Nell’ambito della sezione Opera&Concerti della Stagione dei Teatri 2022/2023 e nel quadro della partnership con OperaLombardia, la Fondazione Teatro Donizetti ospita nel principale teatro cittadino, venerdì 27 gennaio alle ore 20.00 con replica domenica 29 alle ore 15.30, Napoli Milionaria!, opera di Nino Rota su libretto di Eduardo De Filippo tratto dall’omonima commedia. Direzione di James Feddeck. Regia di Arturo Cirillo. Scene di Dario Gessati. Costumi di Gianluca Falaschi ripresi da Anna Missaglia. Light designer Fiammetta Baldiserri. Orchestra I Pomeriggi Musicali e Coro OperaLombardia diretto da Diego Maccagnola. Personaggi e interpreti principali: Gennaro Iovine Mariano Buccino, Amalia, sua moglie Clarissa Costanzo, Maria Rosaria, figlia Maria Rita Combattelli, Errico “Settebellizze” Riccardo Della Sciucca, Amedeo, figlio Marco Miglietta, Johnny, sergente americano Francesco Samuele Venuti, Adelaide Schiano Giovanna Lanza, Assunta, sua nipote Sabrina Sanza, Pascalino “o pittore” Roberto Covatta, O’ miezzo Prevete Giuseppe Esposito, Il Brigadiere Ciappa / Il maresciallo Alberto Comes, Riccardo Spasiano Graziano Dallavalle, Peppe o’cricco Pasquale Greco, Federico Francesco Cascione, Rituccia Federica Gambarana. Allestimento del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca ripreso dai Teatri di OperaLombardia.
Prezzi biglietti: da 22 a 70 euro. Sono previste riduzioni per Over 65 e Under 30, portatori di handicap, gruppi di almeno 15 persone, dipendenti Comune di Bergamo, titolari di Family Card, studenti delle scuole di teatro, di musica e del Conservatorio di Bergamo.
Melodramma in tre atti all’insegna dell’eclettismo musicale, Napoli milionaria! è l’ultimo lavoro composto per il teatro lirico da Nino Rota, ricavato dall’omonima commedia di Eduardo De Filippo e rappresentato per la prima volta al Festival di Spoleto il 22 giugno 1977. La collaborazione tra il drammaturgo, attore e regista napoletano e il compositore milanese generò un’opera più cupa e amara sia della commedia originaria, sia della sua realizzazione cinematografica: le variazioni apportate nella drammaturgia dallo stesso Eduardo segnalano una disillusione dovuta al rendersi conto del degrado di valori in seguito alla guerra e allo scivolare verso il basso della dignità umana. La borsa nera di Napoli, le vicende amorose tra Maria Rosaria e Johnny, soldato americano, la vita di una povera famiglia oltre il limite della legalità, sono interpretati da Rota con un carattere che mantiene attenzione alla parola, senza per questo soverchiare il canto.
All’inizio accolta freddamente dal pubblico e censurata da quasi tutta la critica italiana dell’epoca, l’opera è stata successivamente ripresa e rivalutata. Quello che sembrava un calderone tra verismo, canzone napoletana, frammenti di colonne sonore cinematografiche e musical americano, ora appare una operazione in cui codici e linguaggi disuguali (musica, prosa, melodramma, cinema, danza) si contaminano e si fondono in modo spesso efficace. Vocalmente impegnativa, Napoli milionaria disegna personaggi a tutto tondo, giocando con vitali contaminazioni linguistiche a rendere il caos e lo sbandamento della vita dell’immediato dopoguerra. Rota rende in musica l’affresco di una Napoli dall’umanità ferita e fragile, non solo materialmente povera, ma che comincia a portare i segni di un’inconsapevole rovina interiore. Rota e De Filippo dimostrano in quest’opera di teatro musicale un forte impegno civile, testimonianza del profondo e felice connubio di due grandi artisti del Novecento italiano.
«Napoli milionaria! è prima di tutto una gran bella commedia di Eduardo De Filippo, una commedia che quasi tutti abbiamo visto, se non in teatro in televisione, o al cinema con il grande Totò. Ma da questa storia, divenuta quasi epica, l’autore pensò pure di trarne un libretto per un’opera che ripresentiamo dopo molti anni dal suo debutto al Festival di Spoleto», commenta il regista Arturo Cirillo, «Certo nel passaggio dal testo drammaturgico di De Filippo al libretto d’opera varie cose mutano: la lingua che è più italianizzata, l’ironia che è meno presente, la vicenda stessa che prende risvolti diversi. Ma quello che resta inalterato è il profondo rapporto che questa vicenda ha con il teatro. In cui i cantanti sembra quasi che recitino più che cantare, e in cui la musica diviene l’elemento di maggiore narrazione, più che le parole».
«Ecco allora apparire la contrapposizione tra il vicolo vociante e litigioso, e l’interno di casa Jovine; ecco il bombardamento che assume caratteri quasi apocalittici; ecco l’America che arriva con tutto il suo retaggio musicale. Così Rota attraverso De Filippo narra una vicenda tra Brecht e Tennessee Williams, in cui il Novecento c’è tutto; con il suo melò e il suo straniamento, in un gioco di generi a cui i personaggi sono volta per volta costretti a ‘intonarsi’. Lo spettacolo stesso si intona a questa natura ondivaga della musica, divenendo a volte realistico, altre epico, altre ancora quasi un musical», conclude il suo pensiero Arturo Cirillo, che al Teatro Donizetti tornerà nelle vesti di attore dal 18 al 23 aprile, in chiusura della Stagione di Prosa, per presentare lo spettacolo Cyrano de Bergerac.
BIGLIETTERIA FONDAZIONE TEATRO DONIZETTI
Presso Teatro Donizetti
Piazza Cavour, 15 – Bergamo
Tel. 035.4160 601/602/603
Da martedì a sabato dalle 13.00 alle 20.00 (festivi esclusi)