Dall’Ovunque che sei
è il disco che testimonia l’incontro tra due musicisti eclettici da sempre impegnati a spingersi oltre i confini della musica alla ricerca continua di nuovi spazi e significati sonori.
Paolo Damiani, contrabbassista, violoncellista viene dal mondo del jazz nel cui ambito ha scritto pagine significative. Massimo Giuseppe Bianchi, pianista, incide per Decca ed è noto nell’ambito del concertismo classico come interprete di Bach e Godowsky. Cosa accomuna, al di là dell’amicizia, due musicisti apparentemente così lontani? La volontà di abbracciare la musica in modi sempre inattesi non importa se una canzone di Dylan, un madrigale di Monteverdi, un tema aforistico di Monk o una loro composizione originale. Il desiderio di divorziare dalla consuetudine delle conferme, di rinunciare all’adozione di un linguaggio prestabilito per sposare l’indeterminatezza di un approccio libero. Il tentativo costante di modificare la rosa dei venti e scegliere la musica sconosciuta. La ‘loro’ musica. Nei concerti del duo non vigono, infatti, leggi particolari se non questa, che i generi sono aboliti e il crocevia dei canoni è sospeso. Il gioco è una cosa serissima e qui la regola è quella dell’ascolto reciproco nella ricerca di un linguaggio che, giocando, sappia farsi racconto, emozione. Quella della musica sconosciuta, così pura da poterla bere.
La parola viaggia oltre il significato, animata da nostalgica spiritualità. Un poeta ama e agisce attraverso la parola, Sibilla Aleramo si innamorò di Dino Campana soltanto leggendo i suoi versi, senza averlo mai incontrato, allo stesso modo il musicista agisce poeticamente per mezzo dei suoni cui attribuisce valore salvifico. Nell’improvvisazione può guardare le cose in modo sempre nuovo e autentico, assumendosi il rischio di un cambiamento perpetuo. In questo disco abbiamo lasciato che le più varie influenze del nostro vissuto, il jazz, la musica contemporanea, la musica classica, il folk europeo, venissero in contatto con l’improvvisazione in una confluenza naturale, cercando un’identità presente prima e non dopo le esecuzioni, senza perdere la bussola. “Dall’ovunque che sei” non è quindi jazz, ma il “nostro” jazz, ed è anche un omaggio a tanti musicisti che amiamo, da Paul Bley a Kurt Weill fino a Olivier Messiaen, mai chiamati esplicitamente in causa attraverso composizioni o temi famosi, ma costantemente evocati nei modi e percorsi improvvisativi. – Massimo Giuseppe Bianchi
Molto tempo fa, insegnando Composizione in Conservatorio, improvvisai un pensiero che da allora mi abita: «non so cosa cerco ma quando lo trovo lo riconosco»
Suonando – nel rischio del cambiamento perpetuo – con Massimo Giuseppe Bianchi, mi capita spesso di ‘ riconoscere’ suoni o silenzi che amo all’istante. Con Massimo inventiamo insieme libere conversazioni come quelle evocate da James Hillman: «Le ore passate nei pub di Dublino e il linguaggio incredibile, le idee ridicole concepite solo per il piacere di pensarle e dirle, sono in sé una forma di erotismo, di innamoramento».
Risonanze, sensazioni, suoni che si attraggono lasciando che le cose accadano, il piacere oltre il pensiero vivendo il presente e abbracciando il molteplice, attivi nell’attesa e senza pianificare troppo. – Paolo Damiani
Paolo Damiani compositore, direttore d’orchestra, contrabbassista e violoncellista, didatta. Laureato in Architettura presso l’Università di Roma. Diplomato in contrabbasso e musica jazz, dopo aver studiato composizione e strumento con Bruno Tommaso, Giorgio Gaslini, Franco Sbacco, Lucio Buccarella, Giorgio Pani, Fernando Grillo, Giuseppe Selmi, Frances Marie Uitti. Nel settembre 1999 è stato nominato direttore artistico e musicale dell’ONJ – Orchestra Nazionale Francese di Jazz -, primo artista straniero ad aver vinto il relativo concorso. Paolo Damiani è rimasto alla guida della prestigiosa compagine fino al settembre 2002, suonando in tutta Europa e registrando per la nota etichetta discografica tedesca ECM. Dal 1996 al 1999 ha presieduto l’AMJ (Associazione Nazionale Musicisti Jazz). Dal 1982 dirige il Festival Internazionale di jazz “Rumori Mediterranei” di Roccella Jonica, dal 1998 quello di Roma “Una striscia di terra feconda” insieme ad Armand Meignan. È stato l’ideatore del coordinamento di festival jazz “L.I.R.A.” (Libere Iniziative di Ricerca Artistica), che comprende i più innovativi festival italiani di jazz. Ha collaborato con alcuni dei più prestigiosi musicisti del mondo tra cui Pat Metheny, Kenny Wheeler, Albert Mangelsdorff, Billy Higgins, Charlie Mariano, Antony Braxton, Cecil Taylor, Gianluigi Trovesi, Trilok Gurtu, Miroslav Vitous, Barre Phillips, Tony Oxley, John Surman, Enrico Rava, Anouar Brahem, Marc Ducret, Louis Sclavis, François Jeanneau, Giancarlo Schiaffini, Paolo Fresu, Pino Minafra e Giorgio Gaslini con il quale ha debuttato professionalmente nel 1976. Nel 1996, su diretto invito di Luigi Berlinguer, allora ministro della Pubblica Istruzione, è stato chiamato a far parte della Commissione incaricata di “individuare le conoscenze fondamentali su cui basare l’apprendimento dei giovani nella scuola italiana”. Nel luglio 2006 è stato nominato membro del Comitato Nazionale per l’Apprendimento Pratico della Musica (D.M. 28 luglio 2006) creato dal Ministro Giuseppe Fioroni e presieduto dal prof. Luigi Berlinguer. Ha scritto inoltre le musiche per lo spettacolo “Il silenzio anatomico” di Ivano Marescotti con le poesie di Raffaello Baldini e da allora collabora stabilmente con il grande attore romagnolo (Lirismo enologico, Moby Dick). Insieme all’editore Vincenzo Sicchio ha inventato la collana di audiolibri recentemente allegata alla Repubblica e all’Espresso (giugno 2006), di cui ha curato la regia musicale coinvolgendo artisti come Benni, Cerami, Camilleri, Fiorello, Lella Costa, Arnoldo Foà, Piovani, Rava, Fresu, Trovesi, Bollani, e molti altri. Dal 16 febbraio 2007, su designazione diretta del ministro Fabio Mussi, è membro del CNAM (Consiglio Nazionale per l’Alta Formazione Artistica e Musicale) del Ministero dell’Università e Ricerca.
Formatosi nel solco di grandi maestri come Bruno Canino, il Trio di Trieste e Franco Rossi, Massimo Giuseppe Bianchi ha affiancato la carriera musicale ai propri eclettici interessi per la filosofia, la letteratura e la poesia. Attento divulgatore in ambito radiofonico, è curatore di seminari di approfondimento musicale e direttore artistico di varie stagioni musicali, tra le quali Musica a Villa Durio presso Varallo (Vc). Pianista con all’attivo un copioso numero di album, tra i quali ricordiamo ‘Castelnuovo-Tedesco: Piano Quintets’ (con Aron Quartett) (CPO), Around Bach (2016) e The Art of Variation (2019) per Decca. Bruno Walter Piano Quintet. String Quartet (2023) con Aron Quartet. Nei suoi concerti affronta spesso opere di rara esecuzione e impegno virtuosistico, dalle Variazioni Goldberg alla Sonata di Jean Barraquè. Ha eseguito più volte il ciclo completo delle trascrizioni per pianoforte delle Sinfonie di Beethoven realizzate da Franz Liszt oltre a numerosi lavori a lui dedicati. Si è esibito in sedi prestigiose, ospite di importanti istituzioni. Tra le numerose collaborazioni ricordiamo, in ambito cameristico quelle con Aron Quartett, Antonio Ballista, Bruno Canino, Francesca Dego, Jack Liebeck, Domenico Nordio. Apprezzato improvvisatore, in ambito jazzistico collabora con artisti quali Louis Sclavis, Paolo Damiani ed Enrico Pieranunzi. Profondo conoscitore del Novecento musicale, ha registrato per l’etichetta Naxos diversi dischi dedicati a musiche di Ghedini, Respighi e Pick- Mangiagalli. Ha curato edizioni critiche di opere di Respighi, Carpi e Castelnuovo-Tedesco per gli editori di settore Suvini Zerboni e Curci. Da oltre un decennio è docente presso i Seminari della Nuova Accademia- Studio filosofico Domenicano di Bologna. È una delle firme della rivista “Musica Jazz”, nei suoi contributi approfondisce i legami tra il mondo del jazz e la musica classica e contemporanea. Nel 2000 fonda a Varallo (Vercelli) la stagione di musica classica, con un’attenzione rivolta al jazz, Musica a Villa Durio di cui è direttore artistico. Nel 2019 crea il Festival Beethoven insieme a Musica con le Ali di Milano, arrivato alla quarta edizione, il festival è diventato uno degli impegni tradizionali dell’estate nel Piemonte orientale. Nell’Aprile 2020, durante la pandemia di covid, insieme al fotografo Alessandro De Alberto e al team di videomaker, Social Valet, realizza un inusuale concerto mobile per gli abitanti di Varallo, su un camion attrezzato con un pianoforte. Il video del concerto, intitolato “Musica a Domicilio”, diventò virale nel giro di poche ore, raggiungendo le televisioni e le riviste di tutto il mondo. Massimo Giuseppe Bianchi è attivo come solista e camerista classico, con incursioni nella musica contemporanea e jazz, ha una pluriennale collaborazione in duo con Louis Sclavis e con Paolo Damiani.
Paolo Damiani – contrabbasso
Massimo Giuseppe Bianchi – pianoforte
0:00
0:00
1 – Double Mirror WAV MP3
2 – Free Ride WAV MP3
3 – Gary’s Dream WAV MP3
4 – Sfumato WAV MP3
5 – Moderato WAV MP3
6 – Greek Castle WAV MP3
7 – Dall’ovunwue che sei WAV MP3
8 – Mon jardin de sons I WAV MP3
9 – Mon jardin de sons II WAV MP3
10 – Mon jardin de sons III WAV MP3
11 – Nuvolato WAV MP3
12 – Mirror in the woods WAV MP3
13 – For Max WAV MP3
14 – Indian lullaby WAV MP3
15 – Vago WAV MP3
16 – Play WAV MP3
17 – Fantasia sul modo 3 WAV MP3
18 – Paolo’s Dream WAV MP3
19 – Screziato WAV MP3
20 – Velluto nero WAV MP3
Scarica tutti WAV
Scarica tutti MP3
Label copy
SCARICA TUTTO
Segui su