CARO GIACOMO, A ME SEMBRAN TUTTI MATTI
Il viaggio performativo “senza tempo” per celebrare il centenario pucciniano
Un nuovo progetto ideato da Salvatore Dell’Isola
Nell’anno in cui tutto il mondo celebra il primo centenario della morte di Giacomo Puccini, debutta lo spettacolo “Caro Giacomo, a me sembran tutti matti” che intende omaggiare la genialità del compositore ma anche invitare il pubblico a riscoprire i valori fondamentali dell’umanità attraverso un trio composto dal clarinetto di Salvatore Dell’Isola, il pianoforte di Massimo Salotti e la voce recitante di Marco Di Stefano. Uno spettacolo unico proprio per questo, dove la bellezza delle musiche di Puccini si esprime insolitamente attraverso strumenti musicali e ispirazioni contemporanee. “Caro Giacomo, a me sembran tutti matti” avrà l’anteprima ovviamente in terra toscana – il 24 giugno durante l’Estate Bientinese – e sarà successivamente portato in altre città italiane affollate di turisti, con una tappa di spicco l’11 luglio al Museo del Risorgimento di Torino.
L’incredibile storia immaginaria tra il compositore e Giuseppe, un giovane studente universitario d’oggi, – ideata da Salvatore Dell’Isola e raccontata attraverso un dialogo epistolare scritto da Marco Testa – è il fulcro della messa in scena che traccia con parole e musica, a distanza di cento anni, un parallelismo tra i due periodi storici.
Il titolo “A me sembran tutti matti!” richiama un episodio dell’indimenticabile sceneggiato televisivo dedicato a Giacomo Puccini interpretato dallo strepitoso Alberto Lionello nei panni del maestro e diretto da Sandro Bolchi, nel quale Puccini denunciava ironicamente lo scenario alla vigilia della Grande Guerra. E non ci sarebbe da meravigliarsi se questa frase oggi venisse pronunciata da Giuseppe che, nel carteggio con il compositore, inizia a raccontare della sfiducia nel domani, dove emerge la paura di non essere all’altezza delle richieste sociali ed esplora temi universali (sfide, passioni, ideali, dolori) che continuano ad inquietare ogni generazione.
«Oggi la storia di Giuseppe è molto realistica e rispecchia tantissimi giovani che si trovano a vivere in un sistema pieno di contraddizioni dove l’assurdo diventa quasi ovvio e ciò che è logico e razionale non è più reale, – afferma Salvatore Dell’Isola. Viviamo in un periodo dove si sta rischiando di perdere l’identità umana e, sebbene ci spingiamo quotidianamente verso il progresso, alcuni princìpi e pregiudizi comuni all’epoca di Puccini restano ancora oggi difficili da superare».
Le opere di Puccini spesso mettono in luce il tema dell’amore e della sofferenza femminile attraverso personaggi come Manon, Tosca e Cio-Cio-San, alle prese con situazioni tragiche e difficili. Questi temi risuonano ancora oggi, dove i matrimoni forzati e gli amori tossici continuano a devastare le vite delle persone coinvolte. Tuttavia, le sue opere offrono anche un senso di riscatto rappresentato da figure come Minnie e Turandot, donne determinate a far valere i propri diritti. Quei diritti che dovrebbero appartenere anche ai bambini colpiti da guerre devastanti, privati della loro infanzia, del calore familiare e della sicurezza materna. La tecnologia, sebbene abbia migliorato molti aspetti della vita, può anche distoglierci dalla realtà e trasformare le parole in strumenti di odio, come accadde allora nel caso di Doria Manfredi.
Ed è proprio su questi temi e attraverso questa fusione di musica e teatro che gli interpreti Massimo Salotti, Salvatore Dell’Isola e Marco Di Stefano daranno vita agli scritti di Marco Testa. Nello spettacolo dell’8 luglio a Maiori la voce recitante sarà di Brunella Caputo, mentre in quello dell’11 luglio a Torino il pianista sarà Niccolò Buscemi.
Caro Giacomo, a me sembran tutti matti verrà presentato in anteprima il 24 giugno al festival Estate Bientinese, seguito dal Maiori Festival l’8 luglio, dal Museo del Risorgimento di Torino l’11 luglio e il 20 luglio anche a Lucca, la città natale di Puccini. Il tour si sta arricchendo di altre date in attesa di definizione.