Un viaggio nella cultura millenaria dell’Iran, fra passato e presente mercoledì 22 giugno e i due paesi ospiti, Slovacchia e Argentina, per la giornata di giovedì 23 giugno ai Giardini della Filarmonica, il festival estivo dell’Accademia Filarmonica Romana.
Numerosi gli artisti coinvolti, per mercoledì 22 giugno nella giornata dedicata all’Iran, spaziando dal cinema, alla musica, all’arte, testimonianza di una cultura vivacissima, legata alle sue millenarie tradizioni e allo stesso tempo proiettata con determinazione verso il futuro. La giornata è realizzata in collaborazione con l’Associazione Alefba, Barbad Project, Officina delle culture, Operazione Peace Dreaming e Taberna persiana.
Si inizia alle ore 18 alla Sala Affreschi con l’installazione “Lo sparo al cielo” dell’artista di Teheran Bahar Hamzehpour, da sei anni a Roma dove all’Accademia di Belle Arti ha conseguito il diploma accademico in Grafica d’arte. Interessata ai temi sociali e alla condizione femminile nelle società patriarcali e nei regimi che ne limitano libertà e diritti, ha spesso dato voce alle donne e alle loro storie di vite umiliate e tradite. Nell’installazione che presenta alla Filarmonica, la Hamzehpour riflette sul disastro aereo dell’8 gennaio 2020, quando la Guardia rivoluzionaria iraniana abbatté per un errore umano il volo PS752 della Ukraine International Airlines, poco dopo il decollo da Teheran, uccidendo 176 persone innocenti. “Ognuno dei 176 passeggeri del PS752 era pieno di vita. E il centosettantasettesimo era un piccolo viaggiatore che non è mai nato – racconta l’artista –. Siamo ancora confusi e devastati. Pensiamo a tutte le vite perse, a tutto quello che avrebbero potuto realizzare e che invece è andato giù con l’aereo quel giorno. Sta a noi non permettere mai che questo crimine venga dimenticato. Questa installazione è per combattere l’oblio, per mantenere vivi per sempre i ricordi delle vittime”.
Alle ore 18.30, in Sala Casella, l’incontro di Parisa Nazari con Kamran Shirdel (in collegamento dal suo studio a Teheran) ripercorre la vita e le opere del grande cineasta di cultura italo-iraniana. Nato a Teheran nel 1939, si trasferisce a Roma per studiare architettura e urbanistica all’Università La Sapienza e regia presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, laureandosi nel 1964. In Italia ha la possibilità di conoscere i grandi film del neorealismo (Rossellini è uno degli autori cui si è più ispirato), le pellicole di Antonioni e di entrare in contatto con Pier Paolo Pasolini, che ritroverà anche a Teheran. Dopo aver lavorato come assistente alla regia con John Huston per La Bibbia, gira a Roma Gli specchi, il suo cortometraggio di diploma, nonché suo primo lavoro in assoluto. Torna in Iran e inizia la sua carriera nel 1965, impegnato in documentari di denuncia sociale, che hanno segnato un nuovo modo di fare cinema nel suo paese. È stato considerato autore “scomodo” sia sotto il regime dello Shah che nel periodo successivo alla rivoluzione. Ha fondato il Kish International Documentary Film Festival ed è direttore della fotografia di Filmgrafic Co. Per i suoi meriti artistici è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana nel 2010.
Infine la musica, fra tradizione e modernità. Il concerto In gola ho il silenzio di mille canarini in Sala Casella (ore 20) prende spunto da un verso di Ahmad Shamlou (1925-2000) fra i più influenti poeti del moderno Iran. Ne è protagonista il Dobareh Ensemble, fondato nel 2018 dai due giovani musicisti Khatereh Hakimi ed Ehsan Goodarzi, che insieme al pianista Ehsan Beyraghdar offre uno sguardo al mondo underground dei giovani artisti iraniani. Alle 21.30 nei Giardini l’ultimo appuntamento di questa lunga giornata, con il concerto Shabgard, nottambulo di Forough Fazli giovanissima cantante e pianista iraniana, diplomata al Conservatorio di musica di Teheran e laureata all’Università della stessa città. Con lei sul palco altri cinque musicisti – Siamak Karimpour e Ehsan Beyraghdar dall’Iran si uniscono ai fratelli Reza, Hamid e Navid Mohsenipour che vivono e lavorano a Roma ormai da diversi anni – per proporre musica contemporanea e fusion su strumenti tradizionali persiani (tar), strumenti classici e chitarra elettrica.
Due i paesi ospiti – Slovacchia e Argentina – per la giornata di giovedì 23 giugno ai Giardini della Filarmonica. In collaborazione con l’Istituto Slovacco a Roma, la Sala Casella (ore 20) ospita il concerto del giovane pianista italo-slovacco Marco Clavorà Braulin in un programma che affonda le radici nella musica slovacca e russa. Due le pagine di autori slovacchi, l’Adagio sostenuto dai 24 Studi op. 125 di Johann Nepomuk Hummel, virtuoso pianista e compositore molto celebre alla sua epoca vissuto fra Sette e Ottocento, e il Larghetto da Metamorfózy di Eugen Suchoň, musicista che ha attraversato tutto il Novecento e che la Slovacchia ha insignito dei più alti riconoscimenti. Completano il programma i celebri Quadri da un’esposizione di Modest Musorgskij. Primo premio e la medaglia del Presidente della Repubblica Italiana al 32° Concorso Pianistico Internazionale “Valentino Bucchi” di Roma nel 2009, successo che gli ha aperto le porte verso una promettente carriera, Marco Clavorà Braulin si è diplomato al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, ha conseguito la laurea specialistica in pianoforte con menzione d’onore al Conservatorio di Parma, studiando con Roberto Cappello e perfezionandosi poi con Enrico Pace e Igor Roma presso l’Accademia “Incontri col Maestro” di Imola. Giovanissimo è già docente di pianoforte al Conservatorio di Vibo Valentia.
L’omaggio all’Argentina passa attraverso la musica di uno dei suoi più noti musicisti di sempre, Astor Piazzolla, e di Eladia Blázquez, musicista meno conosciuta al grande pubblico, cantante, compositrice, pianista e chitarrista fra le più celebri voci argentine del tango femminile (scontrandosi già negli anni Settanta contro il ‘machismo’ del ballo argentino). Più giovane di Piazzolla di dieci anni, Eladia Blázquez ebbe modo di collaborare con lui in più occasioni come autrice dei testi delle sue canzoni, fra cui una delle più celebri Sempre se vuelve a Buenos Aires che dà il titolo alla serata. Nel concerto organizzato in collaborazione con l’Ambasciata Argentina (Giardini, ore 21.30) troviamo sul palco un duo italo-argentino tutto al femminile. Da Buenos Aires arriva la bandoneonista Gabriela Valeria Galí, che con il suo strumento ha portato il tango in tutto il sud America e in Europa, al pianoforte l’italiana Daniela Fidanza, fra le più apprezzate interpreti di tango del nostro paese, e appassionata studiosa di cultura argentina.
Prosegue infine fino al 30 giugno nella Sala Affreschi (ingresso libero) la mostra “Disegnare l’ebraico – Interpretazione artistica delle lettere dell’Alef Bet”, fusione tra una lingua millenaria e la creatività di giovani designer provenienti dallo IED di Roma. Composto dalle stesse lettere con cui è stata scritta la Bibbia, nel corso dei secoli l’alfabeto ebraico si è arricchito di significati profondi ed evocativi. Alle lettere ebraiche è stata conferita un’aura di sacralità e mistero, che ha affascinato credenti e non. Con questo progetto, sedici giovani talenti e alcuni loro insegnanti, senza alcuna conoscenza dell’ebraico o familiarità con la storia e la cultura israeliana, dopo aver seguito un percorso formativo per apprendere la lingua ebraica da un punto di vista storico, culturale e grafico, hanno creato rappresentazioni artistiche originali delle lettere ebraiche, caratterizzate da una prospettiva fresca e nuova. La mostra è realizzata in collaborazione con Ambasciata d’Israele in Italia, Istituto Europeo di Design (IED) di Roma, Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (MEIS) di Ferrara.
Il progetto “I Giardini della Filarmonica”, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico “Estate Romana 2020 – 2021 – 2022” curato dal Dipartimento Attività Culturali, ed è realizzato in collaborazione con SIAE.
I Giardini della Filarmonica 2022 sono realizzati in collaborazione con Ambasciata Argentina, Ambasciata d’Israele in Italia, Istituto Giapponese di Cultura in Roma, Istituto Polacco di Roma,
Istituto Slovacco a Roma, Istituto Europeo di Design di Roma (IED), Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara (MEIS), Alefba, Associazione Fabrica.
Tutto il programma sul sito filarmonicaromana.org
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Biglietti: 11 euro a concerto; la mostra e l’incontro con Kamran Shirdel sono a ingresso libero. Si raccomanda l’acquisto on line su filarmonicaromana.org. Presso la Sala Casella la biglietteria apre un’ora prima del concerto.
Info: filarmonicaromana.org, tel. 342 9550100, promozione@filarmonicaromana.org