Una serata ammantata non di nostalgia, ma di gratitudine ha voluto sottolineare Vinicio Capossela, raffinato cantautore, narratore affabulatore di storie e musica che ha incantato il pubblico in un memorabile concerto sold out, lo scorso 26 giugno, alla Casa del Jazz di Roma, nell’ambito della rassegna estiva Summertime 2022.
Capossela ha fatto tappa a Roma con il suo Round One Thirty Five 1990-2020 – Personal Standards, concerto fortemente voluto, dopo essere stato rimandato per due anni, da Luciano Linzi della Casa del Jazz, che suggella i trenta anni dall’uscita di All’una e trentacinque circa, primo, folgorante album del cantautore 56enne nato ad Hannover che ha vinto la targa Tenco come migliore opera prima segnando l’inizio di una bellissima carriera tenuta a battesimo da Francesco Guccini e dal compianto Renzo Fantini, futuro manager di Capossela.
Ma Round One Thirty Five 1990-2020 non è il solito concerto celebrativo o autocelebrativo: è un concerto evento come tutti gli appuntamenti di Capossela dal vivo, ma che questa volta regala qualche cosa in più.
Capossela, raffinatissimo narratore cantautore e sussurratore, non senza ironia e coinvolgimento, con un tocco di istrionismo, snocciola una dopo i brani di All’una e trentacinque circa, il pezzo omonimo che regala il titolo all’album, Scivola vai via, Non è l’amore che va via, I vecchi amori, composta a soli 22 anni dal cantautore che lascia intuire il suo innato e precoce talento non senza prendersi in giro. Si prosegue con tanti altri brani in due ore di concerto indimenticabile ed esaltante che attinge dai personalissimi standards di Capossela, i suoi pezzi più celebri, fra l’emozione di Ultimo amore, Camera a sud, l’impegno di Ariosto governatore, la travolgente Che coss’è l’amor, Una giornata senza pretese o le divagazioni della cover Estate.
Un concerto emozionante che ripercorre la carriera di questo straordinario artista che non si risparmia nei bis regalando anche un inedito al pubblico in delirio arrivato fin sotto il palco.
Fabiana Raponi