“Tutto si può fare nella vita, mio caro” così si rivolge a Daniele Cipriani lo stilista Roberto Capucci alla fine di Le Creature di Prometeo – Le Creature di Capucci, film che documenta un’impresa impossibile. Ma l’icona dell’alta moda, classe 1930, aggiunge che “L’importante è farlo con amore“. In effetti, il film, nato da un’idea dello stesso Cipriani e scritto e diretto da Maxim Derevianko, diventa un’esplorazione dell’amore: quella fonte da cui sgorga l’arte in tutte le sue declinazioni, quella forza inesauribile che permette il superamento degli ostacoli più tosti al fine di veder realizzato un progetto nato dalle ispirazioni più improbabili.
Le Creature di Prometeo – Le Creature di Capucci, film realizzato con il contributo del MIC, Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, va in onda su RAI 5 il 13 giugno alle ore 22,05.
Il film racconta come, nell’estate 2020, in piena pandemia COVID in cui i pochi spettacoli che si tenevano erano improntati ad una comprensibile frugalità, al produttore di danza Daniele Cipriani veniva l’idea di uno spettacolo, a dir poco sfarzoso, per il 63° Festival di Spoleto: prendere una serie di bozzetti nati dalla fantasia di Roberto Capucci (“immagini di follia”, li definisce lo stesso stilista) e trasformarli in sculture viventi grazie alla maestria di una sartoria romana, commissionando una coreografia in cui tourbillons di plissé, sbuffi, girandole, nastri, piume, maschere e carapaci diventassero fantasmagoriche creature danzanti.
Ma c’è di più: l’intento era di sposare questo progetto, già di per sé ambizioso, a un progetto del Sovrintendente del Teatro Carlo Felice di Genova, Claudio Orazi, che aveva in mente di commissionare uno spettacolo sulle musiche dell’unico balletto composto da Ludwig van Beethoven, Le Creature di Prometeo (1801), che sarebbero state eseguite dal vivo dall’Orchestra del Teatro genovese diretta dal Maestro Andrea Battistoni. Cipriani intravedeva un originale filo conduttore; come spiega lui stesso: “grazie al fuoco – l’Io – rubato agli Dei dal Titano Prometeo, gli esseri umani conseguono la loro libertà, diventando così le Creature di Prometeo; ed è da questo medesimo fuoco che emerge il genio di Roberto Capucci, la cui fantasia si esprime senza freni, in assoluta libertà, per dar vita alle Creature di Capucci.” Un’impresa titanica all’epoca del Covid, eppure queste nozze “alchemiche” s’avevano da fare
Prendeva inizio così un processo creativo che il film segue in tutti i suoi passaggi: dalle conversazioni tra Capucci e Cipriani, spesso dei simpatici siparietti, alla scelte dei bozzetti insieme alla costumista Anna Biagiotti e a Paola D’Inzillo, responsabile della Sartoria D’Inzillo e poi alle prove dei costumi presso la Sartoria che, con tessuti e ricami preziosi, compirà il prodigio di far realmente vivere le “Creature”; dalle audizioni per i danzatori, alcuni provenienti dalla Compagnia Daniele Cipriani, alle prove con la coreografa Simona Bucci che si metterà, come dice lei stessa, “in ascolto dei costumi, sculture che chiedevano di vivere”; dalle conversazioni con il M° Battistoni, alle prove con i professori dell’Orchestra. Ritroviamo nel film tutti i personaggi dell’incredibile avventura.
Dopo aver sbirciato dietro le quinte i danzatori, mimi, acrobati trasformatisi nei fantastici personaggi, nella splendida Piazza del Duomo di Spoleto, in una calda sera di fine estate 2020, arriva finalmente la sospirata prima: un successo incredibile. Lui si alza per ricevere l’ovazione della platea: un grande mago in bianco le cui bacchette magiche sono matite in tutte le sfumature dell’arcobaleno: è Roberto Capucci, il “padre” di queste creature di altri mondi.