Chiesa di Santa Maria della Pietà in Camposanto dei Teutonici in Vaticano
Sotto le volte romaniche della Chiesa di Santa Maria della Pietà in Camposanto dei Teutonici in Vaticano, sorta sul luogo di un ospizio dove venivano assistiti i poveri, all’interno di un complesso circondato da un alto muro che comprende la chiesa, un cimitero e un collegio, è stata proposta in prima mondiale una sontuosa rappresentazione che ha titillato i sensi in un’esperienza visiva e uditiva coinvolgente e commovente.
La straordinaria esperienza multisensoriale della terza produzione immersiva di Frequency Opera, ideata e diretta dalla celebre artista multimediale e pioniera dell’arte multidisciplinare Honora Foà, aspira a far riflettere sul legame tra solitudine, trasformazione interiore e rispetto per la Natura.
Blood&Breath è parte del ciclo di sette opere intitolato RecombinantDNA, una serie unica di performance che combina l’arte e la scienza, il mito e la tecnologia, per esplorare differenti spettri di frequenze attraverso queste due lenti. Foà, con la sua vasta esperienza nell’arte multimediale, è riconosciuta per la sua capacità di unire linguaggi diversi in esperienze che toccano il profondo della sensibilità umana.
La messinscena esplora attraverso musica, proiezioni e narrazione la leggenda medievale di Maria Maddalena e Giuseppe d’Arimatea, nel periodo che trascorsero in solitudine ritirandosi nelle grotte del sud della Francia dopo la morte del loro Maestro. Solitudine come condizione attraverso la quale Maria Maddalena sperimenta una profonda trasformazione interiore. Ed è la riflessione e la gratitudine per la natura il tema centrale, nonché uno dei messaggi fondamentali di quest’opera. Giuseppe proseguì poi per la Britannia dove eresse a Glastonbury una chiesa primitiva, primo nucleo della futura abbazia, vicenda collegata al mito del Santo Graal.
Le musiche sono state composte da Lucas Richman, musicista dalla sensibilità emotiva e intellettuale nel trattare temi legati alla condizione umana, che in questa cantata ha voluto esplorare, attraverso un linguaggio musicale profondamente evocativo, tematiche come la vita, la morte e la spiritualità. La sua scrittura musicale, delicata e al contempo fortemente drammatica, mette in risalto la capacità dell’arte di connettersi ai momenti più intensi dell’esistenza, combinando i testi poetici con l’essenza di argomenti quali il sacrificio, la speranza, la fragilità della vita e il riscatto degli esseri umani. Ad accompagnare questa potente narrazione, sonora e visiva, un organico orchestrale di otto elementi da lui stesso diretto, i “Solisti dell’Orchestra di Roma”, coordinati da Antonio Pellegrino, in un viaggio multisensoriale sui generis.
I brani vocali sono stati patrimonio di due solisti lirici: Joelle Morris che ha consolidato la sua reputazione di mezzosoprano di punta della sua generazione, e che con il suo colore vocale ambrato e vellutato esprime un contrappunto pregnante alla tessitura emotiva dell’opera, e il baritono Isaac Bray, le cui capacità vocali sono caratterizzate dal timbro caldo e potente, capace di infondere nei ruoli drammatici una presenza autorevole e intensa, coniugando una profondità artistica ricca di sfumature espressive con un’eccellenza tecnica e risonanza emotiva, che mettono in evidenza la sua versatilità e la sua bravura.
Alle esibizioni musicali si alternavano le letture sceniche dei testi poetici con gli attori Stefania Rocca e Amedeo Fago, la cui rispettiva versatilità interpretativa e intensa presenza scenica coinvolgeva il pubblico in una riflessione profonda e spirituale. Intensa e al contempo gioiosa la Rocca esprimeva la serenità di Maria Maddalena, a tratti spezzata dalla vigorosa drammaticità di un grido interiore, adornata da una lunga cascata di fettucce giallo ramate che dalla sommità della testa ne avvolgevano il corpo, allegoria della fluente capigliatura che l’iconografia attribuisce alla Maddalena.
Le scenografie hanno fatto ricorso a numerose opere realizzate dalla rinomata pittrice americana Margot McLean, la cui arte è caratterizzata da un uso intenso e simbolico delle forme naturali, in particolare degli animali, che spesso fungono da specchio per esplorare emozioni umane complesse. Il suo lavoro per Blood&Breath si inserisce in un contesto che intreccia leggenda, scienza e natura, offrendo una visione intima e onirica del rapporto tra uomo e ambiente, proiettata con cangianti sfumature sulle volte e sull’altare della chiesa.
L’evento gode del sostegno dell’associazione onlus Mythic Imagination Company. Maggiori informazioni al sito web ufficiale: www.FrequencyOpera.org
Tania Turnaturi