Dialogues des Carmélites
di Francis Poulenc con la regia di Emma Dante apre il prossimo 27 novembre la stagione 2022-2023 del Teatro dell’Opera di Roma.
Una stagione coraggiosa e ricca che si compone di 8 nuove produzioni, tra i 9 titoli d’opera, tre dei quali diretti da Mariotti, 5 balletti e 4 concerti e che spazia dal belcanto al Barocco di Händel, dalla musica contemporanea con Arvo Pärt al Novecento storico di Bartók e Janáček, senza tralasciare i grandi capolavori di Verdi e Puccini e Wagner all’insegna dell’innovazione e del rigore filologico e che vuole puntare sulla costituzione dell’identità culturale del teatro.
Cadranno sempre il 27 novembre, una data non scelta a caso visto che coincide con la prima alzata di sipario del Costanzi della sua prima stagione 1880, anche le successive inaugurazioni: già eccezionalmente annunciate le opere di apertura tutte dirette dal neo Direttore musicale Michele Mariotti, Mefistofele di Arrigo Boito con la regia di Simon Stone, al debutto italiano nell’opera nel 2023. Simon Boccanegra di Verdi firmata da Richard Jones nel 2024, Lohengrin con la regia di Michieletto nel 2025. Anticipazioni che confermano la volontà programmatica dell’Opera di guardare avanti suggellando le linee direttive delle prossime stagioni che uniscono a titoli importanti di compositori e periodi storici diversi a interpreti e registi in grado di restituire una visione nuova alle opere.
”Il teatro che vogliamo deve essere aperto alla città e al mondo, curioso di nuovi linguaggi, sensibile ai nostri valori, inclusivo per tutti e sfidante nell’eccellenza della proposta – spiega il Sovrintendente Francesco Giambrone presentando la nuova stagione – unire alla ricerca di titoli importanti, provenienti da aree e periodi storici diversi, con quella di interpreti forti, che possano darne una visione nuova, attuale e, perché no, rivelatrice. Tornano le grandi tournée all’estero, la collaborazione con prestigiosi teatri italiani e internazionali, i concerti integrati con la programmazione operistica e una forte rete di collaborazione con le più importanti istituzioni culturali della città come il MAXXI, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Musica per Roma, con EUR S.p.A.”.
Tornano anche i progetti Linea Opera in collaborazione con Atac Una notte all’Opera che coinvolgerà i giovani, progetti collaterali nati con il sostegno della grande risposta di pubblico.
La nuova stagione vuole essere curiosa e coraggiosa e ”ogni titolo deve presentare un motivo specifico di interesse che susciti nel pubblico il desiderio di voler vedere ogni opera” prosegue Giambrone che richiama l’idea di un teatro che si apre alla città e al mondo.
Apre questa stagione coraggiosa e inclusiva, in diretta su Rai5 e Radio3 domenica 27 novembre 2022, Dialogues des Carmélites di Poulenc secondo Emma Dante che racconta un fatto realmente accaduto, la condanna e l’esecuzione alla ghigliottina, nel luglio 1794, durante il regime del Terrore, di sedici religiose francesi, le martiri di Compiègne in seguito al loro rifiuto di rinnegare i loro voti. Fra le protagoniste, Corinne Winters, Anna Caterina Antonacci, Ekaterina Gubanova. Repliche fino al 6 dicembre. A gennaio torna il belcanto con L’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti con un cast di grandi star, John Osborn e Aleksandra Kurzak con la regia di Ruggero Cappuccio e il debutto all’Opera di Francesco Lanzillotta.
“Oggi come non mai è necessario che il teatro riproponga le opere in forma innovativa, senza tradire il presente, ma avendo la consapevolezza di come si costruisce un’opera” spiega il direttore artistico Alessio Vlad che annuncia in febbraio l’Aida, opera intimista di Verdi con la direzione di Michele Mariotti e la regia di Davide Livermore, il ritorno di Pagliacci di Leoncavallo con la regia di Zeffirelli, omaggio al maestro in occasione della sua nascita con uno dei suoi spettacoli più amati, con sette recite, dal 12 al 19 marzo, dirette da Daniel Oren. A giugno, spazio a Madame Butterfly di Puccini, grande opera di repertorio, pensata da Àlex Ollé de La fura dels Baus per gli spazi di Caracalla e ripensata per il Costanzi con il debutto europeo nel ruolo di Cio -Cio San del soprano Eleonora Buratto. A ottobre l’atteso Giulio Cesare in Egitto di Händel firmato da Damiano Michieletto, coprodotto con il Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, diretto da Gianluca Capuano, con i controtenori Raffaele Pe e Carlo Vistoli.
Sguardo rivolto anche al Novecento con un altro tassello dedicato al ceco Leoš Janáček con Da una casa di morti, in scena a maggio con la regia di Krzysztof Warlikowski e la direzione musicale di Dmitry Matvienko mentre La Nuvola a marzo ospita in prima assoluta italiana Adam’s Passion, spettacolo del 2015 creato da Robert Wilson in collaborazione con il compositore estone Arvo Pärt.
“Ho sempre preferito che fossero i risultati a parlare per me, ma sono veramente felice di essere qui perché mai come adesso sentiamo davvero questa stagione – le parole del direttore musicale Michele Mariotti – il teatro deve essere il luogo che identifica una società e tutta la nostra stagione parte da questa considerazione. È una stagione coraggiosa, di un teatro che non ci faccia fuggire la realtà, ma che deve essere consapevole di ciò che accade nella realtà, senza nascondere nulla”.
È questa la chiave di lettura del geniale e innovativo Trittico ricomposto di Puccini, progetto triennale in collaborazione con il Festival Puccini di Torre del Lago in occasione del centenario della morte del compositore: il Trittico sarà scomposto e ricomposto in tre dittici, proposti uno all’anno per tre stagioni, grazie all’accostamento di ogni titolo a un altro capolavoro del Novecento.
“La nostra idea è quella di scomporre il dittico, accostando ciascun titolo a un altro atto unico novecentesco, che ne esalti le caratteristiche musicali e drammaturgiche più salienti. Rendiamo omaggio a Puccini in tutta la sua attualità” spiega Mariotti che per la nuova stagione propone in aprile Il tabarro e Il castello del Duca Barbablù di Béla Bartók, storie di violenza di genere e di incomunicabilità all’interno della coppia per proseguire il prossimo anno con Suor Angelica e Il prigioniero di Luigi Dallapiccola, due lavori accomunati dalla violenza che nasce per fanatismo religioso e che si concluderà nella stagione 2023/2024 con Gianni Schicchi e L’heure espagnole di Maurice Ravel, opere buffe che ci lasciano sorridere amaramente della quotidianità della vita.
Non solo opera, ma anche grande danza con la continuità proposta nel corso della settimo anno al Costanzi dalla direttrice del Corpo di Ballo, Eleonora Abbagnato.
“Siamo una delle poche fondazioni liriche italiane con un corpo di ballo stabile. Questo teatro è casa per per me – conferma la Abbagnato – finalmente il Corpo di ballo conta su 60 ballerini stabili e di alto livello, siamo una delle compagnie più richieste a livello internazionale”.
Aumenta il numero delle serate dedicate alla danza, ma con cinque titoli in piena continuità con le precedenti stagioni: la stagione di danza si apre il 18 dicembre con Don Chisciotte di Minkus con la coreografia di Laurent Hilaire e le scene e i costumi tradizionali di Francesco Zito, si prosegue dal 24 febbraio al 2 marzo con un titolo impegnativo come La Bayadère con Olga Smirnova e Jacopo Tissi nella nuova versione coreografica di Benjamin Pech da Petipa, debutta a maggio La Fille mal gardée nella gioiosa e difficilissima versione di Ashton. Spazio ai grandi nomi internazionali acanto ad étoiles, primi ballerini e solisti del Corpo di Ballo anche in Rossini Cards, creazione astratta di Bigonzetti che conclude la stagione, ma non manca la consueta Serata coreografi contemporanei, dal 19 al 24 settembre, formula del Trittico di danza, fortemente voluta da Eleonora Abbagnato che punta sui giovani autori quest’anno e propone Within the Golden Hour, di Christopher Wheeldon, Chacona di Goyo Montero su musiche di Bach, il Bolero di Krzysztof Pastor del 2012 sul capolavoro di Ravel.
Nella nuova stagione tornano anche quattro concerti, da febbraio a ottobre, Requiem di Verdi e Manfred di Schumann diretti da Michele Mariotti, primo atto della Walküre diretto da Omer Meir Wellber, Concerto dei tre controtenori, Carlo Vistoli, Raffaele Pe e Aryeh Nussbaum, alternato alle repliche del Giulio Cesare in Egitto. “Il Teatro dell’Opera è per Roma un grande palcoscenico e un giusto motivo di orgoglio per tutta la città – conclude il Sindaco e Presidente della Fondazione Roberto Gualtieri – Con un programma di altissima qualità, la prossima stagione valorizzerà ulteriormente la fama di un’istituzione apprezzata non solo dalle romane e dai romani ma anche da un pubblico sempre più internazionale. La cultura, in chiave sempre più diffusa in tutti i quartieri della città, continuerà a essere protagonista e leva fondamentale del rilancio di Roma”. Annunciato anche il nuovo Maestro del Coro, Ciro Visco, che sostituisce il Maestro Roberto gabbiani. Info e dettagli su operaroma.it
Fabiana Raponi