Ancora un titolo verdiano in scena al Teatro dell’Opera di Roma che per l’ultimo appuntamento al Costanzi prima dell’atteso ritorno alle Terme di Caracalla, punta su Ernani, nel prezioso allestimento di Hugo De Ana, per la regia, i costumi e le scene, realizzato in coproduzione con la Sydney Opera House, e la direzione musicale del Maestro Marco Armiliato che si riaffaccia al Costanzi dopo tanti anni, assente dal 1999.
Insieme all’orchestra capitolina, Armiliato, ha regalato una ricca rilettura all’insegna dei toni verdiani, fatta di sfumature e colori, tempi velocissimi e intensa drammaticità.
“Opera straordinaria ricca di grandi vocalità dove la partitura si intreccia con il racconto emozionante, e i quattro solisti principali devono affrontare ardue romanze – commenta il direttore – l’atmosfera è di tinte fosche e avvolgenti, con ritmo incalzante e gli accenti orchestrali molto descrittivi e quattro grandi voci per sottolineare la difficoltà nel canto”.
Il successo di quella che è considerata la più bella opera giovanile verdiana, dramma lirico in quattro parti su libretto di Francesco Maria Piave tratto dal dramma di Victor Hugo, e al debutto nel 1844 al Gran Teatro la Fenice di Venezia, con un pienone di pubblico si deve a pochi, ma incisivi elementi.
La colorita direzione musicale di Armiliato si fregia di quattro grandi solisti, dall’eleganza di uno dei migliore tenori verdiani, Francesco Meli, dalla voce morbida e incalzante nel ruolo di Ernani, alla alla forza vocale del Don Carlo di Ludovic Tézier fino a Evgeny Stavinsky, basso che regala la cattiveria necessaria al crudele, vecchio Silva che condanna a morte Ernani dopo le nozze con Elvira.
La rivelazione però forse è proprio il soprano statunitense Angela Meade, al debutto al Costanzi: la presenza fisica importante si associa a una vocalità intensa e vibrante, piena e incisiva, ininterrottamente potente. Intorno, il bel coro preparato da Roberto Gabbiani.
La storia di Ernani, è nota: ambientata nella Spagna del Cinquecento racconta della infelice passione di Ernani, il bandito sotto le cui mentite spoglie si nasconde il nobile Don Giovanni d’Aragona, per la bella e giovane Elvira, già promessa sposa al vecchio zio de Silva, ma contesa anche dal re Don Carlo. Non mancano amore, azione, duelli e rivolte e un infelice, struggente finale. Opera inaugurale della stagione 2013-2014, allora diretta da Riccardo Muti, l’Ernani vanta tutta la tradizione sontuosità delle scene e dei costumi storici ricreati da De Ana: il suo allestimento, al servizio della musica, è del tutto tradizionale, con la bellezza perfetta dei costumi che sembrano usciti dai quadri di Velasquez, fino alla magnificenza delle scene, grandiosi palazzi rinascimentali alternati alle rovine per rasentare quasi la perfezione.
“Lo spettacolo nasce innanzitutto dalla conoscenza assoluta del libretto, del periodo in cui è stata scritta, e dal compositore – le parole di Hugo De Ana – personalmente credo che si debba partire dalla musica, dal materiale che ha tra le mani per definire la propria lettura, che può essere tradizionale o moderna, ma sempre al servizio della musica e dello spettacolo”.
Tutto è talmente classico e tradizionale che la regia pecca un po’ di innovazione: tutto è al servizio della musica su cui il pubblico continua a concentrarsi, travolto dalla bellezza delle scene, la la regia resta un po’ statica e senza troppe invenzioni se non la necessità dichiarata di accompagnare la musica.
In Ernani c’è tutto quello che lo spettatore aspetta di vedere e ascoltare: opera di grandi passioni e sacrifici, di amore e morte, è simbolo del Romanticismo dove amore e politica spesso s’intrecciano. Un allestimento tanto tradizionale da essere una carta vincente che registra ottimo successo di pubblico. Tutto pronto poi per l’apertura della stagione estiva alle Terme di Caracalla, dopo due anni al Circo Massimo: appuntamento da venerdì 1° luglio con il capolavoro di Leonard Bernstein Mass (Messa) che sarà proposto per la prima volta in forma scenica in Italia, repliche domenica 3 e martedì 5, sempre alle ore 21. La nuova produzione dello spettacolo è affidata al genio di Damiano Michieletto, sul podio Diego Matheuz. Info e dettagli su operaroma.it.
Fabiana Raponi