Dopo aver inaugurato nel 2018 il Romaeuropa Festival con il suo Kirina (portando in scena la cantante Rokia Traoré) il coreografo Serge Aimè Coulibaly, torna al REF2023 con C LA VIE.
In scena in prima nazionale al Teatro Argentina il 13 e il 14 ottobre (venerdì ore 20, sabato ore 19), lo spettacolo è presentato nell’ambito del focus dedicato alla scena fiamminga realizzato grazie alla nuova collaborazione triennale stretta dal festival (guidato da Fabrizio Grifasi) con Flanders State of the Arts.
È nelle fiandre infatti che il coreografo, nato a Bobo-Dioulasso nel Burkina Faso, ha plasmato la sua estetica al fianco di coreografi e danzatori come Alain Platel (Les Ballets C de la B) e Sidi Larbi Cherkaoui. Radicato nella cultura africana e volto ad esplorare temi complessi ma sempre con una energia positiva, il lavoro di Coulibaly si nutre allo stesso tempo delle pratiche coreografiche occidentali non tralasciando la centralità della musica e del suono. Così C LA VIE torna ad esplorare la tradizione per traghettarla nel futuro e celebrare la vita in un’ode alla resilienza umana e alla sua energia.
Fondatore della compagnia Faso Danse Théâtre, Coulibaly ha provato a tracciare una linea di congiunzione tra la tradizione dell’Africa occidentale dei Wara (nella regione di Senufo) e il carnevale occidentale. Dalla commistione della storia e dell’evoluzione di questi antichi rituali e feste e dalle loro danze, nasce un nuovo rituale che celebra il nostro mondo contemporaneo. Attraverso la trance e il suo superamento, nutrendosi di forme e ritmi tradizionali, Coulibaly dà vita a una scrittura coreografica contemporanea la cui energia si incarna in un’esecuzione minuziosa e di grande precisione e nella musica – linguaggio costante in tutta la produzione del coreografo e nel suo percorso formativo come percussionista – eseguita dal vivo dal batterista e polistrumentista Stéphane Edouard (fine conoscitore della musica indiana, africana ed europea). «In C LA VIE per la prima volta uso le percussioni, voglio mostrare una versione completa di me stesso e capire che tipo di energia si può creare in scena» ha affermato il coreografo.
Coulibaly insegna e tiene conferenze e seminari in tutto il mondo, esplorando le nozioni di responsabilità e il ruolo dell’artista nella società. Il suo impegno artistico è radicato ad Ankata, un centro sperimentale che ha istituito a Bobo-Dioulasso, progettato come laboratorio di ricerca e produzione aperto a tutti, al crocevia di continenti e discipline: «Ho costruito un teatro e un luogo di residenza nella mia città natale, per creare lì una scuola di teatro-danza. In Burkina-Faso c’è una forte energia e una scena interessante costruita anche dai coreografi e dalle coreografe che hanno scelto di non trasferirsi in Europa. La connessione tra Belgio e Burkina-Faso, legata alla mia danza, è fonte di speranza anche per i più giovani creatori».