Katia Malan, tipico cognome della Val Pellice, la incontro in un bar di Luserna San Giovanni. E’ il paese che si incontra prima di arrivare a Torre Pellice e qui tutto parla della storia valdese. Il bar si chiama Tre Galline e sarebbe interessante sapere cosa ci sia alla base di questo, forse, soprannome. La posizione è strategica, dal dehor esterno si vede tutto quello che succede nella piazza centrale, che è anche quella del mercato e che dà accesso al Municipio. Mentre dall’interno, posizionandosi vicino ad una delle tante finestre, si può osservare il brulichio delle persone che vivono in questo paese ricco di cose da scoprire. Questa intervista-chiacchierata nasce dal mio desiderio di conoscere più approfonditamente il lavoro di questa attrice, che ho sempre trovato brava e del percorso che l’ha portata ad assumere la direzione di uno dei più interessanti teatri della vallata. Siamo alla fine di Novembre, sono le 9,30 di un lunedì mattina ed il tepore all’interno del locale è decisamente piacevole. E’ quasi puntuale e, considerato che prima di arrivare qui ha dovuto portare i figli (due ragazze e un bambino di 6 anni) alle rispettive scuole, ognuna diversa dalle altre, oltre a chissà quali altri problemi quotidiani da risolvere, tipici delle donne che lavorano fuori casa, è davvero ammirevole. Non lo dico ma cerco di di farlo trapelare dal mio sorriso di accoglienza e dal come le stringo la mano. Ci conosciamo da un un po’ di anni ma in realtà nessuno ricorda dove e quando la prima volta. Abbiamo fatto delle letture insieme alcuni anni fa, in occasione della giornata del gatto. Mi pare un 16 Febbraio di 10-12 anni fa e rappresentavamo 2 canili diversi. Io portavo i colori di quello di Pinerolo mentre lei, insieme ad una simpatica ed arzilla signora rappresentava il canile di Bibiana. Era stata una bella serata e molte spettatrici e pochi spettatori si erano davvero commossi dalla “performance”. Ho anche recensito un suo spettacolo dove oltre a recitare aveva fatto la regia. Avevo apprezzato entrambe. Ama il Teatro da sempre e, da quello che ricorda tutte le sue scelte sono state indirizzate a questa attività, compresa la scuola di lingue per poter recitare “con altri linguaggi”. Si è laureata con il massimo dei voti, in Storia del Teatro al DAMS di Torino con una tesi sul Nuovo Circo. Il suo correlatore era Graziano Melano, vecchia conoscenza, insieme a Gianni Bissaca dei tempi universitari. Con il gruppo di Gian Renzo Morteo seguivamo le compagnie di Teatro per Ragazzi e loro erano componenti del Teatro dell’Angolo. Lo ribadisco anche per ricordare che la nostra chiacchierata serve anche a ricordare le esperienze comuni, così come le frequentazioni del Nuovo Circo, nelle persone di Paolo Stratta e Caterina Mochi Sismondi, rispettivamente Circo Vertigo di Grugliasco e Cafè Muller di Torino.
Ha lavorato da subito come insegnante di teatro nelle scuole di ogni ordine e grado. Dapprima nella Val Sangone e poi nella Val Pellice, Chisone e nel Pinerolese. Ha tenuto laboratori dall’Asilo Nido fino alle scuole superiori. Negli anni ha poi creato una sua scuola di teatro, un filone chiamato TeatralMente nel quale si concentrava sulla capacità innata di ciascuno di noi di recitare andando a lavorare in difetto e non in aggiunta cioè andando a togliere tutti quei blocchi che non ci permettono di esprimerci, sul palco e nella vita, con la naturalezza che ci contraddistingue come creature espressive.
Fondamentale il lavoro di teatro con i disabili perché quello è stato da sempre parte importante del suo lavoro.
Ha fondato, insieme a altre persone, la compagnia teatrale Teatro Variabile 5 nel 2014 e la prima sezione di LaaV – Letture ad alta voce – di Torre Pellice. Ha partecipato come attrice e come regista/attrice a diversi spettacoli, fra gli altri: Tigri, La maga delle spezie, Treni in scena, come attrice e regista, e nell’ultimo Camplunpeli, come attrice, con la regia di Gianni Bissaca.
Ha svolto in radio (Radio Beckwith) trasmissioni di letture per bambini, ha partecipato a lavori radiofonici come Giannavello e a podcast della RAI come La guerra di Gino, ha prestato la voce per documentari e filmati della Lindberg.
Si è anche “dedicata alla scrittura con un racconto vincitore di diversi premi (Riccardo e e le 4 prove) e con il romanzo d’avventura per ragazzi Il cercatore d’orme e gli orsi di Kodiak che ha partecipato al Salone del libro di Torino e ad Una Torre di libri di Torre Pellice nel 2018”.
Le chiedo se continua a frequentare il canile di Bibiana, risponde di si e mi racconta anche che il volontariato è un aspetto importante della sua vita. Fortunatamente con la scuola e i vari corsi adesso riesco a reggermi con il solo teatro e questo è un grandissimo traguardo per me. Il tempo è volato, entrambi dobbiamo andare altrove. Nel frattempo abbiamo consumato una colazione composta da brioche e cappuccino ed acqua tonica. Ricordiamo dove ci siamo conosciuti la prima volta, ero andato nel suo canile per una commissione e ci eravamo messi a parlare di Teatro, ovviamente. E’ stata una bella chiacchierata, un rispolverare ricordi e sogni in parte avverati ed in parte da avverare. Ma la strada è ancora lunga. Nella foto allegata a questo articolo, di un bello spettacolo, c’è anche la presenza di un amico comune, il fisarmonicista che collabora con loro e che rappresenta, secondo me, un bell’esempio di impegno civile.