Gli spettacoli del TBM si aprono alle celebrazioni del Natale. Non solo, le rappresentazioni sono programmate fino al 30 dicembre per poi riprendere i primi di gennaio 2023. Dunque, tra teatro e musica l’intrattenimento non finisce mai, anzi con “Cantata di Natale” ci sarà la possibilità di scambiarsi gli auguri. Dal 19 al 30 dicembre non perdetevi questi punti di incontro che intrattengono la platea anche durante le festività
Martedì 20 dicembre, Il tuono del deserto, produzione Artemista, apre la settimana del TBM. Per la regia di Sabina Barzilai, il testo della stessa Barzilai narra di tre donne, contestualizzate all’interno di uno spazio, diverse sia per età sia per formazione. Zahira, la più anziana, è un magistrato ormai destituita dal nuovo potere taliban ed è costretta a vivere rinchiusa per la paura di essere oggetto di ritorsione da parte dei detenuti ora liberi, che nel corso della sua professione ha condannato per violenze domestiche. Soraya, sulla trentina e con sei figli, ha una storia usuale per il paese: matrimonio combinato da giovanissima con un lontano parente, un pastore. Ma Soraya ha un grande desiderio di studiare ancora, capire e uscire dal proprio destino. Tahima, la più giovane delle tre, è nata e cresciuta in un paese occupato dalle forze internazionali di ‘pace’. Questo, però, non le ha impedito di diventare una ‘sposa dell’oppio’. Lei il burqa l’ha conosciuto tardi e non si arrende al fatto che sia diventata un’imposizione e non una tradizione culturale delle sue terre. Le tre donne parlano, si confrontano e si raccontano antiche storie mitiche in uno spazio rassicurante, con i suoi colori, gli oggetti conosciuti e gli odori che creano un’atmosfera da focolare. Qui le donne si aprono e respingono l’emozione con la quale ormai hanno imparato a convivere: la paura. Questo luogo così familiare viene ‘squarciato’ da immagini, suoni, musiche e rumori provenienti dall’esterno che le riportano alla realtà, talvolta piacevolmente talvolta drammaticamente. Alla fine le tre donne prenderanno strade diverse e faranno scelte differenti. Non si può dire chi di loro ha più coraggio. Tanto ce ne vuole sia a fuggire sia a rimanere. Lo spettacolo, dunque, affronta un argomento complesso, soprattutto perché gli occhi di noi occidentali, permeati della nostra cultura, rischiano di sovrapporre la nostra visione ad una realtà poco conosciuta. Si rischia di giudicare, di applicare le nostre convinzioni aprioristiche. Ci abbiamo provato a studiare, a capire queste figure femminili lontane e soprattutto quello che ci preme è di riportarle al centro della nostra attenzione. Con Sabina Barzilai, Beatrice Eleuteri e Sara Morassut;
Fonica e luci, Daniele Carbonelli e Luca Cardinali;
Audiovisivi Ian Cardinali.
Lo spettacolo è realizzato con il contributo della Regione Lazio. Il progetto è risultato vincitore dell’Avviso legge regionale 29 dicembre 2014, n. 15, contributi per lo Spettacolo dal Vivo – Annualità 2022
Cantata di Natale è invece in programma venerdì 23 dicembre. L’evento musicale “Pastorali – Strine – Canti – Cunti e Pasquelle sul Mistero del Natale” vede la sul palco la Compagnia La Paranza composta da Nando Citarella (voce solista, chitarra battente, tammorra, armonium portativo), Gabriella Aiello (voce solista, trocola), Chiara Casarico (voce recitante, canto), Natale Russo (voce recitante), Salvatore Rotunno (chitarra, ukulele, canto), Carlo “Olaf” Cossu (violino d’amore, canto) e Mauro Bassano (zampogna, lira calabrese, organetto), con la partecipazione di Equivox & Cymbalus (ensemble voci e tamburi). Per direzione musicale e la messa in scena a cura di Nando Citarella e i costumi di Nathalie Leclerc, la performance racconta un viaggio nell’Italia popolare attraverso le canzoni della tradizione legata alle feste di Natale. Un attraversamento che riguarda l’intera penisola, dalla Calabria al Friuli, dal Piemonte alla Campania, al Lazio e così via.
Una narrazione fatta da un gruppo di musicanti, zampognari e non solo. Un gruppo di suonatori e cantanti, che per tutto lo spettacolo non si limiteranno a proporre alla platea una serie di brani natalizi (spesso tanto belli e suggestivi quanto poco conosciuti), ma racconteranno anche il loro rapporto con il Natale, con la tradizione, la devozione e soprattutto con la musica popolare che a questa straordinaria Festa fa riferimento. Una festa composta di melodie tradizionali, ma anche una festa di dialetti, di suoni e di ritmi diversi che si mescolano, ognuno con la sua forza e la sua bellezza. Un’ora e mezza di concerto, dove il pubblico sarà guidato nel mondo popolare tra canti, declamazione e musiche che ogni anno, a Natale, accompagnano i giorni del Bambino e della stella. Musici, cantori e suonatori fanno riferimento alla Compagnia “La Paranza” che produce e propone questa Cantata giunta al 35° anno di rappresentazione, andata in scena nel lontano 20 dicembre 1988 al Teatro Tor di Nona in Roma.
Cu ‘Afaccianostasottoipiedivostri e Buone Feste.
Lunedì 26 e martedì 27 dicembre, Miseria bella di Peppino De Filippo intratterrà il pubblico del TBM. Sul palco Francesco Procopio, Enzo Casertano, Giuseppe Cantore, Loredana Piedimonte e Geremia Longobardo guidati dal Roberto D’Alessandro, dalla farsa di Peppino De Filippo, impiantano uno spettacolo semplice e divertente. Due fratelli artisti e squattrinati, tanto da patire la fame, dormono nello stesso letto, in una casa dove vi piove dentro e non riescono a pagare l’affitto al proprietario della casa. Capita loro una commessa per realizzare una statua: i due cercano di farsi dare un anticipo senza però riuscirci. Di seguito arriva una donna che hanno conosciuto e alla quale hanno fatto credere di essere grandi artisti e, con lei, i due fratelli fingono di essere stranieri. La farsa si chiude con loro che si avventano, divorandoli, su dei cioccolatini lasciati dalla ragazza, per poi scoprire che erano cioccolatini lassativi. In questo pretesto drammaturgico entra in gioco la tradizione del teatro napoletano, quello di fine ottocento e inizio novecento. Un teatro che spesso si rifà alla commedia dell’arte, con lazzi, gag e giochi comici tirati fino all’inverosimile. E, in questo allestimento, si punta proprio su questo: far divertire e far ridere senza volgarità. Un teatro di evasione di cui si sente un estremo bisogno in questo periodo storico. Il testo dà spazio a quello che viene detto come nel teatro d’esecuzione ovvero in scena occorre grande capacità attoriale, tempi comici, grande senso del ritmo e affiatamento. L’obiettivo è dunque la risata e ridere di tutto, anche della fame. Una risata quindi che esorcizza tutto, persino la morte. Produzione I due della città del sole.
L’anno infine si chiude con Il riformatore del mondo di Thomas Bernhard. In scena da mercoledì 28 a venerdì 30 dicembre, per la regia di Andrea Baracco, vede protagonisti Glauco Mauri e Roberto Sturno affiancati da Federico Brugnone, Stefania Micheli e Zoe Zolferino. Il riformatore del mondo è una sorta di antieroe misantropo e raggelante che, dal profondo della sua casa/bunker, disprezza il mondo e i suoi ignobili abitanti. A fargli compagnia, una sorta di Clov in gonnella di beckettiana memoria, che lo accudisce e gli permette di non sprofondare nel silenzio e nel gelo definitivo. La porta si aprirà soltanto nella scena conclusiva e lascerà entrare un universo di personaggi evidentemente fasulli, grotteschi, che sembrano essere null’altro che attori scritturati per prendere parte al feroce teatrino del protagonista. La drammaturgia è di Thomas Bernhard, uno degli autori più importanti di fine ‘900. Romanziere e drammaturgo, di valore non inferiore a grandi autori quali Shakespeare, Cechov e Beckett, ha consegnato ai lettori ed al pubblico teatrale, oltre a testi memorabili, un universo di personaggi emblematici e indimenticabili. Compagnia Mauri Sturno: scene e costumi Marta Crisolini Malatesta; Musiche Vanja Sturno.
«Ogni viaggio è un vero martirio, con tutta la fatica che mi sobbarco forse ci vorrebbe un posticino ben soleggiato, ma io odio il sole. Un posto all’ombra, ma odio anche l’ombra. E poi mi annoio terribilmente, al mare mi viene mal di stomaco, le grandi città non le sopporto, in campagna è tutto così monotono. Quando sono a Parigi non so cosa darei per essere a Londra, se sono a Londra vorrei essere in Sicilia”