Domani esce in sala LAGUNARIA del regista Giovanni Pellegrini con la voce narrante di
Irene Petris prodotto dalla Ginko Film.
Chiamo Irene per farmi raccontare direttamente le sensazioni che, da veneziana, ha
provato nel narrare questa storia fantastica di una delle più belle e conosciute città del
mondo.
Mi illumina sulla grande ricerca di Giovanni negli anni di immagini della sua Venezia parte
delle quali rubate durante un periodo storico difficilmente, ci auguriamo, ripetibile: quello
della Pandemia.
Un contrasto forte e significativo della realtà delle immagini con la narrazione di un
racconto onirico, fantasy, basato sui ricordi di una terra che è esistita ed adesso non c’è
più.
Idea geniale a mio vedere.
Pellegrini riesce a far vivere la Venezia dei Veneziani, quella vera, intima. Non quella
oltraggiata a volte da turisti maleducati che nascondono alla vista dei visitatori e degli
stessi residenti le arti, i mestieri le tradizioni secolari di questa città magica.
Rivediamo i pescatori al lavoro ai limiti della Laguna, i barcaioli sui canali e tutte le attività
tipiche di una città così unica ed irripetibile.
Un racconto epico anche dei momenti drammatici vissuti dalla città come la paura
dell’Acqua Granda del 2019 che scosse gli abitanti con la sua drammatica evoluzione.
Le grandi navi che minacciano l’ecosistema lagunare fanno affiorare il credo ambientalista
del regista che da profondo conoscitore del territorio ci avvisa a modo suo del pericolo
reale che stiamo correndo.
Non era facile interpretare e trasmettere le idee e le emozioni che il regista voleva
trapelassero ma Irene, a mio vedere, ci è riuscita perfettamente lasciando con la sua voce
un segno importante nell’opera.
Ha appena terminato di girare i teatri italiani con I due gemelli Veneziani di Valter Malosti
e già si appresta a ripartire con uno spettacolo di Paola Rota, Come tutte le ragazze libere.
Non c’è tempo per la noia…