Una piacevole chiacchierata tra amici quella con Gaia. Il piacere di sentirsi raccontare i suoi ricordi da bambina dove già germogliava il seme della passione per la recitazione.
I bambini di casa erano particolari. Mettevano sempre in piedi spettacoli teatrali ed il pubblico, ovviamente di parenti stretti, applaudiva fino a spellarsi le mani.
Valerio Aprea, suo cugino, faceva il regista e Gaia, manco a dirlo, la protagonista principale.
Poi la folgorazione per la danza durata dieci anni ma la mancata iscrizione all’ Accademia Nazionale la porta a terminare a Roma il liceo classico e ad iscriversi appena diciottenne all’ Accademia di Teatro e diplomarsi a soli 23 anni con maestri del calibro di Glauco Mauri.
La folgorazione quando varca per la prima volta le porte del Teatro dei Satiri di Roma. Si sente proiettata d’improvviso su Marte, mi racconta. Da quel momento la sua carriera è segnata come per magia e nemmeno un avvicinamento alla lirica la distoglie dal suo grande amore: il Teatro.
Mi racconta che Mauro Ferrero una volta le disse che per fare teatro ci sono delle regole.
La prima è avere tanta salute perché ci vuole un fisico besiale.
La seconda è scordarsi la famiglia. Poi arriva…l’Arte!
Gaia ammette che la connessione tra mente e corpo negli attori teatrali è fortissima. La mente si mantiene lucida sempre perché ogni recita è diversa, istintiva, coinvolgente. Poi ci vogliono fiato e gambe per muoversi su palcoscenici dii trenta metri ogni sera magari per mesi.
Ecco perché troviamo attori, grandi novantenni, che ancora oggi calcano la scena con lo spirito dell’attor giovine.
Durante la pandemia Gaia per tenersi in allenamento, perché di questo si tratta, ha recitato un suo monologo, Memorie di una maîtresse americana. Le è servito per non staccare, non perdere l’abitudine, per respirare.
Ora si divide tra Roma e Siracusa dove ha trovato l’amore complice un ristorante di proprietà del suo attuale compagno che, come si potrebbe pensare, l’ha presa per la gola!
In calce a questa mia troverete le indicazioni circa le prossime date a teatro di Gaia con l’augurio che possiate vederla in scena dal vivo.
AGAMENNONE regia di Davide Livermore, fino al 5 luglio al Teatro Greco di Siracusa.
Agamennone di Eschilo con la regia di Davide Livermore apre la nuova stagione di spettacoli classici al Teatro Greco di Siracusa.
Agamennone è il primo capitolo dell’Orestea di Eschilo, l’unica trilogia dei tragici greci arrivata sino a noi nella sua interezza. Lo spettacolo completa il progetto di coproduzione tra l’INDA – Istituto Nazionale del Dramma Antico e il Teatro Nazionale di Genova, che ha già dato vita a Coefore / Eumenidi, presentato a Siracusa la scorsa estate
«Giustizia è l’idea fondamentale della trilogia e attorno a cui gira tutta la storia dell’uomo, una giustizia i cui labili confini vengono costantemente messi in discussione in un dramma che racconta il dibattersi dell’uomo e delle sue umane fragilità in una rete senza scampo» afferma Davide Livermore.
La storia si apre quando nella reggia di Argo arriva la notizia che Troia è stata sconfitta e si attende con ansia il ritorno di Agamennone. Ma Clitemnestra, che non può perdonare al marito l’atroce sacrificio della figlia Ifigenia, compiuto per placare la dea Artemide prima della guerra, prepara da tempo il suo assassinio…
Una parete a specchio lunga ventisette metri domina la scenografia (firmata dallo stesso Livermore insieme a Lorenzo Russo Rainaldi), riflettendo insieme attori e spettatori, che in questo modo interagiscono con l’azione scenica. Così come Coefore / Eumenidi anche Agamennone si avvale di una nuova traduzione firmata da Walter Lapini, dei costumi di Gianluca Falaschi, le luci di Antonio Castro, i video di D-Wok, le musiche di Mario Conte. Tra i protagonisti Laura Marinoni, Sax Nicosia, Stefano Santospago, Gaia Aprea e Linda Gennari.