte dell’attrice romana, dopo “Il Monologo della Buona Madre” (testo teatrale del 2018) e “Il Libro dei Dispersi e dei Ritornati” (raccolta di racconti, pubblicata nello stesso anno).
Succede talvolta ai progetti teatrali sviluppati attorno ad un testo di propria produzione, che la tutela della parola drammatica esaurisca buona parte del lavoro di scena. Accade qui, per contro, che la regia di Werner Waas intervienga con misura e discrezione di firma, riuscendo però a conferire una forma visiva che pareggia sempre l’energia verbale.
La messinscena impone allo spazio una ridefinizione e rimodulazione complessiva, smontando la frontalità con la platea per costruire una piattaforma unica di azione e visione: gli spettatori sono seduti sul palcoscenico, attorno ad una pedana che confina con nettezza lo spazio degli attori. Come in un primo-piano strettissimo, l’occhio governa solo sezioni di realtà, lo sguardo si trasforma in uno scrutare indiscreto, la scena in luogo di intimità “violata”. La prossimità è l’effetto che primeggia, secondo una formula di “teatro da camera” non nuova alla compagnia.
In questa scena concentrica, Lea Barletti e Gabriele Benedetti incarnano le figure mitiche di Clitemnestra ed Agamennone, ma la prossimità fisica con il pubblico rende credibile un avvicinamento storico – umano oltre che temporale – che mostra i due personaggi come una coppia di coniugi, sospesa in un ultra-tempo senza distinzioni periodiche.
La solidità formale della versificazione congela ogni animosità di quello che sarebbe altrimenti un confronto passionale, se non anche un aperto litigio.
Questa sedazione estetica del dolore, rende il sentimento doloroso ben più profondo di quanto non accadrebbe con la sua esibizione esplicita, esplosa o urlata, rafforzando inoltre la costruzione duale dell’intero impianto drammaturgico con l’ingrediente di un dolore che è atavico ed attuale allo stesso momento, problematizzato infine dai vicoli ciechi dell’incomunicabilità post-moderna.
Eppure, questa fluidificazione dei confini non esaurisce il riprodursi perpetuo della contrapposizione tra due mondi ed allora anche il tempo ritorna: riemerge il confine tra un prima, dove allignano le colpe di Agamennone, ed un poi, a cui è demandata ogni soluzione del conflitto, ma anche ogni utopia, ogni possibilità di residua speranza. Un’ultima, decisiva parola che spetta a Clitemnestra.
CREDITS:
“PARLA, CLITEMNESTRA!”
un’eterna tragedia, in versi
Compagnia Barletti-Waas
con Lea Barletti e Gabriele Benedetti
regia di Werner Waas
con il sostegno di Florian Progetto Oikos
FLORIAN METATEATRO, Stagione “TEATRO D’AUTORE ed altri linguaggi” 2021-22,
Rassegna “FEMMINILE PLURALE – L’arte delle Donne” (Marzo 2022).