All'Opera Carlo Felice di Genova, il 13, 15, 17 dicembre
Dopo il successo del recital Hommage à Fauré e l’inaugurazione della stagione sinfonica dell’Opera Carlo Felice di Genova, Benedetta Torre torna al teatro della sua città – con il quale collabora continuativamente dal 2015 – per debuttare nell’opera Il cappello di paglia di Firenze di Nino Rota, in scena il 13, 15 e 17 dicembre. Lo spettacolo, con la direzione musicale di Giampaolo Bisanti e la regia di Damiano Michieletto, sarà trasmesso in diretta da RaiRadio3 il 13 dicembre alle 20.
«Davvero spassosa quest’opera di Nino Rota, un garbuglio comico tanto assurdo quanto realistico in certe dinamiche teatrali e in diverse battute dei personaggi, a tal punto che io stessa stento a non ridere in scena! Io sarò Elena, che assiste e partecipa alle dinamiche in scena, sia quelle amorose che altre più divertenti, oltre a un tenero e giovanile tentennamento post matrimoniale, nemmeno tanto insensato visto che in effetti il suo Fadinard sembra bizzarro e sfuggente (la trama dell’opera si svelerà solo alla fine, dando senso all’insensato, gusto all’improbabile) — dichiara la Torre a pochi giorni dalla prima. Rota mi dona le melodie più cantabili e morbide dell’opera, come il duetto di sortita con Fadinard, un poetico tratteggiare di frasi dolci e sognanti tra i due; è una delizia anche l’arietta che mi vede titubante, con il coro delle donne che cerca di convincermi a sciogliermi nelle voluttà amorose: oltre ad essere uno scorcio simpatico, musicalmente qui sfoggio frasi lunghe e piene di colori e di cadenze che ritroviamo anche nel finale dell’opera. Ci sarà davvero da divertirsi con quest’opera, tanto più se, come nel nostro caso, la sua sottile comicità è messa in scena da artisti come Paolo Bordogna e Nicola Ulivieri. È un onore essere affiancata da colleghi di questo calibro, come anche da Sonia Ganassi, artista superba e qui divertentissima nel ruolo della Baronessa. Con il Maestro Giampaolo Bisanti stiamo lavorando in modo certosino, stando attenti a rendere teatrale ed espressiva ogni singola frase — prosegue il soprano genovese. È davvero scritto tutto in partitura e in questo la regia di Damiano Michieletto non solo rende efficace ogni situazione ma è semplice e allo stesso tempo esplicativa in ogni sua parte, non perdendo mai il filo conduttore dell’intreccio grazie a una pedana rotante con diverse porte che va ad unire così concettualmente le situazioni che incalzano con le stanze che si susseguono ad ogni scena. C’è spazio anche per una bella scena “metafisica” con gli ombrelli, durante l’ultimo intermezzo del temporale.
Io e il mio Fadinard, il bravissimo Marco Ciaponi, con la nostra chimica sul palco e la nostra energia cercheremo non solo di farvi ridere ma di farvi anche vedere e vivere un tenero scorcio di vita di due giovani innamorati particolari, usciti dalla fantasia prodigiosa del mai troppo compianto e celebrato Nino Rota».